L’inizio della Garibaldi Tall Ships Regatta 2010 non ha potuto contare su una giornata bella come le precedenti, quando le ventitrè splendide regine del mare erano visitabili al Porto Antico. Ieri Eolo, Nettuno e Giove Pluvio si sono messi d’accordo per rendere la vita difficile ad equipaggi ed organizzatori. La parata di velieri davanti alle coste genovesi ha sofferto delle condizioni meteomarine: lo scirocco forte ha sgranato la flotta, a danno della spettacolarità, e l’onda formata ha scombussolato non pochi stomaci. Ma decine di anni fa, in questi casi si navigava senza alcun problema, ed in effetti le Tall Ships si sono dimostrate pienamente all’altezza. Vedere una miriade di braccia al lavoro per alzare una vela è stato uno spettacolo degno di un’altra epoca, quando di winch idraulici e lazy jacks non si sentiva ancora parlare. Peccato però che il tempo abbia costretto al rientro anticipato spettatori e giornalisti, meno abituati a rollii e beccheggi, e che la pioggia abbia disincentivato il pubblico a terra: pochi coloro che si sono affacciati su Corso Italia o dallo scoglio dei Mille, da cui partì la storica impresa garibaldina. Anche la Nave Italia, che accompagnava i velieri nella tratta Genova-Camogli (da dove poi sarebbe iniziata la regata alla volta di Trapani), abbia dovuto far ritorno in porto prima del previsto, a causa di alcuni mal di mare a bordo. Ad ogni modo, quando gli enormi brigantini Pogoria e Kaliakra sfrecciano a vele spiegate, e le golette Oosterschelde e Tecla fendono le onde, l’emozione è forte. I pochi stoici rimasti a godersi lo spettacolo sono stati premiati, ma hanno dovuto fare i conti con la classica “ramata” d’acqua che li ha accolti al rientro a Genova. Com’era il proverbio? Tall Ships bagnata, Tall Ships fortunata? Speriamo.
Eugenio Ruocco
Argomenti: Daily Nautica, Genova