SPECIALE TECNICA – Tutto quello che avreste voluto sapere sull’autopilota / PARTE 1
Nel primo di questa serie di articoli sull’ottimizzazione dell’autopilota a bordo partiamo dalla base, ovvero dalla bussola fluxgate su cui si basa l’intero sistema: è fondamentale alloggiarla nel punto giusto
Nel primo di questa serie di articoli sull’ottimizzazione dell’autopilota a bordo partiamo dalla base, ovvero dalla bussola fluxgate su cui si basa l’intero sistema: è fondamentale alloggiarla nel punto giusto
Il pilota automatico è il miglior compagno di navigazione, di notte e di giorno. Abbiamo avuto modo di vedere come, nell’ambito dell’ultimo Vendée Globe, l’autopilota sia stato di vitale importanza, tanto più che molti degli skipper partecipanti hanno tenuto il timone in mano solo per poche ore, in una navigazione in solitario e senza scalo in giro per il mondo che dura più di 80 giorni.
Nel nostro piccolo, senza velleità da regatanti oceanici, lo possiamo usare in crociera in tantissimi modi: verso un waypoint, indicando la rotta manualmente, per navigare a vela o durante una battuta di pesca. Per usarlo in maniera corretta e in modo tale che renda al meglio bisogna seguire, in sede di installazione, alcune imprescindibili regole, come ad esempio quella relativa al posizionamento della bussola fluxgate, la base dell’autopilota. Questo è il primo di una serie di articoli che dedicheremo ai piloti automatici.
Per ottenere il massimo dal vostro autopilota dovrete innanzitutto decidere con attenzione il corretto alloggiamento della bussola su cui si basa il dispositivo. Si tratta di bussole fluxgate, in grado di fornire dati di prua con una frequenza di 1 Hz (cioè di uno al secondo), che attraverso un segnale elettronico trasmettono il nord magnetico. Cercate di mettere la bussola in un posto in grado di garantire la massima stabilità, quindi dovrete reperire il punto più vicino possibile al baricentro della barca. Qualora la fluxgate si trovasse in alto, subirebbe maggiormente il moto oscillatorio delle onde e perderebbe in precisione, causando lo “sbarellamento” dell’autopilota (anche se attualmente le bussole allo stato solido calcolano in tempo reale il rollio e il beccheggio della barca, fornendo dati “puliti” da questi parametri).
Un altro fondamentale parametro da tenere in considerazione è la presenza di campi magnetici a bordo che possano distogliere la bussola dal naturale nord magnetico. Al giorno d’oggi gli strumenti sono generalmente isolati per cui non costituiscono un rischio, ma spesso la deviazione va ricercata in fattori a cui di solito si dà poco peso: una cassetta degli attrezzi, piena di utensili di metallo, può dare origine a un campo magnetico, così come una pompa di sentina. Soprattutto nelle imbarcazioni più grandi, i fili elettrici più utilizzati sono in grado di “taroccare” la sensibilità della bussola, mentre non è raro, dopo un infinito tribolare, arrivare a individuare il problema in alcune piastre di rinforzo in acciaio affogate negli stampi in vetroresina. Occhio che anche la pompa del wc marino può essere fonte di campi magnetici.
E.R.
Argomenti: barche a motore, Daily Nautica, vela