Pesca: quando l’orata ha la luna storta, 4 consigli per convincerla ad abboccare
Un pesce che a volte ci può riservare un comportamento piuttosto lunatico e tutt'altro che scontato. Può capitare infatti di essere certi della presenza delle orate, ma non riuscire a catturarle
Un pesce che a volte ci può riservare un comportamento piuttosto lunatico e tutt'altro che scontato. Può capitare infatti di essere certi della presenza delle orate, ma non riuscire a catturarle
Con l’estate che si avvia verso la sua parte finale, la pesca dalla spiaggia entra nel vivo. I bagnanti iniziano a diminuire e le ore di pesca a disposizione aumentano. Ci avviamo lentamente verso uno dei periodi migliori per il surfcasting, quel periodo a cavallo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. L’acqua è ancora calda, ma le prime mareggiate iniziano a farsi sentire un po’ sulle coste di tutta Italia ravvivando i fondali. E’ questo il momento per tornare a pensare a qualche cattura importante che magari era difficile da realizzare in piena estate, nei periodi di altissima pressione e con le spiagge affollate fino a tarda sera dai bagnanti.
Quando si parla di prede importanti non si può che pensare all’orata, una delle prede regine della pesca dalla spiaggia e non solo. Un pesce che a volte ci può riservare un comportamento piuttosto lunatico e tutt’altro che scontato. Può capitare infatti di essere certi della presenza delle orate, ma non riuscire a catturarle.Può altresi capitare che le orate si palesino a fasi alterne: entrano in pascolo all’improvviso su una data spiaggia per poi sparire pochi giorni dopo. Comportamenti a volte difficili da decifrare: in alcuni casi si ripetono in determinate situazioni di mare o corrente, altre volte sono dettate da abitudini dei pesci poco verificabili se non siamo degli esperti di fauna marina.
Andiamo a vedere allora una serie di approcci mirati per andare a “convincere” la prelibatissima preda, con attenzione agli spot particolari e agli inneschi.
1- Le aree portuali
Ci sono capitati porti in cui eravamo certi della presenza delle orate ma adoperando le esche tipiche per questo pesce (arenicola, bibi, americano, granchio, cozza, etcetc) non riuscivamo a catturarne nessuna. Nelle aree portuali le abitudini alimentari dell’orata possono essere influenzate dal tipo di pesca che viene praticato nello spot dai tanti appassionati. In porti dove viene praticata la tecnica della bolognese o il feeder, l’orata si abitua a mangiare il bigattino. Sarà quindi indispensabile avere con noi anche quest’esca, da accoppiare a un pasturatore o anche su un classico minitrave da orata a bracciolo singolo lungo non meno di 1,80 mt. I risultati potrebbero essere sorprendenti. Provare per credere.
2 – Proviamo a innescare un granchio spaccato
Possono esserci anche situazioni in cui le mangiate non arrivano semplicemente per mancanza di attività da parte dei pesci. Un modo per stimolare, con potenti scie olfattive, la curiosità dell’orata, è quello di usare il granchio tagliato. Uno dei classici granchi che solitamente inneschiamo interi, possiamo adoperarlo tagliato a metà o intero ma con il guscio un po’ schiaciato. La polpa interna che fuoriesce è sicuramente molto appetibile per l’orata e a volte quest’innesco può fare la differenza.
3 – Nel dubbio, bracciolo lungo e sottile
Un’altra operazione importante in caso di apatia delle orate è quella di migliorare il nostro bracciolo, sia esso installato su una montatura scorrevole o su un minitrave nel caso di un sistema ad un amo. Se le condizioni del mare lo consentono, è bene allungarlo anche fino ai 2 metri scendendo contemporaneamente di diametro. In condizioni di mare veramente calmo è il caso di spingersi fino a uno 0,14 in fluorocarbon, a patto che sia veramente di qualità e non ci giochi brutti scherzi se dovessimo ferrare un pesce importante. In questo caso, e in generale quando si pesca ad orate con finali inferiori allo 0,18, è consigliabile realizzare una piccola brillatura sopra l’amo: il raddoppio del filo sarà invisibile perché coperto dalla calzatura dell’esca, ma eviterà che l’orata con la sua bocca possa rovinare o recidere il nostro esile terminale.
4 – La lenza quasi in bando
In caso di apatia l’eventuale mangiata che arriverà potrebbe essere molto sospettosa. Se l’acqua è calma, non mettete la canna perfettamente in tiro. Lasciate la lenza appena sotto la tensione minima, in caso di tocca il pesce avvertirà meno attrito e potrebbe essere più propenso a completare la mangiata.
Argomenti: Daily Nautica, Pesca