Un film al mare – Un omaggio a Orson Welles
Gli amici di Nientepopcorn dedicano l'appuntamento di questo mese ad uno dei numerosi film incompiuti del grande cineasta statunitense che, in diverse occasioni, durante la sua lunga e burrascosa carriera, ebbe a che fare, oltre che con incresciosi problemi tecnici, anche con l'elemento marino
Un film al mare – Un omaggio a Orson Welles
Gli amici di Nientepopcorn dedicano l'appuntamento di questo mese ad uno dei numerosi film incompiuti del grande cineasta statunitense che, in diverse occasioni, durante la sua lunga e burrascosa carriera, ebbe a che fare, oltre che con incresciosi problemi tecnici, anche con l'elemento marino
In occasione dei cento anni dalla nascita di Orson Welles (6 maggio 1915), gli amici di Nientepopcorn dedicano l’appuntamento di questo mese ad uno dei numerosi film incompiuti del grande cineasta statunitense che, in diverse occasioni, durante la sua lunga e burrascosa carriera, ebbe a che fare, oltre che con incresciosi problemi tecnici, anche con l’elemento marino.
Nello specifico, si tratta di Dead Reckoning (conosciuto anche come The Deep), un thriller girato a più riprese durante tre estati, tra il 1967 e il 1969, e mai distribuito ufficialmente nelle sale, perché mancante di alcune riprese e, quindi, di un montaggio definitivo.
Tratto da un romanzo di Charles Williams tradotto anche in Italia con il titolo di Donna da morire (a questa opera di narrativa si ispira anche il lungometraggio del 1989 Ore 10: calma piatta di Philip Noyce, con Sam Neill e Nicole Kidman), il film è stato realizzato sulle coste dell’Adriatico che, allora, bagnavano la Jugoslavia, nei luoghi in cui Welles andava spesso in vacanza.
Probabilmente, gran parte del materiale relativo a questo lavoro è andato perduto durante il famoso incendio che negli anni Settanta devastò una villa di Welles in Spagna, dove erano conservati documenti, foto, bobine, memorabilia, sceneggiature custodite gelosamente fino a quel momento. Ben poco è sopravvissuto: due versioni di prova non montate (workprint) ed un montaggio incompleto (footage). Un workprint di 115 minuti di Dead Reckoning è attualmente conservato presso il Museo del Cinema di Monaco, in Germania e, a meno di disguidi, dovrebbe essere proiettato nell’ambito di una rassegna il prossimo 26 luglio.
Restano la leggenda dell’ennesimo lavoro incompiuto del regista di Quarto potere (1941) ed alcune foto scattate sul set ad opera di un fotografo dell’agenzia Magnum che vedono un corpulentoWelles con tanto di sigaro indossare un cappello da capitano di vascello.
Sceneggiato ed interpretato dallo stesso Orson Welles, Dead Reckoning racconta del funesto viaggio del Saraceno, uno yacht in rotta verso Tahiti sull’Oceano Pacifico. L’equipaggio del natante è composto da John Ingram (Michael Bryant) e sua moglie Rae (Oja Kodar), coppia innamorata e in luna di miele. Durante quello che ha tutte le premesse per essere un viaggio da sogno, il Saraceno viene affiancato da una lancia di salvataggio allontanatasi da un’altra barca, l’Orfeo. Sulla scialuppa c’è un ragazzo, Hugh Warriner (Laurence Harvey), indebolito e con una mano ferita: issato a bordo, racconta alla coppia che i suoi compagni di viaggio, Russ (Orson Welles) ed Estelle Bellew, sono morti dopo aver ingerito del cibo andato a male. Rimasto senza controllo, l’Orfeo è alla deriva e sta affondando.
All’insaputa del giovane, Ingram decide di visitare lo yacht e, constatatone l’affondamento, scopre che, in una cabina chiusa dall’esterno, sono stati rinchiusi, con loro vibrante disappunto, un uomo, Russ, ed una donna, Lillian (Jeanne Moreau), la moglie quarantenne del giovane Hugh. Che fine ha fatto, dunque, Estelle? E come mai Hugh ha mentito così spudoratamente? Che sia stato lui a far sparire tra i flutti la signora Bellew?
Russ e Lillian raccontano ad Ingram alcuni retroscena della vita di Hugh: artista inespresso e frustrato, vessato da un padre dispotico e da una madre possessiva, è afflitto da una forma inusuale di acrofobia. Mentre, normalmente, tale fobia è legata alla paura dell’altezza, Hugh l’ha declinata nel timore degli abissi, per cui anche il mare suscita in lui puro terrore. Perché abbia deciso di intraprendere una crociera resta, dunque, un mistero.
Spaventato dall’aver lasciato sola sua moglie con un bugiardo e forse assassino affetto da psicosi, Ingram prende il controllo della situazione e, aiutato dai naufraghi, ripara la chiglia della barca, pompa l’acqua fuori dall’Orfeo e, con vento favorevole, si mette all’inseguimento del Saraceno, dove, nel frattempo, Rae ha iniziato a sospettare che Hugh sia un tipo pericoloso. Prima, tenta di blandirlo, poi, vista la sua instabilità mentale, matura l’intento di ucciderlo.
IL LASCITO INCOMPIUTO DI WELLES
Non intendiamo svelarvi ulteriori dettagli della trama, casomai aveste la possibilità di leggere il romanzo di Williams a cui Welles si è affidato per imbastire la sceneggiatura del film o, addirittura, di assistere ad una proiezione del workprint custodito in Germania.
Resta il fatto che il cineasta sia rimasto affascinato dal fatto di poter ambientare una vicenda torbida e complessa in un contesto, quello marinaresco, portatore di peculiarità ed atmosfere altrimenti irreperibili altrove. Come si domanda Lorenzo Pellizzari in un vecchio articolo (La crociera di Orson Welles, riportato nel volume Il cinema di Orson Welles a cura di Paolo Mereghetti, 1977): “Ventiquattro ore trascorse a sbranarsi e a sopravvivere da un gruppo di improbabili individui quali significati celano?”.
DEAD RECKONING (aka THE DEEP), 1970
Scheda-film su Nientepopcorn.it: http://www.nientepopcorn.it/film/the-deep-1432801200/
Argomenti: Daily Nautica