Il governo delle Maldive decide di vietare il Longline Fishing
Il Longline Fishing consiste in una lunga lenza di grosso diametro con inseriti a intervalli regolari degli spezzoni di lenza più sottile, ognuno dei quali finisce con un amo
Il Longline Fishing consiste in una lunga lenza di grosso diametro con inseriti a intervalli regolari degli spezzoni di lenza più sottile, ognuno dei quali finisce con un amo
Il governo delle isole Maldive ha deciso di non consentire in futuro la pesca con il sistema di Longline Fishing all’interno delle proprie acque territoriali. Il presidente dell’arcipelago ha infatti annunciato pochi giorni fa che il governo avrebbe d’ora in avanti permesso la pesca del tonno solo mediante l’utilizzo di lenze singole. Cosa significa?
Il Longline Fishing è un sistema di pesca ben conosciuto anche nelle nostre acque, dove viene chiamato “palamito” o “palangaro“. Si tratta di una lunga lenza di grosso diametro con inseriti a intervalli regolari degli spezzoni di lenza più sottile, ognuno dei quali finisce con un amo (derivazioni chiamate “snood” in lingua inglese). A distanze precise sono anche presenti dei galleggianti legati su dei cavetti, che permettono il posizionamento delle esche alla giusta profondità di pesca.
Agli estremi del cavo madre sono legati due galleggianti con bandiera o riflettore radar per una facile localizzazione dell’attrezzo in alto mare. Questo può essere fissato sul fondo oppure essere derivante e libero di seguire le correnti. Forme, ami, grandezze e profondità differenti lo adattano alla pesca di specie marine del tutto diverse. Le sue dimensioni totali possono essere modeste come nei nostri mari, oppure enormi con una lunghezza di centinaia di metri.
Nel Mare del Nord i pescatori scandinavi arrivano a calare fino a 25.000 ami al giorno, mentre nel Pacifico settentrionale vengono utilizzati palamiti a cui sono legati anche 2.000 ami per volta. In Italia la pesca con i palangari è regolamentata da una legge del gennaio 2024, che stabilisce il numero massimo degli ami e i macchinari utilizzabili. Dal punto di vista ambientale il rischio all’interno del bacino mediterraneo è quasi nullo, mentre la pesca con metodi massivi di questo genere negli oceani potrebbe portare al bycatch, ovvero alla cattura accidentale di uccelli marini, delfini, tartarughe e squali.
L’impatto rimane comunque inferiore a quello causato dalle grosse reti a strascico oceaniche, che raccolgono tutto ciò che è presente in quel tratto di mare. Per esempio, la pesca con palangari fu vietata nell’anno 2000 alle Hawaii a causa di un’eccessiva cattura accessoria di tartarughe marine ma venne di nuovo autorizzata in seguito a modifiche delle attrezzature consentite. Il Longline Fishing, insieme alla pesca mediante reti derivanti, è anche una delle cause di inquinamento da microplastiche per gli attrezzi gettati in mare una volta consumati per l’uso.
La decisione del governo delle Maldive è stata elogiata dalla Blue Marine Foundation, una famosa associazione britannica per la conservazione marina, che ha affermato in un post su Instagram: “Questa decisione significa che le Maldive continueranno a fornire un rifugio sicuro per la mega fauna marina ecologicamente significativa e minacciata, come tutte le specie di squali, razze e tartarughe. Insieme possiamo cambiare la tendenza e creare un futuro migliore per i nostri oceani”.
Fonte foto: Wikipedia
Argomenti: Pesca