L’incredibile avventura di Jeanne Baret che si travestì da uomo per essere la prima donna a circumnavigare il mondo
La grande botanica francese si unì di nascosto alla spedizione dell’ammiraglio Bougainville per scoprire e catalogare le specie vegetali del Nuovo Mondo
L’incredibile avventura di Jeanne Baret che si travestì da uomo per essere la prima donna a circumnavigare il mondo
La grande botanica francese si unì di nascosto alla spedizione dell’ammiraglio Bougainville per scoprire e catalogare le specie vegetali del Nuovo Mondo
Niente donne a bordo! Nell’epoca in cui grandi velieri solcavano i mari per esplorare i nuovi continenti e conquistare – ma forse è più corretto scrivere ‘invadere’ – le nuove terre, alle donne era proibito far parte dell’equipaggio. Considerate non adatte alla dura vita di bordo e foriere di litigi tra i marinai per la loro sola presenza, le donne erano categoricamente escluse dalle marinerie europee.
Le uniche presenze femminili consentite nelle navi erano legate all’immigrazione quando, sempre accompagnate dal padre o dal marito, attraversavano l’oceano per andare a colonizzare le terre d’America. Ma le donne rimanevano comunque delle semplici passeggere. Impossibile pensare a loro come parte dell’equipaggio o ad una loro presenza a bordo con qualche incarico professionale come medico, geografa o scienziata. Il mare nel XVIII secolo era roba da uomini! E non solo il mare, se pensiamo che in Italia il Decreto Regio che sancì formalmente la possibilità per le donne di iscriversi all’Università risale al 1875!
Eppure ci fu una donna capace di superare ostacoli e discriminazioni ed imbarcarsi come botanica in una nave militare, anche se per farlo fu costretta a travestirsi da uomo. Il suo nome era Jeanne Baret e fu la prima donna a circumnavigare la terra.
Jeanne nacque a La Comelle, un minuscolo paese della Borgogna il 27 luglio del 1740. Il padre era un semplice bracciante, quasi sicuramente analfabeta, considerato che firmò con una X la registrazione del battesimo della figlia. Un documento ancora gelosamente conservato nel paesino francese. Fu la madre, probabilmente di discendenza ugonotta, ad insegnare alla piccola Jeanne a leggere e scrivere. Lavorando nelle campagne della Borgogna, Jeanne, rimasta orfana in giovane età, imparò a conoscere le piante e scoprì la sua passione per la botanica. A vent’anni fu assunta come domestica dal naturalista Philibert De Commerson, che subito riconobbe le grandi capacità intellettuali della giovane e ne fece la sua assistente. Nella grande biblioteca della casa di Commerson, Jeanne potè studiare e leggere quei libri ai quali prima non aveva mai avuto accesso.
Come abbiamo scritto in apertura, il Settecento fu il secolo delle esplorazioni oceaniche. Francia, Gran Bretagna, Spagna, Olanda e le altre potenze europee organizzavano grandi spedizioni scientifiche votate all’esplorazione delle nuove terre e, soprattutto, alla ricerca di materie prime. A bordo, i botanici erano considerati una presenza insostituibile al pari dei cartografi. Una di queste spedizioni fu affidata all’ammiraglio e scienziato francese Louis-Antoine de Bougainville, grande amico ed estimatore di Commerson, che gli chiese di accompagnarlo come botanico in questa sua avventura oceanica. L’invito non dovette piacere molto al botanico che era di salute cagionevole e, per di più, soffriva il mal di mare. Fu la sua assistente Jeanne, che nel frattempo era diventata anche la sua compagna, a spingerlo a partecipare alla spedizione, affascinata della nuove specie vegetali che avrebbero potuto scoprire in quelle terre ancora sconosciute all’Occidente.
Fu davvero Jeanne ad avere l’idea di travestirsi da uomo per salire a bordo? Pare proprio di sì, anche se è difficile stabilirlo con certezza, in quanto si trattava di una operazione illegale, perseguibile dalle legge. In seguito, come vedremo, Jeanne se ne assunse tutta la responsabilità, proprio per scagionare Commerson da ritorsioni legali. Fatto sta che nella banchina del porto di Rochefort, in quel gelido fine dicembre del 1766, si presentò un giovanotto che disse di chiamarsi “Jean” Baret e chiese di imbarcarsi in qualità di esperto botanico ed assistente del professor Philibert Commerson.
“Jean” salì sul veliero Étoile, dove erano stati sistemati i laboratori scientifici. mentre l’ammiraglio Bougainville guidava la spedizione a bordo dell’altra nave della flotta, la Boudeuse, e come prima tappa fecero vela a Montevideo.
Per tutto il viaggio, fu “Jean”, con i capelli tagliati alla maschietto, il petto fasciato e addosso larghi abiti maschili, impegnatissima a tenersi più distante possibile dall’equipaggio, ad occuparsi della raccolta e della catalogazione delle specie, mentre la salute di Commerson peggiorava. Fu sempre “Jean” Jeanne a scoprire in Brasile quella splendida pianta dai grandi grappoli fioriti che oggi possiamo ammirare anche nei nostri giardini ed a darle il nome di Bougainville in onore del comandante della spedizione. Ancora “Jean”, in quell’incredibile viaggio, catalogò migliaia di nuove specie botaniche, attribuendo le scoperte sempre a Commerson per timore di essere riconosciuta come donna se si fosse messa troppo in vista.
Ma davvero l’equipaggio non si accorse che quell’assistente dall’aspetto delicato ed effeminato era una vera donna? Probabilmente un sospetto deve essere venuto a qualche marinaio ma nessuno osò esternare i suoi dubbi ad alta voce. Avere una donna a bordo e per di più travestita da uomo che pretendeva di fare la scienziata, era una inammissibile profanazione di tutte le regole della Marina e della religione. Un’eresia talmente grande che non poteva neppure essere presa seriamente in considerazione. Ed ancora oggi gli storici discutono se l’ammiraglio Bougainville fosse a conoscenza o no del trucco messo a punto dalla compagna del suo amico.
Fatto sta che tutto filò liscio fino a che la nave non approdò a Tahiti. “Jean” sbarcò come al solito alla ricerca di specie sconosciute ma quando incrociò gli indigeni, questi non si fecero trarre in inganno dai vestiti e la salutarono come una donna. I marinai della Étoile ribatterono che “Jean” era un uomo, che loro non erano gente da tirarsi femmine a bordo e che non si permettessero di offendere l’onore delle loro navi. I tahitiani risposero semplicemente che non sapevano di che onore parlassero queste persone venute da lontano ma che, a differenza loro, sapevano distinguere perfettamente una donna da un uomo!
A questo punto, un po’ come in quella fiaba di Andersen in cui l’innocenza di un bambino fa capire a tutti i sudditi che il re è nudo, cadde il sipario e “Jean” tornò ad essere Jeanne. Una scandalo inaccettabile per Bougainville e per la sua spedizione. Cosa avrebbero detto in patria quando si fosse saputo che aveva scorazzato una donna in giro per il mondo e, per di più, con un incarico ufficiale? E che valore potevano avere scoperte scientifiche effettuate da una femmina? Senza contare le proteste dei marinai che cominciarono ad accusare Jeanne per qualsiasi difficoltà incappassero le navi. Le donne, si sa, in navigazione portano solo sfortuna!
Bougainville negò qualsiasi coinvolgimento e accusò Commerson di averlo ingannato. Per difendere il compagno, Jeanne si assunse tutte le responsabilità affermando che neppure lui sapeva di avere assunto come assistente una donna. L’incarico gli fu comunque immediatamente revocato. Salpati da Tahiti, Jeanne trascorse il viaggio confinata in una cabina e alla tappa successiva, nell’isola di Mauritius, fu lasciata a terra con ignominia. E così quella che potremo definire come la prima botanica donna della storia, fu costretta ad abbandonare la spedizione per la quale aveva tanto lavorato, scrivendo pagine che ancora oggi possiamo leggere nei nostri libri di scienze.
Il solo a non abbandonarla fu Philibert Commerson, che decise di rimare con lei. Nell’isola di Mauritius viveva un suo vecchio amico, Pierre Poivre, botanico anche lui, che dette volentieri ospitalità alla coppia. Assieme i tre studiosi continuarono il lavoro di catalogazione delle specie dell’isola e si recarono per lo stesso scopo anche nel vicino Madagascar. Purtroppo il sodalizio durò poco. Poivre fu richiamato a Parigi e le condizioni di salute di Commerson peggiorarono sino a che, nel febbraio 1773, morì. Rimasta sola, Jeanne dovette trovare lavoro come cameriera in una taverna del porto per tirar su di che andare avanti.
Due anni dopo, non sappiamo esattamente quando e come, Jeanne Baret riuscì a rientrare in patria, diventando in questo modo la prima donna a circumnavigare il globo. Non fu un rientro facile. Nè la Marina, né gli ambienti scientifici le riconobbero il lavoro svolto. Per di più passò i suoi guai con la giustizia per essersi travestita da uomo. Jeanne dovette penare anche per accedere all’eredità di Commerson, che pure l’aveva indicata nel suo testamento come unica e legittima erede. Solo una decina di anni dopo il suo rientro, re Luigi XVI si accorse che, travestimento o no, la francese Jeanne era stata la prima donna a fare il giro del mondo e questo era comunque un primato nazionale che valeva la pena sottolineare, soprattutto in un momento storico di grande fermento culturale in cui cominciava a soffiare il vento libertario della Rivoluzione Francese.
E così, bontà sua, il re di Francia, che tra qualche anno avrebbe lasciato la testa e la corona sotto la ghigliottina, le concesse un vitalizio, che fu mantenuto anche quando salirono al potere i giacobini, con le seguenti motivazioni: “Jeanne Baret, grazie a un travestimento, circumnavigò il globo su uno dei vascelli comandati da De Bougainville. Si dedicò in particolare ad assistere De Commerson, dottore e botanico, e condivise con grande coraggio il lavoro e i pericoli di costui. Il suo comportamento fu esemplare e De Bougainville le riconobbe numerosi meriti. Sua Altezza è stato così gentile da concedere a questa donna straordinaria una pensione di 200 lire da prelevare dal fondo per invalidi, e questa pensione verrà pagata dal primo gennaio 1785”.