26 marzo 2025

Il re degli abissi Umberto Pelizzari a DN: “Con Pipin abbiamo vissuto il momento d’oro dell’apnea”

26 marzo 2025
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La nostra intervista a Umberto Pelizzari che, durante la sua lunga carriera, ha stabilito decine di primati mondiali ed è stato uno dei protagonisti dell'avvincente lotta a distanza con il cubano Francisco Ferreras Pipin

La nostra intervista a Umberto Pelizzari che, durante la sua lunga carriera, ha stabilito decine di primati mondiali ed è stato uno dei protagonisti dell'avvincente lotta a distanza con il cubano Francisco Ferreras Pipin

4 minuti di lettura

Dopo la felice conclusione dell’Eudi Show, la grande fiera della subacquea di Bologna, abbiamo incontrato Umberto Pelizzari, uno dei più grandi campioni dell’immersione profonda in apnea. Umberto, durante la sua lunga carriera, ha stabilito decine di primati mondiali ed è stato uno dei protagonisti dell’avvincente lotta a distanza con l’altro campionissimo dei suoi tempi, il cubano Francisco Ferreras Pipin. Quando i due erano ancora in attività si era infatti ricreata un po’ la storia che aveva caratterizzato Bartali e Coppi. E per rimanere nella specialità dell’apnea, lo stesso antagonismo che aveva animato i due campioni Jacques Mayol ed Enzo Maiorca.

Sei reduce da un incontro storico con Pipin durante l’Eudi Show. Com’è andata? Un tempo erano scoccate scintille tra voi?

Tutto molto bene. L’incontro con il pubblico è durato quasi due ore e hanno presenziato centinaia di appassionati. Ci siamo alternati raccontando nostre esperienze anche mai raccontate, racconti di avventure, aneddoti e ci ha fatto molto piacere rivedere tanto interesse per il profondismo. Siamo anche riusciti a rispondere alle domande del pubblico.

Sembra che tu abbia raccontato uno scherzetto non troppo simpatico che ti fece Pipin a Cuba. Cosa accadde?

E’ vero. Nel 1987 eravamo a Cayo Largo per il record mondiale in assetto costante di Pipin, che riuscì a scendere a -69 metri. Ma scusa, tu eri presente, non lo ricordi?

E’ vero, io c’ero. Vi feci delle foto assieme ma non conosco la storia.

Bene, te la racconto io. Un giorno mi portò a pescare molto al largo, in oceano. A un certo punto mi disse: ‘Guarda, ti lascio un momento perché voglio andare a vedere un’altra zona. Tu continua a pescare, intanto hai il segnasub’. Rimasi lì da solo e non vedevo più la costa né le isole. Sinceramente, dopo un po’, cominciai a preoccuparmi. Dopo 40 lunghi minuti, finalmente, tornò a prendermi con il suo gommone e mi disse che aveva trovato delle cernie e aveva perso tempo. Ovviamente il racconto ha fatto ridere il pubblico.

Ricordo che ci sono stati momenti di tensione fra voi due quando migliorò un record pochi giorni dopo che tu lo avevi stabilito. E’ vero?

Sai, in realtà, c’era lotta ma sempre molto leale e solo nel “No Limits”. Non lo sfidavo nelle altre specialità. Aggiungo che il nostro dualismo ha aiutato molto la diffusione dell’apnea agonistica. Ora siamo in piena sintonia e ci siamo resi conto che, anche se non lo volevi, ognuno era importante per l’altro.

A parte la bella e fortissima Alessia Zecchini, che riesce ancora a far parlare di record mondiali, negli ultimi anni l’apnea agonistica ha molta meno visibilità sui media. Non pensi che sia anche colpa dell’inflazione di record con tante differenti modalità? Con pinne, senza pinne, costante, no limits, variabile, con monopinna, con due pinne, eccetera?

Diciamo che, sicuramente, noi abbiamo vissuto il momento più bello dell’apnea, anche dal punto di vista della comunicazione. Anche oggi ci sono degli atleti che sono delle vere macchine da guerra. Sono fortissimi, molto più forti di me e di Pipin. Però, purtroppo, lo dico sinceramente, non riescono a far parlare di loro, delle loro imprese, perché probabilmente l’apnea, per tante ragioni, non è più spettacolare come lo era prima. È chiaro che avere tante specialità, tante discipline così, non aiuta, soprattutto in uno sport che non è tanto seguito. O sei uno che fa apnea o se no le differenze tra le specialità non le conosci.

A proposito di altri campioni, chi vedi fra i più forti di oggi?

Vedo molto bene Davide Carrera. A cinquant’anni ha fatto 130 metri e malgrado ciò non ha avuto lo spazio che avrebbe meritato in TV. Nessun battage. Fra i motivi vedo che le ditte non spendono più, non fanno più investimenti pubblicitari per la subacquea. Anche la Sector ha lasciato il settore.

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