La Posidonia oceanica: sentinella del Mediterraneo
La Posidonia oceanica è un elemento chiave contro inquinamento, erosione e cambiamenti climatici: al centro della salvaguardia degli ecosistemi del Mar Mediterraneo
La Posidonia oceanica: sentinella del Mediterraneo
La Posidonia oceanica è un elemento chiave contro inquinamento, erosione e cambiamenti climatici: al centro della salvaguardia degli ecosistemi del Mar Mediterraneo
Nel cuore del Mediterraneo cresce una pianta straordinaria, silenziosa ma fondamentale per la vita del mare: la Posidonia oceanica. Spesso confusa con un’alga, questa pianta marina endemica forma vere e proprie praterie sommerse che non solo ospitano una biodiversità ricchissima, ma svolgono un ruolo essenziale nella lotta contro il cambiamento climatico e la protezione delle nostre coste.
Le praterie di Posidonia coprono circa il 25% dei fondali poco profondi del Mediterraneo e rappresentano un habitat vitale per pesci, invertebrati e altri organismi marini. Ma il loro valore non si ferma alla biodiversità: questi ecosistemi agiscono come serbatoi naturali di carbonio, in grado di immagazzinare CO₂ fino a dieci volte più efficacemente delle foreste terrestri. Inoltre, contribuiscono a mantenere l’acqua limpida e ossigenata, stabilizzano i fondali sabbiosi e proteggono le coste dall’erosione, fungendo da barriera naturale contro le mareggiate sempre più intense.
Nonostante la sua importanza ecologica, la Posidonia è oggi sotto pressione. Inquinamento, ancoraggi selvaggi, urbanizzazione costiera e la diffusione di specie aliene invasive stanno minacciando seriamente le sue praterie. Secondo recenti stime, negli ultimi 50 anni si è perso oltre il 34% delle praterie di Posidonia nel Mediterraneo. Un dato allarmante, che evidenzia l’urgenza di azioni concrete per la loro tutela.
Attivismo, scienza e comunità
In questo contesto si inserisce l’impegno del Posidonia Green Project, associazione che opera tra Italia e Spagna per sensibilizzare le persone e proteggere gli ecosistemi marini del Mediterraneo. Attraverso festival, campagne di educazione ambientale, attività artistiche e azioni di citizen science, il progetto promuove un approccio partecipativo alla conservazione della natura.
Uno degli strumenti più efficaci è MINKA, una piattaforma di scienza partecipata nata dall’ICM-CSIC di Barcellona, che consente a cittadini, studenti e ricercatori di raccogliere dati geolocalizzati su biodiversità, rifiuti marini e stato di salute delle praterie di Posidonia. Progetti come questo permettono di costruire mappe dinamiche, identificare aree critiche e stimolare politiche di tutela più efficaci.
La collaborazione con istituzioni scientifiche come l’Università di Genova, guidata dalla professoressa Monica Montefalcone, ha permesso inoltre di avviare progetti di rigenerazione ecosistemica tramite la piantumazione di giovani piante di Posidonia in aree danneggiate. Un lavoro lungo e delicato, che richiede competenze tecniche, ma anche il coinvolgimento attivo delle comunità locali.
Difendere la Posidonia oceanica significa proteggere il nostro mare, le sue creature e anche noi stessi. È tempo di passare all’azione: informiamoci, cambiamo abitudini, sosteniamo progetti di tutela e partecipiamo alle attività di monitoraggio. Il Mediterraneo ha bisogno di ognuno di noi. Agiamo oggi, per garantire un domani più blu e sostenibile alle nuove generazioni.