A cura di Stefano Suriano

Pesca a surfcasting o beach ledgering? Quando gli opposti si attraggono

Scopriamo le differenze e perché è possibile praticare surfcasting e beach ledgering assieme

Pesca a surfcasting o beach ledgering? Quando gli opposti si attraggono
A cura di Stefano Suriano

Pesca a surfcasting o beach ledgering? Quando gli opposti si attraggono

Scopriamo le differenze e perché è possibile praticare surfcasting e beach ledgering assieme

4 minuti di lettura

È bene constatare come il surfcasting si sia evoluto notevolmente fino ad assumere caratteri ben diversi da quelli iniziali. Un tempo si pescava tutti alla stessa maniera, con la medesima attrezzatura basilare: piombo di 150-200 grammi, lenza dello 0,40 e amo di grossa misura per un innesco corposo mirato a catture di taglia.

L’evoluzione del mercato, come in tutte le altre cose, ha poi portato ad un’ampia possibilità di scelta sulle attrezzature da adottare, condizionando e trasformando indirettamente anche il modo di pescare, in senso positivo. Una delle nuove tecniche di pesca che hanno preso piede nel tempo è sicuramente il beach ledgering ed oggi è la tecnica di pesca dalla spiaggia più diffusa in assoluto assieme al surfcasting.

Cos’è il beach ledgering?

Il beach ledgering è una tecnica di pesca che si pratica a mare completamente calmo, calmo o leggermente mosso, in assenza di condizioni meteo marine avverse, di giorno o di notte. È una tipologia di pesca che richiede molta meno tecnica rispetto al surfcasting ed è dunque alla portata di tutti, adulti e bambini.

Lo spot di pesca è a discrezione del pescatore che può scegliere se appostarsi su un molo o una scogliera, oppure pescare direttamente dalla spiaggia. Non è dunque necessario pescare obbligatoriamente in spiaggia in quanto il lancio della zavorra dovrà avvenire a breve distanza, a circa 40-60 metri, con un semplice lancio above, anche perché l’attrezzatura che si adotta impedisce il raggiungimento di lunghe distanze.

La attrezzatura

Si consiglia una canna di lunghezza minima 4 metri o più lunga se necessario, preferibilmente telescopica in quanto più sensibile alle abboccate, abbinata ad un buon mulinello di taglia 4000. La bobina dovrà essere abbastanza capiente da contenere almeno 150 metri di lenza madre dello 0,25. Si predilige un colore neutro perchè la pesca avverrà a poca distanza da riva e, nella maggior parte dei casi, con acqua limpida. Se si vuole lanciare un piombo superiore ai 50 grammi, la lenza madre dovrà avere uno spezzone finale di shock leader di diametro 0,35 per evitare rotture.

La forma del piombo è a nostra discrezione, tuttavia la forma più classica e usata è quella a pera. Come terminale è consigliato un buon fluorocarbon dello 0,16 se peschiamo di giorno, oppure 0,20 se di notte, di lunghezza intorno ai 150 cm. La scelta dell’amo varia a seconda dell’esca che andremo ad usare: si consiglia un Aberdeen n.10 per l’innesco dell’arenicola alla ricerca di mormore e orate, un amo misura 8 gambo corto e storto innescato con cozza, bibi o americano per la pesca alle orate. Se la presenza di minutaglia diventa fastidiosa possiamo usare ami di dimensione maggiore.

La montatura per eccellenza che ha riscosso enorme successo in questa tipologia di pesca è quella a piombo scorrevole: partendo dall’alto verso il basso avremo in sequenza piombo, salvanodo (molto importante), girella e terminale. Si consiglia l’utilizzo di girella priva di moschettone per rendere più leggera possibile la nostra montatura. Il moschettone dovrà essere invece aggiunto qualora utilizzassimo come esca il bibi, per poterlo innescare in maniera corretta. Questa montatura impedisce al pesce di sentire resistenza e dunque accorgersi del piombo in fase di abboccata, soprattuto nella pesca alle orate.

Per quanto riguarda le esche, avremo l’imbarazzo della scelta tra anellidi quali arenicola, coreano, americano e bibi, oppure crostacei come granchi e paguri o ancora molluschi bivalvi come cozze.

Perché praticare Beach Ledgering e Surfcasting assieme

La pesca a beach ledgering e a surfcasting, anche se opposte, trovano un punto di incontro nel momento in cui il pescatore agonista, mare calmo o mosso che sia, vuole coprire l’intero raggio di azione di pesca dalla spiaggia. Ogni surfcaster porta infatti con sé, durante le competizioni e non, oltre alle canne da lunga distanza, almeno una da pesca “light”, per dedicarsi alla pesca nel sottoriva o a pochi metri dove è necessaria una canna leggera e sensibile, da poter talvolta tenere direttamente in mano per lungo tempo senza affaticarsi, impiegando fili sottili e ami piccoli, alla ricerca soprattutto del pesce di galla come lecce, occhiate, sugarelli e, se capita, branzini a caccia sull’onda.

Inoltre la pesca a Surfcasting ormai viene praticata anche a mare calmo, con la possibilità di raggiungere distanze notevoli in assenza di vento. In questo senso queste che si presentano come due tecniche di pesca opposte trovano un punto di incontro , risultando un’arma vincente che spesso fa la differenza.

Foto di proprietà di Liguria Nautica utilizzabili previa citazione della fonte con link attivo

Argomenti: ,