Immergersi in Sardegna. La costa occidentale
Grotte, tunnel e anfratti sommersi sono le caratteristiche di questo litorale unico al mondo e amatissimo dagli speleosub
Immergersi in Sardegna. La costa occidentale
Grotte, tunnel e anfratti sommersi sono le caratteristiche di questo litorale unico al mondo e amatissimo dagli speleosub
Continuiamo il nostro viaggio ideale lungo la costa della Sardegna, salendo sino ad Oristano. Tra Marina di Torre Grande e Bosa troviamo un tratto di costa molto interessante caratterizzato da colorate secche e formazione rocciose che fanno ritornare in mente i versi dell’Ariosto “per balze, per pendici orride e strane. Dove non via, dove sentier non era. Dove né segno di vestigie umane”-
Cominciamo con la secca di Corona Niedda, dai 14 ai 26 metri, ricca di anfratti e tane di animali, ed in particolare la secca Su Puntillone che sorge su alla cima di una imponente torre naturale (a meno 19 metri). Non trascurare di fare un giro anche lungo le pareti del torrione, piene di animali e colorate concrezioni. La visibilità è quasi sempre ottima e non ha nulla da invidiare al decantato mar Rosso.
La grotta dei Saggi è una delle poche immersioni in grotta consentite anche ai principianti, ovviamente seguiti da una guida esperta. Ci si immerge da 5 a 20 metri, nella parte finale, e tra anfratti e canaloni, non è difficile imbattersi in grossi pesci pelagici. Un’altra immersione facile e divertente è quella a S’Architetto, così chiamata proprio perché gli archi e i brevi tunnel che si incontrano paiono proprio progettati da un architetto! La profondità arriva al massimo a 17 metri. Archi e passaggi “orridi e strani” anche Su Tinzosu, tra pareti che sembrano condomini di murene e gronghi. Ai Denti di Libeccio (dai 3 ai 18 metri) invece ci si immerge facendo lo slalom tra delle sorte di grandi stalagmiti che altro non sono che scogli che in alcuni casi salgono sino alla superficie e che vengono, per l’appunto, chiamati “denti”. Questa è una zona di antichi naufragi e non è raro trovare nel fondo cocci di anfore e altri manufatti navali. Per ultimo ricordiamo il Carosello. Anche in questo caso, come si dice, in nome omen. L’immersione infatti si snoda in invero carosello di spaccature, tunnel, archi e selle scavate dal mare nelle rocce granitiche.
Saliamo ora a settentrione, tra la bella Alghero e l’estrema appendice nord ovest dell’isola, proprio sotto il parco dell’Asinara, dove troviamo due zone davvero imperdibili per un appassionato di immersioni. In quest’ultima area sorgono due belle pareti: Cala Luna e il Salto. Entrambe le immersioni cominciano a 15 metri per finire attorno ai 35. Più facile la prima che si fa sempre in assenza di corrente e che ci regala una franata coperta di gorgonie bianche. Più impegnativa la seconda che “salta” verticalmente nel blu e che può dare un senso di fastidio a chi ha problemi di vertigine.
Sempre in questa zona, si trova il relitto del Vapore. Una nave mercantile affondata dopo aver urtato contro gli scogli durante la seconda guerra mondiale. Quello che ne rimane – il relitto è stato completamente “ripulito” dai razziatori – è uno scafo ancora in buono stato accessibile anche ai meno esperti e che giace ad una profondità che non supera i 20 metri.
Poco più a sud, attorno a Capo Caccia, troviamo una serie di famose grotte che, nell’opinione di molti subacquei, sono le più belle del mondo! E cominciamo con la celeberrima grotta del Nereo, una delle 10 grotte sommerse più estese del mondo. La grotta del Nereo è in perenne mutamento e molti passaggi vengono aperti o chiusi a seconda del pericolo di crolli. Quando mi ci sono immerso io, si entrava da un buco a 18 metri. Oggi mi dicono che questo ingresso è chiuso e che si accede per un’altra apertura più in basso. La grotta è un vero e proprio labirinto di tunnel e di grandi camere sui cui fondali giacciono migliaia di stelle serpentine. L’immersione è comunque piuttosto impegnativa anche se raramente si scende oltre i venti metri. Una alternativa, per chi non se la sente di infilarsi in una grotta, è quelle di visitare gli archi del Nereo, in prossimità di una delle aperture della sopraccitata grotta, che regalano sempre splendidi giochi di luce. Da non perdere nemmeno il Porticato dove vi sembrerà di entrare in una cattedrale gotica. Immersione questa tanto facile quanto bella tra i 14 e i 18 metri.
Altre grotte per gli amanti della speleologia sono quella della Madonnina (dai 15 ai 24 metri), coloratissima e ricca di vita, del Pozzo (massimo 18 metri sul fondo) in cui si scende per uno strano foro cilindrico, del Fiordo con il suo caratteristico fondale di sassolini bianchi e la sua grande navata centrale (15 metri) e del Falco (dai 7 ai 20 metri) costituita da due ambienti e un sifone di collegamento dove si può mettere la testa fuori dall’acqua. In questa grotta si trovano molti esemplari, purtroppo sempre più rari, di corallo rosso. Fate quindi attenzione a dove mettete le pinne. Per ultimo ricordiamo la grotta del Giglio dove si entra a dieci metri di profondità e si scende sino a 22 per arrivare ad un laghetto sommerso dove si può vivere l’emozionante esperienza di togliersi l’erogatore e respirare dentro una grotta sommersa.
Argomenti: Daily Nautica