“Enigma”: un mistero sul fondo del Mar Baltico
Probabilmente la macchina Enigma ritrovata proviene da uno dei sottomarini tedeschi affondati nella notte fra il 4 e il 5 maggio 1945
“Enigma”: un mistero sul fondo del Mar Baltico
Probabilmente la macchina Enigma ritrovata proviene da uno dei sottomarini tedeschi affondati nella notte fra il 4 e il 5 maggio 1945
Poche cose al mondo riescono a stimolare la fantasia come le storie di spie, intrighi internazionali e macchine cifranti. Quale la vicenda più famosa, intricata e ricca di colpi di scena, la più importante dal punto di vista storico? Quella di “Enigma“, ovviamente.
Enigma, macchina elettromeccanica per cifrare i messaggi, venne inventata nel 1918 dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius. Modificata e migliorata, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale era diventata la macchina per le comunicazioni in codice delle forze armate tedesche. Ritenuta indecifrabile dai servizi segreti francesi, l’Ufficio Cifra polacco, temendo l’invasione, diede invece incarico di tentare la sua decrittazione agli accademici dell’università di Poznan.
Questi inventarono una contromacchina chiamata “Bomba“, che in effetti riuscì a tradurre le parole criptate, almeno fino a quando i tedeschi non migliorarono ulteriormente Enigma. La guerra era però iniziata e tutta la documentazione venne trasferita agli inglesi. Quello che successe dopo è storia, il cui mito venne ampliato dai numerosi film sull’argomento.
Fu creato un grande centro di ricerche a Bletchey Park, dove grandi matematici come Alan Turing riprogettarono Bomba, fino a costruire una macchina che riusciva a leggere il testo in chiaro: la famosa “Ultra“. Tuttavia, gli inglesi avevano bisogno di recuperare i cifrari della versione navale di Enigma e nel 1940 venne effettuata una grande operazione di spionaggio, proposta da un membro dell’Ammiragliato Britannico che diventerà famoso: Ian Fleming, il padre letterario dell’agente 007.
Nel 1941 la Marina Inglese riuscì finalmente a mettere le mani su un apparato Enigma intatto e sui codici di cifratura catturando un U-Boot che stava attaccando un convoglio nell’Atlantico (si veda il film U-571 con Matthew McConaughey): da quel momento in poi le comunicazioni tedesche non avrebbero più avuto segreti e gli studi effettuati avrebbero portato al primo elaboratore elettronico, “Colossus“.
Ma veniamo ai giorni nostri. Durante il mese scorso, il gruppo di subacquei di Submaris si è immerso nella baia di Geltinger, situata nello Schleswig-Holstein, nel nord della Germania, ai confini con la Danimarca. Si tratta di un team di ricercatori di base a Kiel, che realizza una serie di progetti in collaborazione con le università, le agenzie governative, i media e le organizzazioni ambientali.
“La scoperta in questo grigio giorno di novembre – ha dichiarato il dottor Florian Huber, ricercatore e archeologo subacqueo che guida il team – è stata tanto inaspettata quanto spettacolare. In realtà, eravamo nel Baltico per conto del WWF, al fine di individuare ed eliminare le reti fantasma. Quando siamo usciti dall’acqua, il nostro collega Michael Sswat ha detto di aver trovato una vecchia macchina da scrivere intrappolata in una rete”.
“Alcuni giorni dopo – ha ricordato Huber – siamo tornati sul posto e l’abbiamo recuperata. Una volta a bordo ci siamo resi conto di cosa fosse. Una macchina Enigma risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Per noi, è stato un giorno che non dimenticheremo in fretta”.
Nella notte fra il 4 e il 5 maggio 1945 circa 50 sottomarini tedeschi vennero fatti affondare nella baia dai loro stessi marinai: la guerra era ormai perduta e non volevano che gli U-Boot finissero nelle mani del nemico. I battelli furono poi sollevati dal fondo e demoliti tra il 1948 e il 1957: probabilmente la macchina proveniva da uno di essi. C’è, però, un ultimo mistero. La macchina recuperata aveva tre rotori di codifica (elemento tipico delle versioni di superficie) e non i quattro della tipologia utilizzata abitualmente dagli U-Boot.
Dopo aver trascorso 75 anni sul fondo del mare, la macchina Enigma ritrovata è stata quindi portata nei laboratori del Museo di Archeologia del Castello di Gottorf, nello Schleswig-Holstein, dove verrà restaurata, per poi essere esposta al pubblico. Un ringraziamento speciale va al dottor Huber e ai subacquei di Submaris per la gentile concessione dell’utilizzo delle fotografie del ritrovamento di Enigma.
Argomenti: #subacquea, Daily Nautica