L’appello del WWF alle Nazioni Unite: “Proteggere le autostrade delle balene”
Lo studio "Protecting Blue Corridors" ha analizzato le tracce satellitari di 1000 balene migratorie in tutto il mondo, utilizzando i dati provenienti da 30 anni di ricerche
Lo studio "Protecting Blue Corridors" ha analizzato le tracce satellitari di 1000 balene migratorie in tutto il mondo, utilizzando i dati provenienti da 30 anni di ricerche
Il WWF (World Wildlife Fund), in collaborazione con oltre 50 gruppi di ricerca appartenenti a Università di tutto il mondo, ha da poco pubblicato un importante rapporto che offre il primo sguardo completo sulle migrazioni delle balene e sulle minacce che devono affrontare per attraversare gli oceani.
Lo studio, intitolato “Protecting Blue Corridors“, ha analizzato le tracce satellitari di 1000 balene migratorie in tutto il mondo, utilizzando i dati provenienti da 30 anni di ricerche. Il risultato delinea come questi magnifici animali stiano incontrando minacce multiple e crescenti nei loro habitat oceanici critici, ovvero le aree in cui si nutrono, si accoppiano, partoriscono e allattano i piccoli. I pericoli, poi, non cessano durante le migrazioni che compiono ogni anno e che possono raggiungere migliaia di chilometri.
Secondo Chris Johnson, global lead per la conservazione di balene e delfini al WWF, “gli impatti cumulativi delle attività umane, tra cui la pesca industriale, il passaggio delle navi, l’inquinamento chimico, plastico e acustico, la perdita di habitat e il cambiamento climatico stanno creando un percorso ad ostacoli pericoloso e a volte fatale. Con la pesca intensiva si stima che vengano uccisi circa 300 mila esemplari all’anno di mammiferi marini tra balene, delfini e focene. Quello che è peggio è che questo fenomeno avviene dall’Artico all’Antartico”.
Lo studio riporta come 6 delle 13 specie di grandi balene siano ora classificate da parte dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come in via d’estinzione o vulnerabili, anche dopo decenni di protezione dalla caccia commerciale. All’apice di questa classifica negativa si trova la balena franca nordatlantica, che migra tra il Canada e gli Stati Uniti e della quale rimangono solo 336 esemplari, il numero più basso da quando è iniziato lo studio accurato della specie vent’anni fa.
Il WWF sottolinea come la protezione dei “corridoi blu”, le autostrade in cui si muovono le balene, richieda un nuovo tipo di approccio, in cui è necessaria una forma di cooperazione locale ma anche a livello internazionale. Per questo si rivolge alle Nazioni Unite, che stanno svolgendo delle trattative per una cooperazione tra gli Stati finalizzata alla gestione delle acque in alto mare, quelle che vanno al di là delle varie giurisdizioni nazionali.
I vantaggi ottenuti dalla protezione di questi magnifici animali sono molteplici: dalla salute dell’ambiente marino e degli oceani al valore commerciale di un turismo legato al Whale watching. Il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato che il valore di una grande balena è di 2 milioni di dollari. Moltiplicato per le balene viventi, parliamo di un trilione di dollari, cioè un milione di bilioni. Magari questa volta sarà il denaro a muovere le buone intenzioni. Per saperne di più, è possibile visitare il sito del WWF dedicato alle balene.
Fonti foto: WWF, Wikipedia
Argomenti: Daily Nautica
Buon giorno: mi piace il soprascritto articolo,inteligente scientifico,indicativo sulla strada da seguire per la salvaguardia delle balene. Mi rammarico che un po’ di questa sapienza non sia spesa per gli umani. Capisco l’interesse per la vita e la nutrizione delle balene. Ci vorrebbe un po’ molta attenzione anche per noi umani. Qualcuno studii il problema ed apra la conoscenza al popolo, parlo della pesca a strascico e le reti di dircuizione per la pesca alle acciughe e sardine. Lo strascico distrugge l’abitat dei fondali e uccide tonnellate di piccoli pesci che vengono ributtati in mare dopo morti. ed ore scopriamo che lo stato (complice) rifornisce i disel dei pescherecci a euri 040 al litro mentre noi pagavamo 1,70. per le acciughe, sul mercato quando ci sono: troviamo quasi sempre piccole acciughe non ancora adulte, non hanno deposto uova. con questo ritmo ancora pochi anni e si esaurisce la specie. Addio pesce nel mediterraneo. Qualcuno puo’ AIUTARCI.