Perché si chiama “Isola dei Serpenti”

Secondo la tradizione, vi sarebbe sepolto l’eroe omerico Achille. Di serpenti invece, non ce n'è nemmeno uno

Perché si chiama “Isola dei Serpenti”

Perché si chiama “Isola dei Serpenti”

Secondo la tradizione, vi sarebbe sepolto l’eroe omerico Achille. Di serpenti invece, non ce n'è nemmeno uno

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La guerra in Ucraina ha portato prepotentemente all’attenzione dei media l’Isola dei Serpenti. Se ne parla, purtroppo, solo in termini di guerra. L’isola infatti, data la sua posizione ad una ventina di miglia nautiche dalle martoriate coste ucraine, proprio davanti alla foce del Danubio, è di fondamentale importanza per il controllo del mar Nero. Ed è inoltre situata in una zona ricca di giacimenti di petrolio e di gas naturali.

Ma l’isolotto, ampio poco più di 75 ettari (100 campi da calcio), ha una storia antica come l’Iliade. Secondo lo storico romano Plinio il Vecchio, nell’isola si troverebbe un tempio che nasconde la tomba dell’eroe omerico Achille. L’isola infatti era chiamata dai romani “Achillis”, l’isola di Achille. Da sottolineare che l’isola era strategica anche per la marina romana esattamente per i motivi per cui oggi lo è per la Russia: il controllo dei commerci di una terra che forniva (all’epoca) grano a tutto l’Impero.

Plinio, nei suoi scritti, riprende una leggenda diffusa nel poema greco Etiopide del VII sec. A.C., dove si racconta che il Pelide Achille, colpito a morte dalla freccia scoccata da Paride nel suo unico punto mortale, il tallone, andò a morire proprio nella nostra isola, dove i suoi fedeli soldati mirmidoni gli edificarono la tomba. 

In seguito l’isola ebbe altri nomi, primo tra tutti “isola bianca”, il colore con il quale appare ai naviganti, priva com’è di vegetazione. Il nome attuale “Yılan Adası”, ovvero “isola dei serpenti”, gli venne dato dai marinai ottomani che la evitavano come la peste in quanto era piena di bisce acquatiche. Nome poi ripreso dai rumeni, “Insula Șerpilor”, e dagli ucraini, “Острів Зміїний”. 

Sul come delle bisce acquatiche, che prediligono gli ambienti lacustri, siano capitate in mezzo al mare, possiamo fare solo delle supposizioni. Secondo alcuni naturalisti questi serpenti provenivano dalla foce del Danubio e avrebbero raggiunto l’isola aggrappati a dei rami d’albero o a dei cespugli e finirono per colonizzare l’isolotto dove non avevano nemici naturali. Usiamo i verbi al passato perché oggi, di serpenti nell’isola che porta il loro nome, non c’è più neppure l’ombra.

In epoca sovietica, l’isolotto, che prima ospitava solo una persona, il guardiano del faro, fu colonizzato da una compagnia di ricerca petrolifera dell’Urss per valutare la possibilità di estrarre il greggio. I sovietici fecero piazza pulite di tutte le speci animali presenti nell’isola, i serpenti per primi. Furono costruite delle case per i tecnici e l’isola dei Serpenti arrivò ad ospitare una popolazione di ben 100 anime. Non ci è dato di sapere se, nei lavori di costruzione, furono trovate tracce della tomba del Pelide Achille.

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