La riduzione del ghiaccio artico e i suoi effetti sul clima
Uno studio ha dimostrato che la quantità decrescente di ghiaccio marino presente nell’Artico avrà un effetto dannoso sul clima molto più evidente di quanto si ritenesse in precedenza
Uno studio ha dimostrato che la quantità decrescente di ghiaccio marino presente nell’Artico avrà un effetto dannoso sul clima molto più evidente di quanto si ritenesse in precedenza
Ormai siamo abituati a sentire parlare di cambiamenti climatici e di riscaldamento globale. Purtroppo questi fenomeni stanno avvenendo ad una velocità impressionante e non siamo in grado di calcolarne esattamente gli effetti a lungo termine. Uno studio, da poco pubblicato sulla rivista Nature, ha dimostrato che la quantità decrescente di ghiaccio marino presente nell’Artico avrà un effetto dannoso sul clima molto più evidente di quanto si ritenesse in precedenza.
Questi studi sono stati condotti da Jiechun Deng e Aiguo Dai dell’Università di Albany, che hanno utilizzato complessi sistemi matematici per valutare le possibili evoluzioni. In particolare, hanno usato due nuovi modelli di evoluzione climatica, inserendo dati di osservazione pubblicamente disponibili. Nel primo hanno simulato un cambiamento annuale del ghiaccio marino artico, nel secondo la copertura è stata mantenuta costante.
La scoperta è stata molto importante, perché dimostra l’interazione tra le masse di aria e il ghiaccio marino, che svolge così un ruolo fondamentale nella regolazione del clima. “Attraverso il nostro studio – afferma il dottor Aiguo Dai – abbiamo dimostrato per la prima volta che le fluttuazioni nelle interazioni mare/ghiaccio/aria possono amplificare notevolmente le variazioni climatiche multi-decennali non solo nell’Artico ma anche in tutto il Nord Atlantico”.
“Mentre lo scioglimento del ghiaccio marino artico continua – sottolinea il dottor Dai – è probabile che i suoi impatti si faranno sentire ancora di più nei prossimi decenni e non solamente nell’area soggetta a studi ma anche in altre regioni del mondo. Questo perché le anomalie delle temperature della superficie del mare nell’Atlantico del Nord possono influenzare i modelli di circolazione atmosferica in Europa, Nord America, Africa occidentale e Sud America, portando a variazioni di temperatura e precipitazioni estreme in queste regioni”.
Per chi volesse approfondire lo studio, che è davvero complesso per chiunque non sia avvezzo all’argomento, è disponibile al seguente link.
Se invece siete dei semplici curiosi e appassionati di mare e dell’ambiente come sono io, il succo è purtroppo semplice: si tratta di un pericolo gigantesco, visto che la variazione atmosferica andrebbe a incidere sulle correnti oceaniche, sul trasporto di energia verso i poli, sull’interazione con le masse d’aria e sul clima di mezzo globo.
Fonte foto: Wikipedia
Argomenti: Daily Nautica