Le più grandi aree marine protette del mondo

Attualmente le aree marine protette rappresentano il 6,35% della superficie degli oceani

19 July 2022 | di Paolo Ponga
Mare di Ross

Le aree marine protette sono regioni degli oceani riservate alla conservazione a lungo termine della fauna marina che ci vive. Non ci sono regole univoche per la loro creazione, né criteri ufficiali per la loro gestione.

Una sola cosa è sicura: al di là della creazione di un’AMP, la parte difficile è la sua protezione, specie se riguarda Paesi in via di sviluppo o aree oceaniche lontane dalla terraferma. Un conto, infatti, è stabilire dei divieti, un altro è farli rispettare. Per esempio, fermare la forma di pirateria che rappresenta la pesca illegale è estremamente difficile.

Attualmente le aree marine protette rappresentano il 6,35% della superficie degli oceani. Un buon risultato? Sicuramente no, alla luce della Convenzione sulla diversità biologica firmata da 150 leader mondiali al Vertice della Terra a Rio nel 1992, che impegnava gli Stati aderenti a raggiungere la percentuale del 10% entro il 2020.

Nel 2014, invece, all’IUCN World Parks Congress gli scienziati hanno addirittura raccomandato una copertura globale di AMP no-take (con attività di pesca vietate) del 30%. Quindi, siamo davvero lontani da questo obiettivo.

Delle aree esistenti, l’80% appartiene a sette Paesi, ovviamente quelli più industrializzati, il 72% della superficie globale protetta appartiene a 36 aree diverse, mentre la maggior parte copre zone molto, molto piccole. Ma quali sono le AMP più grandi del mondo?

Il Mare di Ross

Il Mare di Ross, con i suoi 2.040.000 kmq, è pari al 9,3% dell’area protetta globale. Il 28 ottobre 2016 la Commissione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide, formata dall’Unione Europea e altri 24 Paesi, ha raggiunto, dopo cinque anni di trattative, un’intesa per l’istituzione di una riserva marina nel Mare di Ross. Parliamo di una superficie pari alla somma di quelle della Spagna e della Francia. L’area protetta è diventata attiva a partire dal dicembre 2017 e lo sarà per i prossimi 35 anni. Comprende una zona con divieto assoluto di pesca e un’altra in cui è consentita solo a scopo di ricerca.

Le Hawaii nordoccidentali statunitensi

Le Hawaii nordoccidentali statunitensi o Papahanaumokuakea hanno una superficie di 1.510.000 kmq, pari al 6,9% dell’area protetta globale. La grande area marina protetta è divisa in due zone: una centrale, decisa dal presidente americano Bush nel 2006, che ha una rigorosa politica di divieto, e una esterna nominata nel 2016, dove sono consentite le pratiche native e le attività di ricerca. Protegge 22 specie in via di estinzione, fra cui alcune tartarughe, l’anatra di Laysan e la foca monaca hawaiana.

Il parco naturale del Mar dei Coralli

Il parco naturale del Mar dei Coralli, creato dai francesi, misura 1.290.000 kmq, pari al 5,9% dell’area protetta globale. Questo enorme parco marino, che si estende al largo della Nuova Caledonia, è stato creato nel 2014 ma viene fortemente criticato per essere un “parco sulla carta“, ovvero per la mancanza di controlli sulla sua salvaguardia.

Il Pacific Remote Islands Monument

Il Pacific Remote Islands Monument (Stati Uniti) ha un’estensione di 1.270.000 kmq, pari al 5,89% dell’area protetta globale. Si trova nel Pacifico centrale e comprende 7 isole e atolli. Creato da Bush nel 2006, è stato ampliato da Obama nel 2014. Le barriere coralline di quest’area hanno un’incredibile biodiversità e i pendii dei vulcani, che scendono a strapiombo verso gli abissi, vedono il passaggio di un numero pazzesco di pesci.

La Georgia del Sud e le isole Sandwich

La Georgia del Sud e le isole Sandwich (Regno Unito) misurano 1.210.000 kmq, pari al 5,5% dell’area protetta globale. Questa AMP nell’Oceano Antartico è stata istituita dal governo britannico nel 2012, per poi venire ampliata successivamente. Attualmente copre una superficie pari a cinque volte la Gran Bretagna.

Il Mar dei Coralli australiano

Il Mar dei Coralli australiano, con i suoi 989.000 kmq, è pari al 4,5% dell’area protetta globale. Sito a nord-est dell’Australia, comprende una grandissima biodiversità, con diverse specie di tartarughe, ed è zona di migrazione delle megattere. Protetto dalla pesca industriale, il parco è però soggetto ai cambiamenti climatici e allo sbiancamento dei coralli.

Le Isole Pitcairn

Le Isole Pitcairn (Regno Unito) si estendono per 832.000 kmq, pari al 3,8% dell’area protetta globale. Sono 4 isole vulcaniche, abitate da circa 50 persone in tutto, in una delle zone più remote del pianeta, nonché ovviamente una delle più incontaminate. Qui il controllo sulle attività di pesca illegale avviene anche tramite un sistema satellitare.

Tristan da Cunha

Tristan da Cunha (Regno Unito) misura 697.000 kmq, pari al 3,1% dell’area protetta globale. È un gruppo di isole vulcaniche in mezzo all’Atlantico meridionale, a 2800 km da Città del Capo e a 4000 km dalle Falkland. Istituita dagli inglesi nel 2020, è la più grande area interdetta alla pesca di questo oceano.

Le Terre Australi Francesi

Le Terre Australi Francesi (Francia) comprendono una superficie di 660.000 kmq, pari al 3% dell’area protetta globale. Dell’AMP, creata nel 2006, fanno parte le isole Crozet e le Kerguelen o Isole della Desolazione. Si trovano tra il Madagascar e l’Antartide e sono abitate in maniera permanente da meno di un centinaio di persone tra membri della Marina francese e scienziati.

Il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano

Il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano si estende per 638.000 kmq, pari al 2,9% dell’area protetta globale. È un’area marina protetta molto controversa: i residenti delle isole Chagos erano stati sgomberati con la forza negli anni Sessanta e l’isola più grande, Diego Garcia, era stata affittata agli Stati Uniti per creare una grande base militare. La creazione dell’AMP nel 2010 è stata ritenuta dagli esuli un nuovo pretesto per tenerli lontani. Contemporaneamente Mauritius rivendica le isole come proprie. Nessuno sa come andrà a finire.

 

Fonte foto Mare di Ross: Wikipedia

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