Ci sono lepri che vivono nel mare
Un tuffo nel mondo sommerso del mollusco che vola sott’acqua
Un tuffo nel mondo sommerso del mollusco che vola sott’acqua
Conosciute dal grande pubblico anche con il nome di monache, le lepri di mare sono molluschi gasteropodi nudibranchi con alle spalle un importante processo evolutivo, le cui dimensioni raggiungono i 30 centimetri. Raccontiamo di loro perché sono delle creature davvero affascinanti, a tratti misteriose e poco conosciute, nonostante il primo avvistamento in Italia risalga a circa vent’anni fa, nelle vicinanze dell’isola di Lampedusa.
Questi molluschi attirano l’attenzione degli appassionati di biologia marina ma anche di semplici curiosi per la loro incredibile capacità di movimento, disinvolto e fluente, a dispetto di quell’aspetto tanto goffo e molle che li caratterizza. Si tratta di una specie aliena dalle nostre parti, proprio come il tanto chiacchierato granchio blu, che, volteggiando nelle profondità delle acque o, meno romanticamente, viaggiando attraverso la sentina di qualche grande nave, dall’oceano ha raggiunto le coste del Mar Mediterraneo.
Dove possiamo incontrare le lepri di mare?
Le lepri di mare popolano vaste zone dell’Oceano Atlantico e le acque tropicali ma, con un po’ di fortuna, possiamo trovarle anche nei nostri mari, specie in zone costiere temperate, più ricche di vegetazione come alghe, posidonie e altra flora marina, fino a 25/30 metri di profondità. La scelta di questo tipo di habitat è dovuta al fatto che si tratta di una specie erbivora che è solita cibarsi di fanerogame marine (Zostera) e alghe verdi (Ulva) ma non disdegna altre tipologie di alghe, come quelle rosse o brune. Abbondante cibo e nascondigli rappresentano senza dubbio una maggiore garanzia di sopravvivenza e riproduzione.
Come facciamo a riconoscerle?
L’alimentazione gioca un interessante ruolo sulla colorazione degli esemplari di lepre, che solitamente si presentano neri, mentre altre volte con sfumature di colore che vanno dal marrone chiaro al rosso. Possiedono sul dorso una conchiglia trasparente estremamente fragile, hanno un corpo morbido, allungato e informe, simile a quello di una grande lumaca, e l’estremità posteriore è fornita di un “piede” ben pronunciato. Frontalmente, in prossimità della bocca, sono invece munite di due tentacoli dalla forma irregolare definiti cefalici e di altri due chiamati rinofori. Questi ultimi sono dei chemiorecettori estremamente sensibili, che permettono ai molluschi di recepire anche gli odori più flebili: oblunghi e un po’ ritorti, ricordano decisamente le orecchie di una lepre terrestre.
L’intero corpo è ricoperto da una sorta di “mantello” che fluttua durante il movimento. Sebbene esso sia parte del piede del mollusco e rappresenti uno strumento fondamentale per nuotare, evoca la veste di una monaca, da cui trae il suo nome popolare. Le lepri si muovono nell’acqua quasi sempre di notte e con estrema grazia, compostezza e agilità, attraverso due piccole pinne laterali simili ad ali, i parapodi. Conducono una vita tranquilla e riservata proprio come quella di una monaca e, tra uno spostamento e l’altro, queste creature schive e affascinanti sono solite vivere attaccate alle rocce o sul fondale, che brucano appallottolandosi in un ammasso informe per non farsi predare.
Riproduzione
È una specie ermafrodita insufficiente, il che significa che per riprodursi in natura necessita di un partner, e simultanea, ovvero ogni lepre possiede sia gli organi sessuali femminili che quelli maschili. Ne consegue la possibilità di fecondarsi vicendevolmente. La riproduzione avviene solitamente in primavera: dopo l’accoppiamento le uova, deposte in caratteristici cordoni gelatinosi di colore giallastro detti “spaghetti di mare”, vengono liberate in acqua e, se resistono alle correnti scampando un triste destino in battigia, si attaccano al substrato marino.
Anche la lepre di mare ha le sue virtù
Molti di noi non sono a conoscenza del fatto che il mollusco oggetto del nostro interesse abbia trovato nel tempo ampio utilizzo in campo neuroscientifico, con particolare riferimento alle ricerche in tema di memoria e apprendimento: il sistema nervoso relativamente elementare della lepre di mare si è rivelato infatti di grande utilità. Oggetto di curiosità e interesse è anche la sua considerevole abilità di rigenerazione, essendo capace di riprodurre le parti del corpo perdute o danneggiate a seguito, per esempio, dell’attacco di predatori.
Curiosi aneddoti sulle lepri di mare
In passato le credenze legate alle lepri di mare erano diffuse. In alcune zone del Mediterraneo si diceva che un semplice contatto potesse provocare gravi intossicazioni, fino a causare la morte. Altri credevano che potesse indurre la perdita dei capelli: non a caso la nomenclatura ufficiale è Aplysia depilans. Era inoltre diffusa la convinzione che fosse un pericoloso animale carnivoro, capace di cibarsi di carne umana. Ma non temete! Come sappiamo, sono una specie erbivora e nulla di tutto ciò ha un fondamento scientifico. Sono molluschi come altri e non possiedono misteriose proprietà.
Tuttavia, si distinguono da alcuni “colleghi” invertebrati perché celano una particolare arma segreta: una temibile secrezione vischiosa che può rivelarsi molto utile in caso di pericolo. Si tratta di una produzione chimica chiamata “opalino” che la lepre di mare utilizza per difendersi dagli attacchi. Una sorta di “salvavita” capace di confondere i predatori (quasi sempre pesci o aragoste) e dare ai nostri cari molluschi il tempo di mettersi in salvo. Qualora questo strumento di difesa non andasse a buon fine, le lepri hanno un interessante “piano B”: se catturate, secernono dal loro corpo un caratteristico inchiostro di colore viola, il cosiddetto “ink“, che viene rilasciato una volta intrappolate tra le fauci del loro aguzzino allo scopo di offuscare i ricettori sensoriali del predatore.
Gli strumenti di difesa a sua disposizione rendono la lepre una creatura solo apparentemente innocua e capace di proteggersi in numerose situazioni. La riprova degli effetti di opalino e inchiostro su altri animali si è osservata in varie occasioni sulla terraferma. Vi sarà senz’altro capitato di vedere carcasse di animali marini sulla battigia e sarà accaduto altrettanto spesso che i vostri cani, sguinzagliati per una corsa liberatoria in spiaggia, siano stati attratti dagli olezzi a noi poco graditi che esse emanano e furtivamente abbiano “grufolato” quell’appetibile bocconcino. Ebbene, nel caso si sia trattato di una lepre, una corsa dal veterinario è stata sicuramente necessaria per sopperire al grave malessere e salvare la vita dell’amato animale domestico. In alcune culture, poi, questa eccezionale attitudine alla resilienza ha reso le lepri di mare un autentico simbolo di forza e adattabilità.
La lepre in cucina
Per chi non si accontentasse di ammirare questi affascinanti animaletti sott’acqua ma desiderasse apprezzarne le qualità su una tavola imbandita, ebbene a quanto pare la lepre di mare può essere mangiata. In effetti, con opportuni accorgimenti mirati a privare le sue carni delle sostanze tossiche, il nostro mollusco si presta a essere cucinato e risulta il gustoso protagonista di ricette semplici e interessanti. Avreste mai immaginato di poter assaggiare un prelibato spaghetto con sugo di lepre di mare e datterini?!
Priscilla Baldesi