The Ocean Race e Genova Process: gli Innovation Workshop per la salvaguardia degli oceani

Gli Innovation Workshop hanno la finalità di elaborare idee e proposte per giungere alla stesura di una bozza di principi per la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Oceani

3 December 2022 | di Redazione Daily Nautica

The Ocean Race, la più importante e impegnativa regata d’altura in equipaggio intorno al mondo, non rappresenta solamente una prestigiosa competizione sportiva ma lancia anche un messaggio per la salvaguardia degli oceani, che diventa parte integrante della gara.

Il Genova Process, infatti, costituisce un percorso ambizioso, lungo ed articolato, parallelo al giro del mondo in barca a vela, promosso in sinergia tra il Comune di Genova e The Ocean Race, che si concretizza in una serie di Innovation Workshop che hanno la finalità di elaborare idee e proposte, implementate con il contributo collettivo di esperti di tutti i Paesi del mondo nell’ambito del diritto, delle scienze oceaniche, della diplomazia e dello sport, per giungere alla stesura di una bozza di principi per la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Oceani.

La carta dei principi sarà presentata a Genova in occasione del Grand Finale della The Ocean Race, dal 24 giugno al 2 luglio 2023, e verrà consegnata all’Assemblea delle Nazioni Unite nel settembre 2023. The Ocean Race ha lavorato oltre un anno per costruire una rete di sostegno e di collaborazione sul tema, attraverso gli Ocean Race Summit, sviluppati in collaborazione con 11th Hour Racing, premier partner di The Ocean Race.

Si tratta di una serie di eventi di alto livello con la partecipazione di personalità di spicco in ambito internazionale, titolate, ciascuna nel proprio settore di competenza, per offrire spunti di riflessione sui diritti degli oceani, che vengono poi raccolti, analizzati e approfonditi con esperti di diritto internazionale e diplomatici negli Innovation Workshop, che costituiscono il Genova Process.

L’ultimo Innovation Workshop si è svolto a Genova il 5 dicembre e si inserisce all’interno di un ciclo di 12 summit, il primo dei quali si è tenuto proprio nel capoluogo ligure lo scorso 28 marzo per analizzare i risultati del “The Ocean Race Summit Seychelles” del 21 marzo, che ha posto le basi di partenza dei lavori: la mancanza di governance, la protezione degli oceani, il cambiamento climatico e la lotta all’inquinamento.

Dall’Innovation Workshop dello scorso marzo ci sono state riunioni bisettimanali, un summit a Stoccolma, un Innovation Workshop a Cascais e quattro eventi alla United Nations Ocean Conference di Lisbona. A seguire si terranno altri appuntamenti ad Alicante, Capo Verde e, durante il Grand Finale, è in programma a Genova l’ultimo Ocean Summit per la scrittura finale della bozza da portare all’ONU.

The Ocean Race sta lavorando a stretto contatto con due organizzazioni specializzate nei diritti della natura, Earth Law Center e Nature’s Rights, insieme al professor Antonio Di Natale, biologo marino e consulente scientifico sulle questioni oceaniche. Visionaria è la partnership con 11th Hour Racing, organizzazione filantropica che lavora all’interno delle comunità veliche, marittime e costiere per proteggere e ripristinare, attraverso pratiche ecosostenibili, la condizione degli oceani.

L’organizzazione promuove, infatti, la tutela degli oceani nell’ambito della The Ocean Race con una serie di iniziative su più fronti: dalla convocazione degli Ocean Race Summit alla collaborazione con esperti e team velici per testare l’uso di sistemi di energia rinnovabile all’avanguardia a bordo delle imbarcazioni, fino allo studio delle modalità con cui i team, attraverso il programma scientifico di bordo, potranno partecipare alla raccolta di dati oceanografici e sulle microplastiche durante la regata.

La sostenibilità vale anche in gara perché The Ocean Race partecipa all’iniziativa internazionale del mondo dello sport “Race to Zero“, mirando a dimezzare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030 e a raggiungere le emissioni zero entro il 2040. The Ocean Race ha lanciato  anche  “Ocean Blue Voice“, una petizione online, che sarà sottoscrivibile anche durante la regata negli Ocean Live Park delle città di tappa, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di degrado dei mari e sulla necessità di dare sostegno ai diritti dell’oceano.

La campagna si concentra sulla raccolta di consensi da parte dell’opinione pubblica, in modo che la voce di ognuno, insieme a tante altre voci provenienti da tutto il mondo, possa difendere gli oceani all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove la petizione verrà presentata insieme alla bozza dei principi, in modo da creare una proposta forte e universalmente condivisa sotto molteplici aspetti da sottoporre all’attenzione dei Paesi membri.

L’iniziativa, denominata “Correre per uno scopo“, si pone l’obiettivo di ottenere un approccio globale alla protezione degli oceani, unendo le forze e collaborando affinché la voce collettiva diventi la voce dell’oceano e possa arrivare con decisione alle orecchie di chi prende le decisioni a livello mondiale.

L’oceano attualmente non ha voce, né difensori, e i suoi diritti vengono violati e ignorati perché non si tratta di un’entità giuridica. Conferire all’oceano l’entità legale di soggetto giuridico lo renderebbe titolare di un diritto e della relativa protezione. Ad oggi esistono leggi sul diritto della natura e del mare ma esaminate e codificate dalla prospettiva dell’uomo e dei suoi bisogni, non come un’opportunità per proteggere l’oceano attraverso un’attuazione concreta delle leggi in un quadro globale di tutela.

Nonostante la protezione dei mari sia inserita tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e rientri nel programma d’azione dell’Agenda 2030, il ruolo dell’oceano non sembra essere ancora adeguatamente compreso e valorizzato da parte del mondo economico, sociale e giuridico e la salvaguardia degli oceani è agli ultimi posti nella lista delle priorità mondiali.

Solamente una parte di coloro che hanno a che fare in via diretta con le risorse marine e che da esse dipendono, sembra avere cominciato a comprendere che le proprie attività possono condizionare e danneggiare la salute di questi habitat naturali. Al contrario, chi ha un contatto indiretto sembra essere molto lontano da una presa di coscienza delle proprie responsabilità e da una percezione reale del proprio impatto sull’oceano.

La protezione dell’ambiente marino svolge un ruolo cruciale per la salute della Terra e l’oceano, origine e motore di tutta la vita del pianeta, non può essere visto ed utilizzato solamente come una risorsa da cui attingere illimitatamente e da sfruttare senza rispetto. Gli oceani coprono il 70% della superficie della Terra, producono più ossigeno della foresta amazzonica, rappresentano il maggior serbatoio di anidride carbonica del pianeta, governano la termoregolazione del clima, puliscono l’aria, nutrono il mondo e ospitano milioni di specie animali e vegetali.

Ma, nonostante la primaria importanza che rivestono per l’umanità, vengono continuamente messi in pericolo dalle emissioni di carbonio, dalla quantità esponenziale di plastica galleggiante, dalle fuoriuscite di petrolio e dalla pesca indiscriminata.

Obiettivo principale di The Ocean Race e del Genova Process è una forte e concreta sensibilizzazione nei confronti della sostenibilità, una visione comune incentrata sulla salvaguardia degli oceani, un intervento concreto supportato da una consapevole presa di coscienza collettiva, approfittando dell’impatto dell’onda comunicativa che la parte sportiva della regata oceanica porta con sé.

 

Cristina Ghio

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