Prima un fulmine, poi il cortocircuito. Barca a vela prende fuoco in porto a Lavagna
Principio di incendio a bordo di una barca a vela che si trova in secca al porto di Lavagna. A bordo due persone che stavano riparando l’impianto elettrico, danneggiato da un fulmine alcune settimane prima
Principio di incendio a bordo di una barca a vela che si trova in secca al porto di Lavagna. A bordo due persone che stavano riparando l’impianto elettrico, danneggiato da un fulmine alcune settimane prima
Non c’è pace per una barca a vela che si trova nel porto di Lavagna. Ad agosto, durante un violento temporale, venne colpita da un fulmine mentre si trovava in navigazione. Ora che è stata messa a secco per gli interventi di fine stagione, si stava lavorando proprio per riparare l’impianto elettrico, danneggiato dalla saetta. Ma durante le operazioni, probabilmente per un cortocircuito, la barca ha preso fuoco.
E’ successo nella mattinata di martedì 1° ottobre, quando un principio di incendio si è sviluppato a bordo dell’imbarcazione, che si trovava a secco, in un’area di cantiere del porto di Lavagna. Le fiamme sono state spente grazie all’intervento di personale del locale distaccamento della Guardia Costiera e dei vigili del fuoco.
A lanciare l’allarme, intorno alle 10,30, attraverso il numero unico per le emergenze, sono state proprio le due persone che si trovavano a bordo dell’unità. Ascoltati dalle forze dell’ordine, i due hanno spiegato che erano intenti a controllare l’impianto elettrico, parzialmente compromesso da un fulmine che avrebbe colpito il mezzo nautico ad agosto, mentre si trovava in navigazione.
Secondo quanto riferito dai vigili del fuoco, l’incendio sarebbe stato causato da un cortocircuito, originatosi nel quadro elettrico della cabina di prua, che al momento dell’evento era alimentata da corrente di terra. Non risultano danni a persone o cose. L’Ufficio locale marittimo di Lavagna ha comunque avviato l’inchiesta amministrativa prevista dal Codice della navigazione, per accertare la dinamica dell’evento.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica
Per correttezza di informazione è necessario segnalare che l intervento immediato è stato effettuato da personale presente della ditta di alaggi coadiuvati dalle pompe antincendio di un imbarcazione ormeggiata nelle vicinanze e dal suo equipaggio e dopo pochissimi minuti sono intervenuti i vigili del fuoco che con la professionalità che li contraddistingue hanno spento l incendio. Altri soggetti non sono intervenuti direttamente. Dire che le fiamme sono state spente grazie all intervento dell distaccamento locale della guardia costiera non orrisponde a realtà.
Che sfortuna. Mi stupisce la cura con cui non si dice il nome della barca, sembra quasi che si voglia aiutare l’attuale proprietario a venderla sebbene danneggiata.
Alcuni in porto lasciano sempre l’impianto in tensione da terra anche quando sono assenti per ricaricare le batterie. A me sembra che sia una pratica molto pericolosa che sarebbe bene vietare, anche per tutela delle barche ormeggiate vicino
Due sole ipotesi possibili: sfiga o incompetenza…….
Mi chiedo (da elettricista-elettronico che lavora su imbarcazioni): perché era sotto tensione il quadro di una barca il cui impianto elettrico era stato danneggiato da un fulmine e sulla quale si stava lavorando per il ripristino (immagino preceduto da una ricognizione dell’estensione dei danni)?