Il coltello subacqueo. Quale scegliere, come usarlo e perché portarlo sempre con noi sott’acqua
Trucchi e segreti di un attrezzo spesso trascurato ma indispensabile per la nostra sicurezza in immersione
Il coltello subacqueo. Quale scegliere, come usarlo e perché portarlo sempre con noi sott’acqua
Trucchi e segreti di un attrezzo spesso trascurato ma indispensabile per la nostra sicurezza in immersione
Diciamo subito a cosa non serve e come non lo si deve usare. Per prima cosa, il coltello subacqueo non va mai estratto dalla fondina quando si è in superficie. Non ci si gioca (ci si potrebbe far male), non lo si usa per passare il tempo intagliando il legno e neppure per raschiare le cozze o tagliare le torte (sì, ho visto fare anche questo!). Se lo adoperate per accorciare le cime o per altri lavori in barca, non lamentatevi se, al momento del bisogno, la lama smussata dall’uso improprio si rivelerà inefficace.
Un coltello ben tagliente, invece, potrà, non dico salvarci la vita, ma toglierci dai guai quando la nostra rubinetteria si impiglierà in una delle sempre più numerose reti abbandonate nei fondali o abbarbicate ai relitti. E’ una situazione che, statisticamente, prima o poi capita a tutti i sub. Non c’è da aver paura ma solo da rimanere calmi.
Ricordiamo che, in un caso come questo, non deve essere il sub impigliato ad agire ma il suo compagno. Spetta a chi è libero estrarre il coltello e liberare dalla rete o dalle lenze l’amico imprigionato come un insetto in una ragnatela. E’ questa la procedura più sicura. Il sub impigliato rischia di impigliarsi ancora di più nel tentativo di liberarsi. Meglio rimanere tranquilli e affidarsi al compagno che può raggiungere meglio la nostra rubinetteria.
Ma un buon coltello può rivelarsi utile anche in tante altre situazioni che troviamo in immersione. Per liberare l’ancora incagliata, ad esempio, nell’esplorazione di relitti, per le attività archeosubacquee o per raccogliere qualche esemplare di organismo sessile – quando consentito! – da regalare all’acquario del vostro club. Non serve invece per “difendersi dagli animali feroci che potremmo incontrare sott’acqua”, come mi è capitato di leggere in qualche sito! Intanto perché l’animale più pericoloso che potremmo trovare sott’acqua siamo sempre noi, homo sapiens. In secondo luogo perché, nell’improbabilissimo caso in cui uno squalo vi scambiasse per una appetitosa foca, vi ci vorrei vedere a difendervi con un coltello!
Vediamo ora qualche consiglio su quale coltello acquistare. Diciamo subito che in commercio se ne trovano molti modelli e tutti affidabili. Varia la grandezza e la percentuale di ferro della lega d’acciaio con cui è realizzato. I coltelli con molto carbonio e poco ferro hanno il vantaggio di non arrugginire ma la lama perde facilmente il filo. Se la percentuale di ferro è maggiore, il coltello sarà più tagliente ed affidabile ma dovremo averne maggior cura e spalmarlo di grasso dopo ogni immersione. Un mio amico ha risolto il problema riempiendo di grasso la fondina e lasciandoci sempre dentro un enorme coltellone ereditato dal padre e risalente alla “preistoria” della subacquea, ai tempi in cui ci si immergeva senza gav. La lama è ancora oggi pulita e taglientissima.
Se invece volete investire qualche euro in più, trovate in commercio degli affidabili coltelli in lega di titanio che non arrugginiscono mai, senza bisogno di ingrassarli. Sono forse un po’ fragili e se li usate come leva si spezzano di sicuro, ma la lama è sempre perfetta e pronta per un taglio chirurgico. In commercio si trovano anche dei coltellini in ceramica che io non prenderei in considerazione proprio per la loro eccessiva fragilità ma certamente tagliano come bisturi. New entry degli ultimi anni sono i coltelli subacquei a serramanico, i cui vantaggi in immersione, vi dico la verità, io proprio non riesco ad immaginare!
Senza voler fare della psicoanalisi da quattro soldi, nella mia carriera di istruttore ho constatato che gli allievi maschi puntano su coltelloni di grandi dimensioni mentre le ragazze preferiscono modelli più piccoli e razionali. Una mia amica, che di “scendere a fare la guerra ai poveri pesci” – come diceva lei – non ne voleva sapere, ha optato per delle speciali forbici subacquee. In effetti servono ottimamente allo scopo e, di sicuro, non rischi di tagliare un’orecchio al tuo compagno cercando di districarlo da una rete!
Dove va sistemata la fondina col coltello? Il posto giusto dove agganciarla è il polpaccio destro – o sinistro, nel caso siate mancini – più vicino alla caviglia che al ginocchio. Mi raccomando, il coltello deve stare dalla parte interna della gamba altrimenti rischiamo di impigliarci nella famosa rete proprio con l’attrezzo che portiamo per liberarci! Un’alternativa alla gamba è il jacket. Ci sono in commercio degli ottimi coltellini poco ingombranti fatti apposta per essere agganciati col manico verso il basso alle spalline del gav o anche al corrugato.
Ultima domanda che mi viene sempre posta dagli allievi più “pacifisti” come la mia amica sopracitata che preferisce le forbici alle lame: è legale possedere, senza permessi, dei coltelli grandi come machete? La risposta è “sì” ma solo se abbinati all’attrezzatura subacquea. Per dirla col legislatore, i coltelli sono “armi improprie e il loro porto è consentito solo per giustificato motivo”, come, per l’appunto, l’attività subacquea. Non potete portarvelo appeso alla cintura quando andate a spasso ma nessuna dogana vi imputerà nulla se imbarcate nella stiva di un aereo il vostro coltellone tra la muta e le pinne. In ogni caso, mi raccomando, non fare la guerra ai poveri pesci!
Argomenti: Daily Nautica