Addio al re della Costa Smeralda: il Principe Karim Aga Khan IV e Porto Cervo
Grazie ad una sua visione geniale e lungimirante, nel 1962 il principe Karim Aga Khan IV decise di acquisire una vasta area nella zona di Arzachena, denominata successivamente Costa Smeralda, dove creò un nuovo borgo che chiamò Porto Cervo
Grazie ad una sua visione geniale e lungimirante, nel 1962 il principe Karim Aga Khan IV decise di acquisire una vasta area nella zona di Arzachena, denominata successivamente Costa Smeralda, dove creò un nuovo borgo che chiamò Porto Cervo
Il 2025, oltre ad essere ricordato per i 650 anni dalla nascita di Michelangelo, sarà ricordato anche per i 60 anni dalla morte di Winston Churchill, i 20 anni dalla scomparsa di Giovanni Paolo II ma anche per la morte di Sua Altezza Reale Karim Aga Khan. A Lisbona, all’età di 88 anni, si è infatti spento l’ultimo dei grandi protagonisti della storia della Sardegna, che, a metà del secolo scorso, ha dato i natali alla Costa Smeralda, una delle più incredibili rivoluzioni urbanistiche, architettoniche, portuali, turistiche ed economiche della storia dell’Italia del dopoguerra: Sua Altezza Reale Karim Aga Khan IV.
Sono passati oltre 64 anni da quando Sua Altezza Karim Aga Khan IV acquistò, nel dicembre del 1961, davanti al notaio Mario Altea di Tempio Pausania, lo Stazzo “Fucareddu” da Caterina Ragnedda, vedova Giagoni, incastonato dalle vicine colline di San Pantaleo sino ai terreni che precedono la spiaggia di Rena Bianca, oltre 120 ettari sparsi tra Antuneddu, Canaleddu e Cuponi. Questo angolo di paradiso fu il primo atto d’acquisto che rivelò la sua vera identità e il suo interesse per la Sardegna: sino a quel momento, infatti, tutte le operazioni di acquisto dei terreni di Monti di Mola erano state prudentemente concluse con delle società del Liechtenstein a lui riconducibili.
Grazie ad una sua visione geniale e lungimirante, nel 1962 Karim decise di acquisire una vasta area nella zona di Arzachena, denominata successivamente Costa Smeralda, dove, con gli architetti Jacques Couelle, Luigi Vietti, Michele Burisi Vici e Savin Couelle, creò un nuovo borgo che chiamò Porto Cervo, mentre in quasi tutte le coste dell’Italia si costruivano eco-mostri alberghieri in cemento. In pochi anni Porto Cervo, con il suo porto internazionale capace di ospitare oltre 700 posti barca e strutture ricettive da capogiro per l’epoca, diventò la nuova sede del jet set internazionale, in concorrenza con la Costa Azzurra nel sud della Francia. I più lussuosi panfili dell’epoca si contendevano una finestra sul nuovo borgo palleggiandosi una boa o, per i più fortunati, un posto barca tra Montecarlo, Cannes, Saint-Tropez e la vicina Porto Rotondo, costruita da Nicolò Donà dalle Rose con la moglie Françoise Marsot Donà dalle Rose.
Sua Altezza Karim Aga Khan, classe 1936, aveva vissuto a cavallo tra la Francia (il Castello di Chantilly, Paris, Deauville, Gouvieux) e la Svizzera, tra Ginevra e Gstaad, dove si era formato prima di laurearsi ad Harvard. Le sue passioni giovanili erano gli sport invernali, aveva partecipato a ben due Olimpiadi rappresentando la Gran Bretagna nel 1962 a Chamonix e l’Iran dello Scià di Persia nel 1964 a Innsbruck, ma anche i cavalli purosangue, che ha allevato per tutta la vita nei 600 ettari della sua tenuta denominata The Haras Aga Khan Studs, nell’alta Normandia, a Bonneval, non lontano dalle dune di Deauville. La Regina d’Inghilterra Elisabetta II nel 1957 gli accordò il titolo di Sua Altezza e nel 1959 lo Scià di Persia gli conferì il titolo di Sua Altezza Reale.
L’originario titolo onorifico della famiglia Aga Khan risale al 1834, quando lo Scià di Persia Fath Ali Shah iscrisse la famiglia, a seguito del matrimonio con la figlia Sarv-i Jahan Khanum, tra quelle di rango dei Principi. Il legame tra lo Scià e l’Inghilterra era estremamente forte ai tempi e segnò le orme della storia del dopoguerra come già avvenuto in passato. A soli vent’anni Sua Altezza Reale Karim Aga Khan è succeduto al nonno Aga Khan III, diventando il quarantanovesimo Imam in via ereditaria della setta di Nizariti Khoja o Ismaeliti, anche detta degli Assassini, ritenuti discendenti diretti del Profeta Maometto attraverso il cugino e genero Alib Abi Talib, primo Imam degli Sciiti, e la figlia Fatima. Gli Ismaeliti sono oltre 20 milioni sparsi in tutto il mondo, in particolare in India, dove a Pune la famiglia Aga Khan ha una principesca residenza. Gli Ismaeliti sono un popolo, una nazione unita indipendentemente da dove risiedono, e fanno capo al loro Imam ereditario, su cui hanno riposto fiducia incondizionata, sostenendo le numerose iniziative filantropiche che hanno da sempre caratterizzato gli esponenti della grande casata Aga Khan.
La storia di questo principe ha dell’incredibile. Da aristocratico di alto lignaggio a imprenditore lungimirante di grande talento, a mecenate e filantropo di livello sopraffino capace di rigenerare e scommettere su un lembo di terra all’epoca tra i più poveri d’Italia, nel nord della Sardegna. Si pensi che sino a quel momento le terre prospicienti il mare, comprese quelle dell’antico Porto Rotondo, poi sviluppato dagli amici conti Nicolò Donà dalle Rose e Françoise Marsot Donà dalle Rose, dove un tempo venivano caricate dagli antichi romani le colonne di granito prima di venire portate a Roma per la costruzione del Pantheon, erano considerate di serie “B” e lasciate alle figlie in eredità perché ritenute zone insalubri, dove la malaria proliferava.
Il destino, come in una favola moderna, ribaltò la fortuna delle secolari consuetudini ereditarie del luogo di queste antiche casate sarde, grazie alla sperimentazione operata dagli americani, che, partendo dalla sede Nato della Tavolara, con i Canadair cosparsero nel dopoguerra l’intera zona di DDT insetticida, debellando così la piaga e la svalutazione del territorio. D’un tratto la medesima zona, sino a quel momento priva di valore, divenne particolarmente di pregio, raggiungendo prezzi proibitivi che ancora oggi sono tra i più alti in Europa e nel mondo.
Ma torniamo al principe Karim, come lo chiamavano gli amici più intimi, una leggenda vivente la cui vita è stata costellata di successi e di iniziative imprenditoriali ciclopiche, con una particolare attenzione per la Sardegna, che adorava. È grazie a lui se oggi lo scalo di Olbia è diventato internazionale e quindi raggiungibile agevolmente da qualsiasi parte del mondo e da aeroporto militare è passato ad aeroporto civile con la costituzione dell’Alisarda nel 1963, poi sempre da lui ricapitalizzata nel 2013 in Meridiana.
Nel 1962 Karim fondò il Consorzio Smeralda e nel 1967 fondò lo Yacht Club Costa Smeralda. Insieme a lui grandi nomi dell’alta imprenditoria mondiale facevano parte di un consorzio che era stato creato per vigilare, con il Comitato Architettura, lo sviluppo urbanistico di questo paradiso terrestre. I soci fondatori furono il finanziere inglese John Duncan Miller, che per primo gli fece scoprire questo luogo, l’aristocratico imprenditore irlandese Patrick Guinnes e sua moglie Dolores, l’irrequieto scrittore mitteleuropeo René Podbielski della stirpe dei Roth, Singer, von Rezzori, nobili ebrei profughi dalla Polonia, Felix Bigio, uomo di fiducia del Principe e segretario particolare del padre Ali Khan morto nel 1960, e André Ardoin, già avvocato del nonno Aga Khan III.
Il patrizio veneziano della costa gallurese: il Conte Nicolò Donà dalle Rose e Porto Rotondo
Per una strana coincidenza dieci anni or sono, nell’agosto del 2014, a soli 77 anni moriva il Conte Nicolò Donà dalle Rose, classe 1937. Oggi Nicolò avrebbe, proprio come Karim, 88 anni. Nicolò era il primogenito della nobile famiglia Donà dalle Rose, storica casata patrizia dei Donatus che ha dato i natali al filosofo neoplatonico Girolamo Donà dalle Rose nel XV secolo, a ben tre Dogi di Venezia, Francesco, Leonardo e Nicolò Donà dalle Rose, all’ambasciatore in Europa Giovan Battista Donà dalle Rose nel XVII secolo, bailo della Repubblica di Venezia a Constantinopoli in una concezione nuova dell’Oriente islamico, ad Antonio Donà dalle Rose, il governatore di Palmanova, e a tanti altri personaggi storici.
In parallelo a Karim Aga Khan, Nicolò Donà dalle Rose ideò e promosse il neo-borgo Porto Rotondo, più a sud rispetto a Porto Cervo. Erano gli stessi anni e li accomunava non solo l’età ma anche la passione per le sfide sportive (nautica e sci alpino) e quelle urbanistiche, sulle orme degli avi che li avevano preceduti. Nei primi anni ’60 entrambi furono folgorati dalla bellezza incontaminata della terra sarda, dove decisero di creare le loro città ideali in totale controtendenza rispetto a quanto si faceva nelle riviere ad est e ad ovest del grande Stivale. Entrambi costruirono due città ideali, a loro modo e con i loro mezzi. A unirli fu la moglie di Nicolò, Françoise Marsot Donà dalle Rose, che, insieme alla sorella Anna Marsot d’Assche, erano amiche d’infanzia di Sua Altezza Reale Karim Aga Khan e di suo fratello Amyn Aga Khan, con cui correvano a cavallo tra le dune di Deauville e la campagna di Chantilly durante gli anni di liceo a Ginevra, dove tutti e quattro avevano studiato.
La Costa Smeralda e la Gallura del XXI secolo
A pensarci oggi sembra impossibile che questi due incredibili lembi di paradiso terrestre in terra sarda siano giunti intatti attraversando questo nuovo millennio, risparmiati dalla giungla dell’espansione cementizia che ha caratterizzato il secolo scorso e in particolare gli anni 60/90. Nessuna costa italiana sembrava poter essere risparmiata dalla furia “omicida” che ha portato alla distruzione di intere città storiche e all’edificazione di eco-mostri lungo la maggior parte dei litorali. Due uomini, due grandi pensatori, due persone che dalla storia e dallo studio dei grandi del passato hanno saputo con coraggio e lungimiranza guardare lontano e creare due realtà sorelle, vicine e complementari una all’altra, in una terra che non gli apparteneva storicamente ma che hanno saputo accarezzare e valorizzare come nessuno prima: Porto Cervo e Porto Rotondo, la Costa Smeralda e la Gallura.
Karim Aga Khan ha creato una città totalmente nuova e un porto capace di renderla la regina incontrastata di questa fetta di mare, in grado di contenere i più grandi e sfarzosi natanti della storia e i loro esigenti proprietari ed ospiti. Porto Cervo è diventata così un grande teatro dove ricchezza, lusso, arte e moda si sono uniti con la semplicità e la bellezza della natura, del mare e degli antichi costumi ed usanze della gente autoctona. Nicolò Donà dalle Rose ha invece emulato le gesta dei veneziani di un tempo e creato un borgo marinaro, riprendendo i parametri degli antichi veneziani che andavano per mare e costruivano città lungo la costa dalmata, quando il mar Adriatico, da Venezia a Cipro, si chiamava Golfo di Venezia. Sono passati secoli, anzi millenni, e la geografia dei luoghi è cambiata, i ricordi sono sbiaditi e molte cose sono state dimenticate, altre addirittura artefatte e modificate, ma non questo incredibile miracolo “internazionale” in cui due grandi uomini, Karim e Nicolò, sono stati fautori del bello e del rispetto dell’ambiente, coniugando crescita economica di un paese e valorizzazione del paesaggio.
Porto Rotondo è nata nel 1962, quando Nicolò commissionò all’estroso architetto veneziano e amico di sempre Alessandro Pianon la costruzione della sua casa, oggi l’Hotel Sporting, mentre solo due anni dopo, nel 1964, costituì il Consorzio di Porto Rotondo. Il Consorzio di Porto Cervo, invece, era già nato da due anni, ossia prima della costruzione del villaggio. I due borghi sono cresciuti insieme integrandosi a vicenda, come due vecchi amici, proprio come i fondatori e gli amici architetti ed artisti che entrambi hanno chiamato. In particolare, l’ingegner Lucchini, Gianni Gamondi-Antinoli, Piero Castellini, Giancarlo San Gregorio, Gianfranco Fini, Marina Sotgiu, Mario Ceroli, Andrea Cascella, Ascanio Palchetti e Sciarelli.
Lo Yacht Club di Porto Rotondo era una naturale costola di quello della Costa Smeralda e Nicolò, che ne fu il fondatore e il primo presidente, lo disegnò in ogni dettaglio rifacendosi allo Yacht Club di Saint Françoise, in Guadalupe, dove era andato con la moglie Françoise giovanissimo, ma anche alle tipiche costruzioni americane che venivano erette in una notte con un sistema di incastri di legno. Tutti gli eventi che venivano organizzati in questo lembo di terra vedevano entrambi i porti protagonisti, attori ciascuno con le proprie potenzialità e specificità, senza competizione ma con spirito costruttivo a completarsi. Del resto Porto Cervo non poteva competere con nessun altro porto: era il top in assoluto.
Letto con grande piacere
Gentile Donatella, condivido le sue parole a riguardo della bellezza e fascino di SHR Karim Aga Khan IV, unitamente al Suo amore per lo Sport, per la Cultura, ed alle straordinarie capacità imprenditoriali che hanno creato e sostenuto Progetti mirabili. Non ci sono parole adeguate a descrivere questo Principe. Da donna mi dolgo che, come spesso accade a grandi Uomini, non abbia avuto al Suo fianco, dopo la Begum Salima, una donna all’altezza di cotanto spirito, capace di essere veramente complemento ideale di una personalità così straordinaria.
Lo avrebbe meritato!
Bel articolo che dimostra che con intelligenza e lungimiranza due uomini hanno valorizzato un lembo di paradiso che ancora oggi ha il suo perché. RIP Karim e Nicolò you will be always remembered
Condivido è stato un uomo e un imprenditore formidabile l’ho conosciuto quando ero adolescente per l’inaugurazione dell’Alisarda e mi folgorò la sua bellezza e il suo fascino
“Questo articolo rende omaggio a due straordinari visionari, Karim Aga Khan IV e Nicolò Donà dalle Rose, il cui ingegno e lungimiranza hanno trasformato un angolo di Sardegna in un’icona mondiale di bellezza, eleganza e rispetto per il territorio.
La Costa Smeralda e Porto Rotondo non sono solo luoghi, ma l’eredità di un pensiero raffinato e di una capacità imprenditoriale senza pari, capaci di coniugare lusso e tutela ambientale in un equilibrio raro e prezioso.
La scomparsa di Sua Altezza Reale Karim Aga Khan IV segna la fine di un’epoca, ma il suo contributo continuerà a vivere attraverso le opere che ha saputo creare e la visione che ha saputo trasmettere. Ho sempre nutrito una grandissima stima nei suoi confronti, e avere avuto, seppur per pochi istanti a Porto Cervo, l’onore di incontrarlo di persona è un ricordo che porto con profondo rispetto.
Un sentito ringraziamento a Daily Nautica per questo splendido articolo, che con cura e attenzione ripercorre la storia e il lascito di due figure straordinarie. Complimenti anche all’autrice, Chiara Modìca Donà dalle Rose, per la profondità e la sensibilità con cui ha raccontato questi avvenimenti, rendendo il ricordo di questi grandi uomini ancora più vivido e significativo.
Che il loro esempio rimanga fonte di ispirazione per le future generazioni.”