Dal Parlamento ok al visto per lavoro ai marittimi extra Ue. Genova for Yachting: “Serve la libera circolazione”
Il provvedimento pone un primo rimedio alla fuga dall’Italia dei grandi yacht a causa dei ristretti limiti temporali di permanenza nelle nostre acque imposti ai marittimi extra UE
Il provvedimento pone un primo rimedio alla fuga dall’Italia dei grandi yacht a causa dei ristretti limiti temporali di permanenza nelle nostre acque imposti ai marittimi extra UE
Il Parlamento ha approvato la norma che prevede il rilascio del visto di soggiorno per motivi di lavoro anche ai marittimi extra Ue che imbarcano in Italia su navi straniere che già si trovano nelle nostre acque per attività crocieristiche e di charter o per essere sottoposte a lavori di riparazione e manutenzione nei nostri cantieri e nelle nostre marine.
Un problema che Genova for Yachting, il cluster della nautica professionale genovese che riunisce 53 realtà nei settori servizi, marina, cantieri, tecnologie e professionisti, aveva sollevato da tempo, denunciando rischi in vista della stagione del charter, come vi avevamo raccontato in questo articolo. Ora è stato fatto un primo passo, ma i professionisti della nautica chiedono maggiore chiarezza e di ripristinare la libera circolazione.
“Il visto di soggiorno introdotto dalla nuova norma – ha dichiarato Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting – serve per tamponare ma non per superar, l’emergenza che si è creata nel nostro settore a causa del massiccio abbandono dell’Italia da parte degli armatori stranieri, quale conseguenza dell’interpretazione adottata a luglio del 2021 dall’Italia, ma non uniformemente dagli altri Paesi europei, della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che di fatto limita la permanenza in area Schengen di questi marittimi a soli 90 giorni“.
La norma, contenuta nell’emendamento del Dl Ucraina (del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21) convertito in legge dal Parlamento lo scorso 20 maggio, è frutto di un’azione coordinata, condotta per molti mesi dalle associazioni di categoria interessate (Confindustria Nautica, Confitarma, Assarmatori e Federagenti) e supportata trasversalmente da gran parte delle forze politiche ed in particolare dalle istituzioni liguri e genovesi che hanno saputo cogliere l’estrema rilevanza della questione.
“Ringraziamo, a cominciare dagli estensori – ha aggiunto Costaguta – tutti gli esponenti politici e le autorità che ci hanno ascoltato e sostenuto fin da quando, a novembre 2021, abbiamo segnalato per primi la situazione. Restiamo però convinti dell’assoluta necessità di risolvere il problema alla radice, il che sarà possibile solo attraverso una nuova e corretta interpretazione, anzitutto in sede italiana ma auspicabilmente anche in sede europea, della sentenza della Corte di giustizia europea che ha dato origine al tutto“.
Nonostante la soddisfazione per il primo obiettivo raggiunto, Genova For Yachting chiede quindi di fare di più. “Chiediamo a tutti – ha concluso il presidente – di continuare a lavorare al nostro fianco con l’obiettivo finale di ripristinare il previgente regime di libera circolazione, con l’introduzione mirata e non indiscriminata delle cautele indicate dalla Corte. Solo in questo modo sarà possibile eliminare il perdurante svantaggio competitivo a danno dell’Italia, senza pregiudicare in alcun modo le esigenze di controllo dell’immigrazione apprestate dal Codice Schengen“.
Argomenti: Daily Nautica, Genova