Al Museo Navale della Spezia la storia delle navi asilo
Fino al 14 aprile all’interno del Museo Tecnico Navale della Spezia sarà possibile approfondire la conoscenza di queste particolari navi scuola
Fino al 14 aprile all’interno del Museo Tecnico Navale della Spezia sarà possibile approfondire la conoscenza di queste particolari navi scuola
“Guarda che se sei cattivo ti mando sulla Garventa!”. È la frase che ancora oggi gli anziani di molte città di mare ricordano riecheggiare in casa, quando da bambini combinavano qualche marachella.
Le navi asilo. una realtà da riscoprire
La Garaventa era una nave asilo, una particolare “scuola galleggiante” che prese vita in Italia sulla scia delle training ship della Royal Navy britannica. A fondarla nel 1893 a Genova fu Nicola Garaventa, professore di matematica presso il liceo Andrea Doria.
Questo intuitivo professore si rese presto conto che la vita marinaresca, unita ad un progetto educativo, poteva rappresentare una valida opportunità di recupero e riscatto per tanti bambini abbandonati, che vivevano ai margini della società, in balia di fame e povertà. L’attività di queste speciali navi scuola, di cui la Garaventa fu solo la prima esperienza, ebbe il suo apice nel periodo tra le due guerre.
Garaventa e la nascita delle navi asilo
Il 1° dicembre 1883 il professor Nicola Garaventa fondò a Genova la scuola-officina per discoli, basata sui principi della marineria. Qui furono accolti e trovarono una seconda opportunità molti giovani che avevano provato l’esperienza del carcere, orfani, bambini soli e abbandonati. Dieci anni dopo, nel 1893, il professore decise di trasferire la scuola da lui ideata su una vera e propria nave. La sua scelta ricadde sul brigantino Daino, ormai in disarmo.
Garaventa riuscì ad ottenere in dotazione il veliero dalla Regia Marina, grazie all’interessamento dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Il brigantino fu così adattato per accogliere i bambini e divenne una nave scuola prima con il nome di Redenzione e poi di Nave Officina Redenzione Garaventa. Il professore diede ai giovani accolti sulla nave un luogo da poter chiamare casa, la possibilità di studiare e permise ai “garaventini” di apprendere un mestiere legato al mare. Da Genova l’esperienza delle navi asilo si diffuse anche in altre città di mare, come Venezia con la nave asilo Scilla o Napoli con la nave asilo Caracciolo.
Una mostra per far conoscere l’esperienza delle navi asilo
Fino al 14 aprile al Museo Tecnico Navale della Spezia sarà possibile approfondire la conoscenza di queste particolari realtà grazie ad una mostra dedicata proprio alla storia delle navi asilo.
“In questo periodo di avvicinamento al Natale – racconta il direttore del Museo Tecnico Navale, ammiraglio Leonardo Merlini – abbiamo pensato di realizzare qualcosa di inedito e di originale. Le navi asilo sono un argomento poco trattato e penso sconosciuto ai più. Durante la loro attività, accolsero, istruirono, alfabetizzarono e avviarono alle professioni del mare tanti bambini orfani o abbandonati che vivevano ai margini della società nelle periferie urbane”.
Navi asilo: la fine di un’epoca
“Con l’avvento del fascismo – spiega Merlini – le navi asilo vennero conglobate nell’opera nazionale balilla. Al termine del fascismo, dopo la Seconda guerra mondiale e l’avvento della Repubblica, l’esperienza delle navi asilo, diede l’idea per la realizzazione degli istituti nautici che nacquero quindi ripensando a ciò che era avvenuto su queste navi, ovviamente solo per quanto riguardava l’avvio verso le professioni del mare. Oggi Nave Italia, in servizio per la Marina Militare con scopi, modalità e in un contesto differente, continua a ripetere quell’impegno sociale che le navi asilo portavano avanti”.
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