Vela, Luigi Saidelli e la biografia di un uomo con il “senso della rotta”
Nella sede di Genova dello Yacht Club Italiano è stato presentato il libro "Il Senso della Rotta - Luigi Saidelli: velista, imprenditore, uomo", scritto dal giornalista Bruno Cianci
Nella sede di Genova dello Yacht Club Italiano è stato presentato il libro "Il Senso della Rotta - Luigi Saidelli: velista, imprenditore, uomo", scritto dal giornalista Bruno Cianci
Il Senso della Rotta non è un libro di navigazione in senso tecnico ma racconta la navigazione di un velista, Luigi Saidelli, partito da solo a sedici anni per fare il giro del mondo imbarcato su un cargo, e arrivato (a dispetto persino di una grave disabilità a un occhio) fino alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 sulla classe Star, in equipaggio con Luigi Croce.
Avventure, racconti spassosi e brillanti, infiniti viaggi e innumerevoli incontri, da Ernest Hemingway a Mike Bongiorno, da Filippo di Edimburgo a Gianni Agnelli, Edmund de Rothschild e Guido Monzino. In mare si è sfidato con avversari leggendari, ad esempio Paul Elvstrøm, ha navigato con armatori come Raul Gardini ed è stato uno dei fautori, con il comandante Salvatore Sarno, di Shosholoza, la sfida sudafricana alla Coppa America. Poi il lavoro come agente marittimo a Savona e la famiglia, la moglie Mimma e i due figli.
Una vita legata a doppio filo alla vela, alla navigazione e al mare. “Ogni volta che vedevo una Star, il cuore mi si apriva”, ha spiegato Luigi Saidelli raccontandosi all’autore del libro, lo storico e giornalista (oltreché esperto velista) Bruno Cianci ed edito da Nutrimenti Mare.
Una biografia, tra aneddoti e ricordi, che si legge come un romanzo, perchè la vita di Saidelli è un romanzo. Luigi, conosciuto dagli amici come Gigetto o Gigi, è nato a Trieste nel 1939, figlio e nipote di ufficiali di Marina di discendenza dalmato-giuliana. Lunghe fasi di vita vissuta ai Caraibi, in Sudafrica, in Groenlandia. E poi – soprattutto – Genova e Savona, le città che hanno adottato lui e tutti i suoi familiari (il cognome originale era Seidl, poi italianizzato in Saidelli appunto). Il libro, presentato allo Yacht Club di Genova, ha una prefazione firmata proprio dal presidente di Yacht Club, Nicolò Reggio, cugino dello stesso Saidelli.
“Luigi Saidelli lo associo a Raul Gardini, a Edmund de Rotschild e a una regata che vincemmo insieme su Boomerang: lo ricordo sempre simpatico e affascinante, nel posto giusto al momento giusto”, ha detto di lui German Frers.
“Gigi è sempre stato uno di famiglia, parliamo la stessa lingua, il giuliano! Insomma ‘semo tutti esuli’… Fine conoscitore della tecnica dell’andar per mare e competere, con mio zio Annibale ha sempre condiviso l’arte della messa a punto delle barche. Lo ricordo sempre allegro e curioso del mio percorso velico, un vero marinaio ‘triestin'”, ha aggiunto Mauro Pelaschier.
“Con Gigi Saidelli ho sempre parlato di tutto ma preferibilmente di due cose: di vino e di barche”, ha ricordato Torben Grael.
“Per molti velisti napoletani come me, Gigi è stato uno di noi, forse per quel suo modo di essere così allegro e scanzonato e per quelle sue origini triestine che, inspiegabilmente, lo rendono più simile a noi rispetto ai genovesi”, ha concluso Roberto Mottola.
Elisa Teja
Argomenti: Daily Nautica, vela
Aspettavo da tempo la pubblicazione del tuo libroGigi,e colgo l’occasione per ringraziarti per l’aiuto che mi hai dato a realizzare l’impresa Shosholoza.La tua amicizia,le tue conoscenze nel capo velistico ed il tuo spronarmi ad andare avanti nei momenti difficili formarono le solide basi per l’impresa.Grazie Gigi !!
Bell’articolo che mi induceelvira alla lettura del libro