11 agosto 2020

Viaggio nei mari del crimine impunito. Gli “Oceani fuorilegge” raccontati da Ian Urbina

11 agosto 2020

In un libro di Mondadori, il giornalista del New York Times Ian Urbina racconta come gli oceani, che rivestono un ruolo primario nell’economia mondiale, siano ancora terra di nessuno, dove crimini di ogni tipo restano impuniti

Viaggio nei mari del crimine impunito. Gli “Oceani fuorilegge” raccontati da Ian Urbina

In un libro di Mondadori, il giornalista del New York Times Ian Urbina racconta come gli oceani, che rivestono un ruolo primario nell’economia mondiale, siano ancora terra di nessuno, dove crimini di ogni tipo restano impuniti

4 minuti di lettura

Conosciamo ogni angolo emerso del pianeta Terra e non solo. Addirittura è possibile anche monitorare, intervenire, investigare e oscurare tutto il mare del Web. Su questo pianeta è rimasto un ultimo far west: gli oceani.

Nonostante rivestano un ruolo primario nell’economia mondiale, ancora oggi gli oceani sono considerati terra di nessuno, scenario di crimini di ogni tipo che restano impuniti, perché nessuno controlla. O meglio, è impossibile controllare tutto ciò che avviene. A far riemergere dall’abisso quanto si nasconde in quell’enorme distesa blu è Ian Urbina, giornalista investigativo del New York Times, autore del libro “Oceani fuorilegge” (564 euro, 23 pagine), pubblicato in Italia da Mondadori.

Ormai sono pochissime le frontiere rimaste sul nostro pianeta. La più selvaggia, e la meno compresa, è rappresentata dagli oceani: queste immense regioni, troppo vaste per essere controllate, ospitano storie i cui contorni sono spesso indefiniti e ragione e torto, buoni e cattivi, predatori e prede finiscono per confondersi.

L’autore ci offre un viaggio avvincente, lontano dai luoghi comuni e dalla poesia dei navigatori oceanici. Ian Urbina, infatti, ha viaggiato per 5 anni da una parte all’altra del mondo a bordo di navi, pescherecci, flotte della guardia costiera, navi di pattuglia della polizia marittima, vascelli di gruppi ambientalisti come Greenpeace e Sea Shepherd, per documentare ciò che accade in mare aperto.

Ha incontrato trafficanti e contrabbandieri, pirati e mercenari, ladri di relitti e pescatori di frodo, conservazionisti e bracconieri inafferrabili, fornitori di aborti semi-illegali, schiavi e clandestini lasciati morire alla deriva, ma anche ecologisti, giustizieri, medici e volontari. Una platea vasta, accomunata dall’acqua sotto i loro scafi, che ha permesso a Urbina di raccontare un mondo ricco di coraggio e brutalità, dove sopravvivenza e tragedia camminano sempre a braccetto e il crimine e la violenza rimangono impuniti perché l’incertezza del diritto lascia loro campo libero.

La regola della legge – spiega Urbina – in mare diventa liquida, quando non si sgretola del tutto“. Pirateria e contrabbando sono solo la punta dell’iceberg. Questo libro racconta di omicidi impuniti ed equipaggi ridotti in schiavitù a bordo di pescherecci fatiscenti. Crimini di ogni tipo che non conosciamo semplicemente perché non li vediamo. “Nonostante la bellezza mozzafiato – scrive Urbina – l’oceano è anche un luogo distopico, che ospita fenomeni oscuri e disumani“.

La copertina del libro

Eppure gli oceani ci sembrano così vicini. Circa la metà della popolazione mondiale vive a meno di 150 chilometri dall’oceano e sulle navi mercantili viaggiano il 90% delle merci di tutto il mondo. Ma l’oceano continua a restare una distesa enorme, anche con i mezzi e le tecnologie di oggi, in grado di garantire una logica di impunibilità infallibile, che permette ai suoi protagonisti, ladri di relitti e mercenari, scaricatori clandestini di petrolio e pescatori di frodo, clandestini e balenieri ribelli di nascondersi con destrezza in una terra di nessuno, in cui invece Urbina si muove con abilità, per raccontarci la crudeltà della vita in mare, dove vige la legge del più forte, che annienta chi invece viene sconfitto.

All’interno del libro troviamo anche un inserto fotografico a colori, con alcune immagini, che accompagnano questo reportage dal mondo, durato 5 anni e 12 mila miglia.

“Oceani fuorilegge” racconta come sia possibile che il mare nasconda un mondo distopico, feroce e sovente disumano, davanti al quale la società globale, divorata da un appetito insaziabile, chiude più o meno consapevolmente gli occhi. Se gli oceani sono l’ultimo far west, in cui chiunque può fare qualsiasi cosa, è perché nessuno li sta guardando.

L’AUTORE – IAN URBINA

Ian Urbina è un giornalista investigativo del New York Times. Nel corso della sua carriera ha ricevuto un Premio Pulitzer e un Polk Award. Inoltre molte delle sue storie sono state trasformate in film, guadagnandogli una nomination per un Emmy Award. Scrive anche per The Atlantic e National Geographic. The Outlaw Ocean, la serie di articoli da cui è tratto il libro, ha vinto numerosi premi internazionali.

 

Oceani fuorilegge

di Ian Urbina

Mondadori – collana Strade Blu, Milano, 2020

Pagine: 564 con inserto fotografico a colori

23,00 euro.

 

Giuseppe Orrù

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