Il Cco di Heesen Yachts a DN: “Ecco come siamo diventati leader mondiali nella costruzione di superyacht in alluminio”
Dovevano costruire motociclette ma il sindaco della cittadina di Oss convinse Frans Heesen a cambiare idea, così iniziarono a realizzare barche: la nostra intervista al Chief Commercial Officer di Heesen Yacht, Mark Cavendish
Dovevano costruire motociclette ma il sindaco della cittadina di Oss convinse Frans Heesen a cambiare idea, così iniziarono a realizzare barche: la nostra intervista al Chief Commercial Officer di Heesen Yacht, Mark Cavendish
Daily Nautica ha intervistato Mark Cavendish, il Chief Commercial Officer di Heesen Yachts, cantiere olandese con sede a Oss, tra i leader al mondo per la costruzione di imbarcazioni (anche full custom) in alluminio. Cavendish ci ha raccontato le origini del cantiere e qualche curiosità, spiegandoci anche come vengono trasferiti i superyacht dal cuore dell’Olanda fino al mare, attraverso i canali.
Heesen Yachts costruisce i più grandi yacht del mondo. Come avete iniziato?
È iniziato quasi per sbaglio nel 1978. Frans Heesen, il fondatore, stava cercando una fabbrica per continuare a costruire le sue motociclette e, proprio nella cittadina di Oss, aveva trovato il capannone perfetto. Dentro quello spazio c’era uno yacht mezzo costruito dalla società precedentemente fallita. Il sindaco di Oss convinse così Heesen a interrompere la costruzione di moto per finire quella barca. Il resto è storia perché lui ha continuato a fare barche. Frans Heesen era come uno dei generali di Napoleone – “Non importa quanto bravo sei, basta che hai fortuna e sopravvivi” – e Frans Heesen é stata una persona molto fortunata anche perché, dopo il 1978, l’Ovest è entrato in crisi petrolifera arricchendo il Medio Oriente, ecco quindi che un cantiere come questo risultò da subito di grande interesse.
Oggi Heesen è il primo cantiere per le barche su misura in alluminio. Quando si inizia a costruire uno yacht, che ruolo svolge l’armatore?
Se lo yacht parte da noi (quindi lo costruiamo per metterlo in vendita) facciamo prima un’approfondita analisi di mercato. Siamo in questo settore da tanto tempo e quindi riusciamo ad intuire piuttosto bene dove andremo. Quando invece è l’armatore a venire da noi per illustrarci le sue proposte e le sue idee, ci affidiamo a tre designer.
Posso chiedere quale è stata la richiesta più strana da parte di un armatore?
Lavoriamo con persone molto ricche che possono permettersi qualsiasi cosa ma gli yacht sono abbastanza “conservatori” e anche gli armatori devono esserlo. Forse la richiesta più strana è stata da parte di un cliente che voleva mettere sulla prua una specie di sedia telescopica, anzi due, in modo che lui e la moglie potessero sedersi per ammirare l’ingresso in porto o in un particolare luogo di interesse. Le sedie si potevano alzare due o tre metri sopra il ponte. Quindi, sopra la prua dello yacht, guardavano il mondo dall’alto.
Da dove viene la maggior parte dei vostri clienti?
Storicamente sono europei e americani. Per un certo periodo c’erano tanti russi che ora non ci sono più, quindi siamo tornati principalmente ad armatori americani. Il Medio Oriente sta crescendo ma anche l’Europa. In passato gli inglesi sono stati nostri grandi clienti.
La vostra abilità nello spostare grandi yacht tra i canali è straordinaria. Come organizzate le rotte?
Questa è una domanda davvero interessante perché non tutti sanno che il cantiere è nel centro dell’Olanda, a ben 100 km dalla costa. Quando abbiamo terminato uno yacht lo dobbiamo trasportare in mare: le barche passano quindi da un canale vicino al cantiere che sfocia a sua volta in un grande fiume, il Meuse, e da qui arrivano fino a Rotterdam. Il problema che si riscontra è l’altezza dei ponti e la giusta profondità del mare. Bisogna infatti rimuovere tutte le parti in alto (alberi, antenne etc…) e metterle su una chiatta, in modo che lo yacht possa passare sotto ai ponti. Insomma tutto deve funzionare perché quando si inizia non ci si può fermare.
Avete del personale dedicato a questo?
Sì, assolutamente. Dall’inizio teniamo in conto questo problema è abbiamo un team dedicato proprio al trasporto.
Voi realizzate gli yacht più grandi del mondo, ma avete un limite oltre al quale non potete costruire?
Sì, circa 80 metri.
Quindi, anche se voleste fare qualcosa di più grande…
Non lo potremmo fare. O meglio in teoria potremmo costruire, ma poi l’armatore dovrebbe passare il resto della vita a girare sui fiumi, il che sarebbe un po’ noioso!
Per Heesen Yachts, cosa significa “lusso”?
Domanda difficile a cui rispondere. Io credo che il lusso sia la libertà di scegliere quello che si vuole fare e come lo si vuole fare. Alcuni interni degli yacht sono molto semplici, altri ricchi e sofisticati. Per me questa è la definizione di lusso: qualcuno che viene da noi con dei sogni e noi li realizziamo. E’ veramente un’esperienza piacevole. La parte più bella del lavoro è conoscere l’armatore e tutta la sua famiglia. Stiamo in una stanza con il disegno della barca e si parla dei vari desideri. Per esempio un può amare la pesca, quindi dobbiamo rispettare quel desiderio. Altri amano le immersioni, allora lavoriamo su quell’altro aspetto. Gli yacht sono l’espressione pura del lusso. Un aereo ha certe regole, deve riuscire a volare e può solo atterrare in un aeroporto. Le macchine sono limitate ad una certa grandezza. Ma per gli yacht è diverso: puoi avere uno yacht di 5 metri o 150 metri e puoi andare dove vuoi nel mondo. Quello è il lusso.
Video e montaggio di Riccardo Molinari
Argomenti: Daily Nautica, superyacht
Una barca di 5 mt non mi sembra sia uno yacht, comunque bella intervista, complimenti.