DN intervista il designer Roberto Palomba: “Ecco come nasce l’Amer F100 Glass Cabin, lo yacht con gli ‘occhiali da sole'”
Intervista all'architetto progettista degli interni del premiato Amer F100 Glass Cabin
Intervista all'architetto progettista degli interni del premiato Amer F100 Glass Cabin
Roberto Palomba, titolare con Ludovica Serafini dello studio milanese PS+A e tra i protagonisti nella scena internazionale del progetto architettonico e di design, è arrivato al 63° Salone Nautico di Genova per presentare il suo primo lavoro per il settore nautico: gli interni dell’Amer F100 Glass Cabin. Lo abbiamo intervistato a bordo dello yacht, vincitore della categoria Best Semi Custom ai World Yacht Trophies 2023, prestigioso riconoscimento della rivista Yachts France assegnato ogni anno alle migliori barche a motore in occasione del Cannes Yachting Festival.
Come si è avvicinato alla nautica e come è nato questo progetto?
Molti anni fa, per Benetti, avevo pensato a un concept per l’epoca avveniristico. Questa volta invece è stato l’armatore, che conosco bene e con cui siamo affini per visione, a chiedermi di pensare allo spazio interno del suo yacht. Uomo di mare, è stato lui ad introdurmi e a spiegarmi questo mondo. Ed è per questo che ho potuto avvicinarmi con leggerezza. Ma è stato comunque un lavoro a tre mani, con l’aggiunta dell’ingegnere Andrea Ramasco. Si dice sempre che architetti e ingegneri non vadano d’accordo, invece in questo caso è stato un felice incontro: il desiderio infatti non era intervenire solo sull’arredamento degli interni, ma fare un lavoro più ampio. Abbiamo cambiato la posizione della scala, originariamente verso l’area di poppa, rivisto il layout dei percorsi, sia della zona giorno sia di quella notte e riprogettato il sistema distributivo degli impianti. Così, a parte alcuni elementi strutturali invariati, questa barca è completamente nuova (rispetto al modello F100 originario, ndr), nella distribuzione e nel modello di vita che propone.
A proposito di vita, che differenza c’è tra progettare una casa su terraferma e una per mare?
Credo che oggi, ed è ciò che stiamo perseguendo anche nei progetti “tradizionali” di interior e di design, il lavoro dell’architetto sia non progettare un luogo ma la vita che in questo luogo può esserci. Un contributo meno estetizzante e più vicino alla realtà.
E come è stato trasferito questo modello progettuale sull’Amer F100 Glass Cabin?
In questo caso l’idea iniziale è stata quella di portare il mare dentro alla barca: il nome stesso di questa versione indica la trasparenza strutturale che abbiamo voluto trasporre all’interno. Le ampie vetrate creano un legame con la natura circostante e l’architettura aiuta a creare ambienti ampi, ariosi, in continua interazione visiva con l’esterno. Esemplare il soggiorno, in cui anche da seduti, con gli imbottiti privi di braccioli che evitano una vicinanza troppo compressa, si riesce a vedere il mare: il disegno della panca laterale, che amplia la funzionalità dello spazio e nel contempo la sua concezione, lascia infatti libero lo sguardo verso l’orizzonte. Tutto il progetto è comunque basato su un’idea di leggerezza e di pulizia formale, dal disegno degli ambienti ai dettagli: così, per fare un esempio, il serramento della cabina Vip nel ponte inferiore è obliquo per riuscire ad integrare nella sua sezione mantovana e cavi tecnici.
Quale è la cifra stilistica degli interni?
Con arredi, a parte poche eccezioni, interamente a catalogo di B&B per gli interni e di Talenti per l’outdoor, aziende con cui già collaboriamo proficuamente, si distinguono per un gusto molto maschile, con contrasti cromatici decisi e vetrate scure. Inizialmente ho avuto l’impressione che l’insieme fosse troppo cupo, avrei forse preferito più trasparenza, con finestrature chiare, ma l’armatore mi ha giustamente ricordato che la luce in mezzo al mare è differente. ‘Pensa – mi ha detto – a quando vai al mare e en plein air proteggi la vista con gli occhiali da sole. Ecco, le vetrate devono assolvere allo stesso compito: permettere a chi è a bordo di essere protetto, pur riuscendo a godere del paesaggio’. Un’osservazione corretta, che mi ha fatto riflettere su come ogni progetto vada precisamente contestualizzato.
Avete qualche nuovo progetto nautico in vista?
Il premio ricevuto a Cannes ha portato i riflettori sul lavoro fatto. Quando ho iniziato il progetto dell’Amer F100 Glass Cabin, con un approccio di estrema leggerezza, non avevo la velleità di utilizzarlo come grimaldello per entrare nel settore nautico. Anche perché i progetti di architettura che abbiamo in corso sono grandi e numerosi. Però sull’onda del successo si sono candidati alcuni cantieri: voglio seguire il flusso delle cose e vedere cosa accadrà. Intanto posso dire che questo progetto è stato davvero una boccata d’aria fresca e di nuova energia, per me che ho compiuto 60 anni e ho voglia di riappropriarmi di cose nuove e diverse, come la fotografia , di cui non mi sono più occupato per lungo tempo.