Il programma di Lady UCINA: è l’ora della svolta?
Decisa e ambiziosa, Lady UCINA ha un programma in mente, per cambiare Confindustria Nautica, a cui dedichiamo un nostro approfondimento
Decisa e ambiziosa, Lady UCINA ha un programma in mente, per cambiare Confindustria Nautica, a cui dedichiamo un nostro approfondimento
E’ passata qualche settimana dall’elezione a Presidente di UCINA Confindustria Nautica di Carla Demaria, a cui tocca il delicato compito di rilanciare l’associazione e dare la svolta al Salone Nautico di Genova. Un compito per niente facile che il nuovo Presidente vuole affrontare seguendo il programma illustrato nell’assemblea di Santa Margherita.
“Ho sviluppato il programma” – ha dichiarato il Presidente – “declinando quella che è per me la mission di UCINA: rappresentare, difendere e promuovere l’intera filiera della nautica italiana, in Italia e all’estero”.
I riflettori sono già accesi sul Salone Nautico di Genova, ma contemporaneamente il nuovo Presidente dovrà lavorare anche su un altro fronte, quello di rinnovare UCINA dando nuova unità all’associazione dopo le recenti tensioni.
ETICA-SOLIDARIETA’-RINNOVAMENTO
Tre concetti importanti nel programma della manager torinese. Etica, per difendere in ogni luogo la reputazione dell’associazione e dei suoi associati, con lo scopo di creare fiducia nelle aziende che vogliono partecipare ai processi decisionali di UCINA. Le esigenze più diverse delle aziende devono essere riconosciute e ricomposte in un’unica direzione. Solidarietà, perché è un obbligo e un dovere all’interno dell’associazione trovare un interesse comune che trasformi le differenze da conflitto a confronto sui contenuti. Rinnovamento, perché la base associativa di UCINA va aumentata e i processi decisionali allargati; per fare ciò sarà indispensabile una modifica allo statuto che vada nella direzione di coinvolgere molto di più le aziende associate nei processi decisionali.
RAPPRESENTATIVITA’
I dati parlano chiaro, UCINA, con le sue 330 aziende, ha una base associativa che non rappresenta abbastanza il mercato italiano, soprattutto se si vanno a vedere i numeri delle corrispettive associazioni di categoria a livello internazionale: in Francia (609 aziende), Germania (334), Olanda (1061), Inghilterra (1292), USA (1382). Secondo la Demaria, dentro UCINA mancano, o sono troppo poche, le aziende che rappresentano i servizi: appena il 23%.
“Sul piano della rappresentatività” – ha precisato – dovremo anche muoverci su due assi: una all’interno di UCINA, per allargare la base associativa e aumentare il potere decisionale dei soci. Una all’esterno di UCINA, con un’azione di lobbying in Italia, Europa e Mondo”.
RIFORMA DELLO STATUTO
Si tratta della parte più complessa del programma, che ha in uno dei suoi punti la creazione di sette assemblee di settore, ognuna per ogni categoria merceologica, con sette comitati direttivi e sette Presidenti di settore. La riduzione dei livelli decisionali andrà di pari passo con l’allargamento della base di chi potrà decidere, anche con la possibilità di voto attivo alle aziende non associate ma affiliate, tramite il sistema dei delegati.
“La parte significativa delle modifiche di statuto, per aumentare la partecipazione decisionale dei soci” – ha spiegato – “riguarda il governo di UCINA: per la mia proposta mi sono ispirata alla recente riforma di Confindustria che accorcia la catena decisionale”.
MARKETING, ASSISTENZA GIURIDICA, ACCESSO AL CREDITO
Il marketing associativo sarà promosso in sede nazionale e internazionale tramite tutti i canali possibili, con l’obbiettivo di dare visibilità a tutte le aziende che saranno parte di UCINA. Dal punto di vista giuridico verrà elaborata una contrattualistica sui modelli di quella internazionale, che possa servire da supporto e tutela per tutte le aziende che vogliono investire e operare all’estero. Sotto il profilo dell’accesso al credito, pur non potendo intervenire direttamente in sede bancaria, l’intento è quello di promuovere il dialogo con la Banca degli Investimenti Europea e cerare di fare ripartire, eliminando gli eccessi dannosi, il leasing. Nel programma sono inoltre previsti l’avvio di nuovi progetti di ampio respiro internazionale che beneficeranno di una maggiore integrazione con la confederazione europea della nautica EBI (European Boating Industry)
Un programma di cambiamento ambizioso, in un momento in cui è importante agire, e presto, nell’interesse dell’intera nautica italiana, filiera d’eccellenza della nostra industria che in questo momento riceve timidi segni di risveglio dai mercati.
Argomenti: Daily Nautica, economia-&-finanza, Saloni Nautici
Lady UCINA? Sarebbe piu’ appropriato chiamarla Lady…Benetau!
SvNarese