17 febbraio 2014

Rivoluzione nautica: arriva il Livrea 26, prima barca stampata in 3D. VIDEO

17 febbraio 2014

Con il Livrea 26 è rivoluzione totale: la prima barca stampata in 3D stravolge l'idea comune di costruzione. Una risposta fortissima a chi, troppo spesso, bistratta le risorse dei giovani italiani

Con il Livrea 26 è rivoluzione totale: la prima barca stampata in 3D stravolge l'idea comune di costruzione. Una risposta fortissima a chi, troppo spesso, bistratta le risorse dei giovani italiani

3 minuti di lettura

Li hanno chiamati “bamboccioni”, “choosy” e adesso arriva anche John Elkann a dire che “molti giovani non colgono le opportunità di lavoro perché stanno bene a casa”. Al signor Elkann c’è già chi ha risposto a tono, noi lo facciamo in un altro modo. Liguria Nautica vuole, da redazione giovane e dinamica, rispondere a questi sterili e ottusi clichè e lo fa raccontandovi una storia. Una storia di eccellenza italiana, una storia giovane che proprio in questi giorni si sta facendo spazio tra la comunità velica internazionale dal Miami Boat Show. Vi raccontiamo la storia del primo prototipo di barca a vela al mondo stampata in 3D, il Livrea 26.

 

Avete proprio capito bene: una barca STAMPATA in tre dimensioni, che potrebbe rivoluzionare completamente il mondo della progettazione e costruzione nautica. Il progetto è nato dalla collaborazione tra Francesco Belvisi, General Manager della YAM-Marine Technology, un giovane progettista palermitano che Liguria Nautica ha già seguito in passato, e  Daniele Cevola Design Studio, che insieme hanno fondato Livrea Yacht Italia. L’obbiettivo? Rivoluzionare l’idea comune di barca, dal progetto alla costruzione.

 

Per compiere questa mission, Livrea Yacht si è rivolta ad un’altra eccellenza italiana: CRP Technology, azienda con sede a Modena specializzata nelle stampe in 3D e nella produzione dei materiali compositi adeguati a questo scopo. Il disegno della barca è liberamente ispirato alle lance pantesche, imbarcazioni realizzate un tempo dai maestri d’ascia sull’isola di Pantelleria. Il risultato del progetto è un day sailer semplice da gestire e dall’estetica accattivante, ma la vera innovazione è nella sua costruzione e nell’idea di applicare la stampa in 3d in un settore come il design nautico.

Il modello esposto a Miami è realizzato in scala 1:14, ed esprime nella sua globalità l’essenza della tecnologia della stampa 3D unita ai materiali Windform, di concezione e sviluppo di CRP Technology. Un design che unisce la tradizione alla contemporaneità, abbinando processi costruttivi e materiali tecnologicamente avanzati.

 

Questo il pensiero di Francesco Belvisi su questo progetto ambizioso: “Il prototipo di Livrea 26 sancisce la partnership tra il Gruppo CRP e il team di Livrea Yacht Italia per sviluppare materiali innovativi nella nautica con l’intento di rivoluzionare il modo di concepire e costruire un’imbarcazione. Questa nuova filosofia alla base del progetto si potrebbe definire  Boat Building 2.0 dove la stampa 3D e materiali di ultima generazione si mettono a disposizione della creatività e sperimentazione dei progettisti anche nell’ambito della nautica”.

 

Per adesso si tratta solo di un modello in scala, che attende risorse ambiziose per diventare realtà e per rivoluzionare definitivamente il mondo della nautica e non solo. Una sfida per un imprenditore e un cantiere veramente lungimirante e ambizioso. La risposta giusta per fare capire una volta per tutte l’enorme patrimonio dei giovani italiani. Perché su una cosa John Elkann ha proprio ragione: i nostri giovani vogliono restare a casa si, ma per cambiare le cose, e questa casa si chiama Italia. Chi ha più coraggio, chi resta o chi fugge? Noi restiamo, Elkan e la ex FIAT no.

 

 

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7 commenti

  1. Daniele says:

    L’idea è interessante, ma si tratta di stampa tramite fresatura o sinterizzazione di polveri in sospensione?
    Perchè se si tratta di fresature bisognerebbe vedere la riciclabilità del materiale asportato (dato che si tratterebbe di ricavare una barca dal pieno).
    Inoltre la valutazione dei materiali se compatibili ad un utilizzo per imbarcazioni di medio-piccole dimensioni.

    Concordo sul fatto della ricerca che scrive Mauro e vi auguro di riuscire a lanciare tale prodotto.

  2. Tutto meraviglioso ma parliamo della realizzazione di un modellino in materiale plastico con nessuna corrispondenza con la complessità e le caratteristiche tecniche di una vera barca. La strada è questa ma quello che avete presentato voi esiste da vent’anni e non ha molto a che vedere con la stampa 3D in home di cui tanto si parla ma semplicemente della tecnica di prototipazione rapida in uso da molto tempo per fare modelli e prototipi e solo in casi limitatissimi, veri prodotti, in quanto quello che è tutto da sviluppare è la gamma di materiali realmente utilizzabili con queste tecniche. Ripeto: La strada è quella giusta ma non facciamo un gran servizio al progresso spacciando per RIVOLUZIONARIE cose VECCHIE e molto lontane dal risultato definitivo.

  3. Walter says:

    Elkan figlio di papà gestito totalmente dal suo marchionne
    Di cosa parla del nulla !!!
    E se provasse a lavorare
    E se provasse a fare l imprenditore con i suoi soldi come tutti noi ??? E non con quelli del nostro stato e quindi soldi nostri!!!
    E se provasse a creare indotto e posti di lavoro in Italia ???
    Bravi ragazzi bella idea e bella iniziativa tutta italiana giovane e fresca continuate e in bocca al lupo!!!

  4. michele says:

    strabiliante. non ci si rende conto delle implicazioni incredibili che ci sono dietro.! complimenti