Robotica sottomarina: nelle acque di La Spezia tra mappatura dei fondali e monitoraggio ambientale
Nelle acque del levante ligure due settimane di competizioni tra squadre di studenti e una campagna scientifica internazionale.
Nelle acque del levante ligure due settimane di competizioni tra squadre di studenti e una campagna scientifica internazionale.
Navigazione di lungo raggio, monitoraggio ambientale, individuazione di perdite sottomarine e ispezione di condutture: si tratta di alcuni degli scenari con cui si sono confrontati, nel corso delle ultime due settimane, i partecipanti alla prima competizione marina di euRathlon. Dal 29 settembre al 3 ottobre, nelle acque antistanti il Centre for Maritime Research and Experimentation (STO-CMRE), hanno gareggiato sei squadre provenienti da cinque diverse istituzioni accademiche: ENSTA Bretagne (Francia) con i due team SAUC-ISSE e CISSAU; DFKI GmbH-University of Bremen (Germania) con il robot Avalon; la squadra mista industria-accademia Robdos/UPM team (Spagna) con Robdos; la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con il robot Shark, e l’Università di Girona con Vicorob (Spagna).
“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti dai ragazzi in queste due settimane – spiega Gabriele Ferri, direttore tecnico delle competizioni svoltesi al CMRE – molte squadre che già avevano partecipato al SAUC-E (la competizione tra veicoli autonomi sottomarini costruiti da studenti universitari, ospitata per la quinta volta consecutiva dal CMRE dal 20 al 26 settembre n.d.r.) sono sensibilmente migliorate. Due team addirittura sono riusciti a sfruttare la cooperazione tra diversi veicoli per portare a termine i compiti assegnati. Un grande passo avanti perchè è dalla collaborazione tra robot che ci aspettiamo molto come scienziati nel futuro”. Il regolamento delle gare spronava d’altronde i ragazzi a misurarsi con questa specifica sfida, anche per migliorare la navigazione con sonar, le capacità di processare i dati e di riportarli in tempo reale durante le missioni. euRathlon, in particolare, proponeva con forza la cooperazione tra veicoli sottomarini e di superficie. Al fine di rendere gli scenari ancora più realistici, inoltre, è stata lasciata aperta la possibilità per l’operatore di comunicare con il veicolo per via acustica. Ma la vera novità è stata l’introduzione della manipolazione di strutture sommerse, che ha fatto per la prima volta la sua comparsa al CMRE.
La raccolta e l’analisi di grossi quantitativi di dati da parte di veicoli sottomarini autonomi è uno dei temi anche al centro di MANEX ‘14 (Multinational AutoNomy Experiment ‘14): la campagna scientifica internazionale in corso tra il 22 settembre e il 13 ottobre nelle acque tra Framura e Bonassola. A bordo della nave oceanografica Alliance, scienziati e ingegneri di otto istituzioni e dieci Paesi stanno dimostrando l’efficacia dei veicoli autonomi nella mappatura dei fondali marini. Durante MANEX ‘14, le tecnologie del CMRE sono messe alla prova in un ambiente complesso, caratterizzato dal rapido passaggio da piani fondali sabbiosi a zone rocciose che mettono a dura prova gli algoritmi per la ricerca e l’identificazione di oggetti sommersi. Lo spettro di applicazioni di simili tecnologie e’ ampio: dal monitoraggio ambientale alla bonifica di zone minate fino all’impiego in missioni archeologiche sottomarine.
Paolo Andrea Gemelli
Argomenti: Daily Nautica