La nautica da diporto in Italia: impatto complessivo di 27.7 miliardi di euro e 157.000 occupati

Lo studio Altagamma-Deloitte "La Nautica da diporto in Italia" inquadra l'impatto economico e occupazionale della nautica nel nostro Paese considerando sia la cantieristica che il turismo nautico

26 June 2024 | di Manuela Sciandra

La nautica da diporto rappresenta un pilastro strategico per l’Italia, con un impatto complessivo di circa 27.7 miliardi di euro e 157.000 occupati, in grado di attivare le filiere complementari del turismo e del Made in Italy con un effetto moltiplicatore economico totale di quasi 2.7 volte e uno occupazionale implicito di 6 volte. È quanto emerge dallo studio Altagamma-Deloitte “La Nautica da diporto in Italia”, illustrato martedì 25 giugno da Giovanna Vitelli, presidente del Gruppo Azimut|Benetti e vicepresidente di Altagamma per il settore nautico, e da Tommaso Nastasi, Senior Partner di Deloitte.

Questo primo studio inquadra l’impatto economico e occupazionale della nautica nel nostro Paese, leader globale nella produzione di yacht sopra i 24 metri, considerando sia la cantieristica che il turismo nautico. L’analisi prende infatti in considerazione le attività a monte (upstream) della consegna dell’imbarcazione, ovvero la costruzione di nuove unità, il refit e la manutenzione straordinaria, e l’utilizzo successivo (downstream) e i benefici generati dalla presenza stanziale o stagionale lungo le coste nazionali.

“L’analisi – evidenzia Vitelli – mostra non solo la rilevanza dell’industria nautica italiana ma anche le potenzialità inespresse di un comparto con notevoli margini di crescita. Nonostante l’Italia sia leader mondiale nella costruzione di superyacht, solo il 6% di questi batte bandiera italiana. Ciò inibisce l’effetto benefico che i superyacht sono in grado di generare sul territorio. Per questo è necessario intervenire per accrescere l’attrattività della bandiera italiana, del charter sulle nostre coste, assimilandone l’Iva all’attività alberghiera, nonché delle nostre marine, vere mete del turismo nautico”.

La nautica alto di gamma

La nautica alto di gamma, ossia il segmento degli yacht superiori ai 18 metri, registra il più rilevante effetto di ricaduta sul territorio, rappresentando il 65% dell’impatto economico totale, con l’80% del valore upstream (cantieristica). Inoltre, nonostante consista solo nel 2% circa della flotta in visita in Italia, genera il 55% del valore downstream (derivante dall’utilizzo delle imbarcazioni).

Si tratta quindi di un importante contributo economico e occupazionale per il nostro Paese, in grado di intercettare l’interesse di una nicchia globale di consumatori “alto-spendenti”, i cui consumi si traducono in un elevato contributo socioeconomico potenzialmente ancora più rilevante. Basti pensare che un grande yacht immatricolato in Italia, con equipaggio italiano e sulle coste del Paese per almeno 10 settimane all’anno può generare un contributo annuale complessivo pari a 1.6 milioni/barca.

Questi dati mostrano con chiarezza che, attraverso la valorizzazione di tutta la sua filiera, la nautica da diporto italiana ha diverse opportunità di crescita e che ci sono tutte le condizioni perché il primato riconosciuto a livello mondiale nella costruzione di yacht e superyacht possa essere esteso alla filiera dei servizi e del turismo nautico, riuscendo così ad attrarre una crescente domanda sia a livello nazionale che internazionale.

Ecco perché, per aumentare l’indotto del turismo nautico, sono necessari sia degli adeguamenti normativi specifici in grado di rendere più attrattiva la bandiera italiana, sia maggiori investimenti nelle infrastrutture portuali e servizi connessi, con un potenziamento delle competenze tecniche e gestionali e uno sviluppo di piattaforme innovative e sostenibili.

Le priorità secondo Altagamma

Secondo le riflessioni preliminari della fondazione Altagamma, le priorità per il potenziamento del comparto in Italia sono quindi assimilare (in tema di aliquote Iva) il noleggio e il charter nautico ai parametri del settore turistico-alberghiero, adeguare le procedure e le normative della bandiera italiana a quelle di altri Registri Internazionali per aumentarne l’attrattività e semplificare le procedure burocratiche relative, ad esempio, ai controlli sui diportisti o all’arruolamento delle unità da diporto.

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