03 settembre 2014

Quel brutto pasticciaccio di GoinSardinia

03 settembre 2014

Finisce l'avventura del Consorzio di imprenditori galluresi che aveva provato a sfidare l'oligopolio delle grandi compagnie navali in Sardegna

Finisce l'avventura del Consorzio di imprenditori galluresi che aveva provato a sfidare l'oligopolio delle grandi compagnie navali in Sardegna

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Non si placano le polemiche che stanno animando in questi giorni la vicenda della soppressione della compagnia navale sarda GoinSardinia. La società, nata per volontà di un consorzio di imprenditori del Nord Sardegna, da circa due anni portava avanti la crociata contro il caro-prezzi imposto dalle principali compagnie del settore (Moby, Snav, Grandi Navi Veloci e Marinves), una malattia che secondo gli operatori economici della zona è la causa principale del relativo calo dei flussi turistici. La medicina GoiSardinia però ha cessato di funzionare con l’improvviso stop della tratta Olbia-Livorno imposto dall’armatore greco Anek Line, proprietario della nave a nolo “El Venizelos, che ha lasciato nel caos ben 20.000 passeggeri tra l’incredulità generale.

 

A questo punto lo scarica barile non si è fatto attendere. I 200 imprenditori guidati dal presidente di GoinSardinia Gian Paolo Scano hanno subito levato gli scudi in difesa della società accusando l’armatore di non aver prestato fede ad alcune adepienze contrattuali e di aver messo a disposizione una nave, “El Venizelos”, dagli evidenti difetti tecnico-strutturali che hanno alterato il ritmo regolare delle tratte se non la sospensione delle stesse. Dall’altro i greci dell’Anek Line denunciano il mancato pagamento da parte del Consorzio di diverse rate del nolo e di aver esercitato a questo proposito la sacrosanta clausola di ritiro. Se a questo ci aggiungiamo l’accusa da parte di alcuni dipendenti di non aver ricevuto per mesi lo stipendio e l’imminente assalto delle associazioni dei consumatori possiamo concludere che quello della GoinSardinia è il solito pasticcio all’italiana. La verità su chi abbia ragione e chi abbia torto la lasciamo agli organi competenti. Possiamo solo constatare solo un settore ormai alla deriva. E non solo in Sardegna.

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