17 aprile 2019

Ucina al Singapore Yacht Show 2019 con una collettiva di aziende: vola l’export italiano nel sud est asiatico

17 aprile 2019

Sono 28 le imprese italiane che hanno partecipato alla kermesse asiatica tra collettiva ICE-UCINA ed esposizioni individuali

Ucina al Singapore Yacht Show 2019 con una collettiva di aziende: vola l’export italiano nel sud est asiatico

Sono 28 le imprese italiane che hanno partecipato alla kermesse asiatica tra collettiva ICE-UCINA ed esposizioni individuali

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Si è appena conclusa la 9° edizione del Singapore Yacht Show, la celebre manifestazione asiatica dedicata al settore degli yacht di lusso, che quest’anno ha visto UCINA Confindustria Nautica e ICE Agenzia presentarsi al mercato del sud est asiatico con uno stand istituzionale, in rappresentanza di tutta la filiera della nautica da diporto e con la ormai tradizionale formula della collettiva di aziende.

L’evento, svoltosi su un’area complessiva (in acqua e a terra) di oltre 10.000 metri quadri, ha offerto ai visitatori l’opportunità di scoprire diverse tipologie di prodotti, dagli yacht ai prodotti di lusso, dalla cantieristica al brokeraggio nautico, dai servizi marittimi fino ai componenti e accessori.

Sono 28 le imprese italiane che hanno partecipato alla kermesse asiatica tra collettiva ICE-UCINA ed esposizioni individuali, tra cui Sanlorenzo, Monte Carlo Yachts, Tecnoseal, Maori yacht, Spartivento, Marina del Cavallino, Fiart Rent, Nord Sardinia Sail Nss Charter, Vulkan, G.F.N., Besenzoni, Saim e B-Shiver/Novamarine.

“Il SYS -ha affermato Mario Gornati, marketing & communication director di Sanlorenzorappresenta ad oggi l’appuntamento nautico più rilevante del sud est asiatico e, considerando che non ci sono altri eventi simili che hanno saputo consolidarsi in tutto l’ampio territorio asiatico, si è registrato anche un incremento di visitatori provenienti da Hong Kong. L’edizione 2019 ha registrato inoltre un aumento nel numero di barche esposte. Sicuramente oggi il SYS rappresenta un interessante opportunità di mercato per imbarcazioni fino a 100/120 piedi di lunghezza”.

“Per noi -ha spiegato Marco Donà, ceo di Saim Spaè stato un primo esperimento deciso anche grazie all’organizzazione della collettiva ICE-UCINA, che ci ha permesso di ottimizzare l’organizzazione della nostra presenza. Un ottimo supporto sia dal punto di vista tecnico, che per lo sviluppo di relazioni molto interessanti. Siamo rimasti favorevolmente impressionati dalla presenza dei cantieri italiani che sono in netta maggioranza sul totale, cosa che ci inorgoglisce e fa capire ancora di più l’importanza della strategicità del comparto italiano nel mondo. Abbiamo avuto contatti importanti e trattative concrete con cantieri locali, broker, operatori e molti armatori”.

“Abbiamo partecipato -ha aggiunto Giulio Grimaldi, ad di Fiart Rentcon l’obiettivo di incontrare operatori e creare relazioni per portare clienti finali in Italia. I visitatori si sono dimostrati di un target veramente interessante e molto profilato. Sicuramente la formula della collettiva ICE-UCINA ci ha permesso di valorizzare bene il Made in Italy. Le facilities organizzative tecniche e di networking sono senz’altro il valore aggiunto con questa formula”.

“Il Salone di Singapore -ha concluso Roberto Perocchio, presidente di Marina del Cavallinodimostra anche il crescente interesse del mercato asiatico per il turismo in Italia. Il SYS si è confermato un evento raffinato ed efficiente, con occasioni di networking a 360 gradi sia per le aziende italiane sia per l’offerta vacanze nautiche in Italia, con un target di visitatori internazionali provenienti anche da USA e Australia. Ottimo il supporto di ICE e UCINA sia dal punto di vista dell’assistenza tecnica sia della comunicazione per rafforzare i contenuti dei singoli espositori”.

Dall’analisi del rapporto annuale di Ucina “Nautica in Cifre” (elaborato da Fondazione Edison su dati ISTAT), nel 2017 le esportazioni italiane di imbarcazioni da diporto e sportive a Singapore sono state pari a 25,283 miliardi di euro, con una crescita impressionante del 176,7% rispetto ai 9,138 miliardi del 2016. Le importazioni nel 2016 invece sono state minime (60 mila euro) e pressoché nulle nel 2017: il saldo per l’Italia è quindi ampiamente positivo.

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