Guerra in Ucraina, le sanzioni ai russi fanno tremare il mondo dei superyacht
La crisi internazionale e le relative sanzioni alla Russia hanno bloccato i beni degli oligarchi, tra cui molti superyacht ormeggiati anche in Italia. Ancora difficili da quantificare le ricadute sul comparto
La crisi internazionale e le relative sanzioni alla Russia hanno bloccato i beni degli oligarchi, tra cui molti superyacht ormeggiati anche in Italia. Ancora difficili da quantificare le ricadute sul comparto
Le sanzioni alla Russia fanno tremare il mondo dei superyacht. Alla guerra fatta di spari e bombe che la Russia ha portato in Ucraina, la comunità internazionale ha reagito con le cosiddette “sanzioni”, ovvero l’isolamento della Russia dai circuiti economici mondiali e, in alcuni casi, la confisca dei beni appartenenti agli oligarchi russi che si trovano all’estero.
Nel porto di Amburgo, ad esempio, fonti locali riferiscono che il megayacht Dilbar, di proprietà del miliardario russo Alisher Usmanov, sarebbe stato sanzionato dall’Unione europea. E due giorni dopo allo stesso megayacht, lungo 156 metri e del valore di quasi 600 milioni di dollari, è stato vietato di lasciare il porto dal governo tedesco.
IL m/y DILBAR E L’ARMATORE DI CASA IN SARDEGNA
Dilbar è molto conosciuto in Sardegna. Solitamente, infatti, incrocia nelle acque della Costa Smeralda, dove anche noi lo avevamo fotografato. Il suo armatore Alisher Usmanov, tra l’altro, è cittadino onorario di Arzachena. L’oligarca russo, oltre al quarto yacht più lungo del mondo, ha diversi immobili nel Comune della Costa Smeralda (che gli ha consegnato simbolicamente le chiavi) ed in Sardegna è ben visto dopo aver donato mezzo milione di euro alla Regione per contribuire alla lotta contro il Covid.
In alcuni porti, intanto, è iniziato una sorta di fuggifuggi dagli ormeggi dei megayacht, anche se sono pochi i Paesi (soprattutto affacciati sul mare) dove potrebbero ormeggiare senza incappare nelle sanzioni approvate dall’Onu. Resta anche il problema degli equipaggi, che in molti casi sono stati licenziati dall’oggi al domani. Esattamente come avvenuto al personale di servizio (manutentori, guardiani, giardinieri, ecc.) delle ville in Costa Smeralda dei miliardari russi.
I CANTIERI ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE
Delle ricadute negative che la guerra in Ucraina porterà nel mondo dei superyacht, si è parlato anche in Italia durante il convegno “Road to Expo Dubai – Nautica, la grande bellezza della Liguria”, organizzato dalla Regione Liguria nel Palazzo della Borsa di Genova.
Dal parterre di relatori, il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha espresso “preoccupazione”, pur spiegando che neppure l’associazione di categoria è al momento in grado di prevedere quale sarà l’impatto sulla filiera.
VITELLI: “RUSSIA SECONDO PAESE DOPO USA PER SUPERYACHT”
È il momento dell’attesa quindi. “Ora – ha commentato Giovanna Vitelli, vice presidente del Gruppo Azimut Benetti – è prematuro dire cosa accadrà. Un impatto sulla nautica certamente ci sarà. La Russia rappresenta il secondo grande mercato per la nautica dopo gli Stati Uniti, quindi inevitabilmente i numeri sono forti“.
“Non sono in grado di prevedere cosa accadrà – ha ribadito Vitelli – ma ogni ora speriamo che i negoziati possano cambiare le sorti del conflitto, per cui non mi sbilancerei. Per il momento i feedback che abbiamo dai clienti sono abbastanza attendisti, cioè di non prendere decisioni ma di darsi un arco temporale per vedere che cosa succederà“.
AMERIO: “PENSIAMO ANCHE A CREW E REFIT”
Oltre alla costruzione di nuovi megayacht, ricadute negative potrebbero interessare anche “l’indotto”, dal personale di bordo al settore del refit, come ha sottolineato Barbara Amerio, amministratore delegato di Permare. “Penso che ci possa essere anche un impatto significativo – ha spiegato durante il convegno di Genova – sugli equipaggi di queste imbarcazioni e anche sulla parte refitting“.
POERIO: “LA METà DEI RUSSI PIù RICCHI HA UNA BARCA”
Inutile nascondere che i russi sono tra i principali armatori di superyacht. “Quello russo – ha ricordato Vincenzo Poerio, amministratore delegato di Tankoa Yachts – è un mercato importante per la grande nautica, basti pensare che fra gli uomini ricchi della Russia il 50% si fa costruire una barca. L’impatto più importante, se ci sarà, lo si vedrà sulle barche grandi. Ci sono tantissimi clienti russi che comprano barche più piccole ma l’impatto grosso si avrà eventualmente su quelle di dimensioni maggiori, anche se l’Italia ha una fetta di mercato russo molto più piccola rispetto al Nord Europa“.
TOTI: “RICADUTE ANCHE IN LIGURIA”
Ripercussioni negative potrebbero interessare anche la Liguria, una delle prime regioni italiane per la nautica. “Quello che sta accadendo – ha detto il governatore Giovanni Toti – non ci esime dal fare il nostro lavoro ed anzi è nostro dovere ancora di più e con maggiore impegno riboccarci tutti le maniche perché le cose vadano meglio. Certamente le sanzioni alla Russia avranno un impatto anche in Liguria, ma credo che sia dovere di tutti continuare a fare quello che sappiamo fare bene: andare per mare, costruire buone navi e cercare di venderle“.
Il 9% di tutti i proprietari di superyacht nel 2021 sono armatori russi, una percentuale superata solo dagli armatori statunitensi. Ma considerando le macro aree, gli armatori dell’Europa orientale, inclusi russi e ucraini, sono il 18%. Gli armatori russi si piazzano inoltre al secondo posto anche per quanto riguarda i megayacht di nuova costruzione, con il 13,2% della quota di mercato oltre i 40 metri nel 2021-2025.
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