Navigare sotto raffiche da temporale. VIDEO

Alcune indicazioni per interpretare a meglio i fenomeni temporaleschi e capirne i segnali che li annunciano

4 March 2014 | di Redazione Daily Nautica

Il temporale è un fenomeno causato dal contrasto tra strati di aria calda al suolo e aria fredda in quota che determina la formazione di moti verticali dell’aria. I temporali si manifestano attraverso nubi caratteristiche che prendono il nome di cumulonembi: tipiche nubi a sviluppo verticale che si formano quando grandi masse d’aria caldo – umida si sollevano per effetto dell’instabilità atmosferica o di elementi ororgrafici. All’interno sono misurabili forti correnti ascensionali che favoriscono la formazione di pioggia, o grandine; al di sotto del cumulonembo invece si creano zone di calma di vento che si contrappongono alle forti raffiche riscontrabili lungo il perimetro della nube.

Esistono diversi tipi di temporali:

 

Temporali frontali: sono tipici del sopraggiungere del fronte freddo. In questa circostanza infatti l’aria fredda s’incunea sotto quella calda sollevandola in maniera rapida e determinando una situazione d’instabilità atmosferica. E’ tipico del passaggio del fronte freddo l’aumento della visibilità che in mare rende particolarmente nitido l’orizzonte.

 

Temporali di calore: sono caratteristici dei mesi estivi e si formano, normalmente, sulla terraferma. Prediligono zone aride dove l’aria a contatto con il suolo subisce un forte riscaldamento e, per effetto della diminuzione di densità, tende a salire. Se l’umidità è sufficiente e l’atmosfera è instabile possono formarsi le tipiche nubi a incudine la cui forma è dovuta allo schiacciamento della massa d’aria sulla tropopausa.

 

 

Temporali orografici: la condensazione dell’aria caldo umida può avvenire anche per sollevamento forzato: quando una massa d’aria con queste caratteristiche colpisce un rilievo viene sollevata meccanicamente, in questo modo inizia il processo di formazione della nube cumuliforme.

 

Ci sono alcuni fenomeni caratteristici associati all’attività temporalesca

 

Trombe marine o waterspout e trombe d’aria

 

Molto spesso accade che in concomitanza di un temporale si osservi la formazione improvvisa di una tromba marina.

Si tratta di vortici ben visibili e di estensione limitata al cui interno i venti possono raggiungere velocità elevatissime. Si formano alla base dei cumulonembi.

 

Si tratta di fenomeni dalla durata relativamente limitata (20 minuti in media)  che si spostano a più di 15 nodi e il cui diametro è variabile da alcune decine a 150 metri nei casi più intensi nei quali l’intensità del vento all’interno della colonna d’aria può raggiungere i 500 km/h.

La formazione di trombe marine è favorita dai mari caldi come il Mediterraneo e i mari tropicali , dove cioè  si verifica con maggior frequenza la formazione di nubi temporalesche. Le zone italiane maggiormente interessate dal fenomeno delle trombe marine sono il Friuli, la costa meridionale abruzzese, lo stretto di Messina, la costa laziale e ligure, in particolare nel golfo di La Spezia.

 

Fulmini

Accanto al temporale il fenomeno maggiormente temuto da chi va in mare è il fulmine. I fulmini sono costituiti  da scariche elettriche improvvise e violente che possono avere luogo tra due nuvole oppure tra la nube e la superficie terrestre per effetto di differenze di potenziale particolarmente elevate nell’atmosfera. Il fulmine è formato da un duplice effetto: in parte luminoso- il lampo- e in parte sonoro – il tuono-. Questi non sono percepiti simultaneamente ma, a causa delle diverse velocità di propagazione della luce (300.000 Km/s) e del suono (340 m/s), il lampo si osserva quasi istantaneamente, mentre per udire il tuono occorre un intervallo di tempo tanto più grande quanto più è distante il fulmine. Il fulmine si origina quando la nube e il suolo, oppure due nubi diverse o, ancora, due parti di una stessa nube, si caricano elettricamente. Fintanto che la carica rimane entro un certo limite l’aria che si frappone agisce come isolante impedendo la scarica elettrica. Superata una determinato numero di cariche l’isolante cede sotto l’effetto del campo elettrico permettendo il violento passaggio di corrente.

A questo punto le cariche elettriche percorrono uno stretto cammino verso il potenziale opposto surriscaldando l’aria circostante in brevissimo tempo fino alla temperatura di 15000°C. L’aria, a questa temperatura, si espande in modo esplosivo dando origine al tuono.

Nella corsa verso terra, il fulmine segue generalmente il percorso con minor resistenza elettrica tra la nuvola e il suolo; ogni oggetto che  vi si sopraeleva come alberi, palazzi, montagne o persone, accorciando il percorso  possono trasformarsi in bersaglio del fulmine, tanto di più quanto più si estendono verso l’alto.

 

Paolo Andrea Gemelli

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