Marco Malgara di ICE Yachts a DN: “Ecco i segreti del nostro successo”
ICE Yachts si pone ai massimi livelli qualitativi a livello internazionale potendo vantare costruzioni di grande successo
ICE Yachts si pone ai massimi livelli qualitativi a livello internazionale potendo vantare costruzioni di grande successo
Daily Nautica ha incontrato e intervistato Marco Malgara, titolare e presidente di ICE Yachts, brand relativamente nuovo nel settore dei Fast Cruising da 50-80 piedi ma che ha radici profonde.
Il cantiere lombardo si pone infatti ai massimi livelli qualitativi a livello internazionale, potendo vantare costruzioni di grande successo, e punta ad essere identificato come una delle grandi eccellenze italiane nel mondo, consolidando una lunga tradizione di stile “Made in Italy”.
ICE Yachts è un marchio relativamente nuovo ma che ha radici professionali e identitarie importanti. Può dirci come è nato e perché?
In effetti il marchio ICE Yachts ha “solo” 11 anni di vita ed una sessantina di barche realizzate. In realtà ICE Yachts ha rilevato il prestigioso cantiere CN Yacht 2000, che di barche ne aveva fatte un altro centinaio e che a metà degli anni 2000 faceva barche fino a 80 piedi che davano molto filo da torcere a corazzate come Swan. La mission del cantiere è diventare il punto di riferimento a livello mondiale per barche custom e semi custom tra i 50 e gli 80 piedi e direi che, dalle commesse prestigiose che stiamo ricevendo da Paesi come il Giappone, il Messico, il Brasile, Israele e l’America, ci stiamo davvero avvicinando all’obiettivo.
Il mondo Ice nasce dalla forte volontà di Marco Malgara di creare un prodotto memorabile e di riferimento, avando trovato come armatore prodotti che non rispecchiavano queste caratteristiche. Il concept “Fast Cruising” è interpretato da diversi cantieri sia in Italia che all’estero: qual è la vostra interpretazione funzionale per fidelizzare gli armatori?
Diciamo che da gente che, oltre a costruirle le barche, le usa, cerchiamo di affiancarci ai nostri armatori consigliandoli al meglio. Inoltre, facciamo grandissimi investimenti sia a livello di ricerca e sviluppo sia per quanto riguarda la cura dell’after-sales, che in casa Ice è importante tanto quanto il sales. Da questo concept si è attivato un forte passaparola tra gli armatori, che consigliano altri ad entrare nel mondo Ice.
Oggi un cantiere non può più “limitarsi” a costruire belle barche ma deve anche pensare a fornire una serie di servizi. Voi cosa offrite ai vostri armatori?
Sentiamo periodicamente i nostri armatori e forniamo loro assistenza e aggiornamenti.
Un progetto come un 80 piedi nasce dalle vostre idee o vi vengono proposte linee guida dagli armatori e voi lo realizzate?
Dipende, se un armatore arriva con idee innovative ed interessanti, le prendiamo in considerazione ed eventualmente le realizziamo assieme. Il 62 TARGA, ad esempio, barca partita supercustom, è nato proprio così e poi è entrato nella gamma Ice.
Qual è, secondo lei, lo sviluppo più interessante per i materiali e le lavorazioni degli scafi in termini di robustezza, affidabilità e leggerezza?
Tutti i nostri prodotti, scafi, coperte e paratie, sono realizzati in infusione con resina epoxy e alcuni tessuti quadriassiali vengono realizzati apposta per noi come da indicazioni del nostro ufficio tecnico. Tutto ciò porta ad una robustezza estrema, unita alla giusta compattezza e leggerezza. In Ice facciamo in media 15 infusioni al mese e questo ci permette di lavorare con questa tecnologia con grande tranquillità, vista l’esperienza acquisita.
Per essere veloci bisogna anche essere leggeri e, per godersi una crociera di lusso, ci vuole affidabilità e robustezza. Come si riesce a conciliare il tutto?
È un difficile mix. Ormai pure le barche da regata hanno winches elettrici, aria condizionata, dissalatori e gabinetti elettrici. È importante considerare questi pesi già nello studio iniziale dei progetti per non uscire dalle linee d’acqua, che oggi in Ice sono affidate allo studio americano Farr e allo studio italiano Felci. Il design, invece, è curato in parte dall’ufficio tecnico interno, in parte da Felci Yacht Design e in parte da Micheletti + Partners, a seconda dell’imbarcazione.
Quanto può essere personalizzata una vostra imbarcazione?
Direi totalmente, sempre però all’interno di canoni di sicurezza e buon gusto.
Un 70-80 piedi ha sicuramente bisogno di 2-3 persone di equipaggio che affianchino l’armatore. Voi riuscite a dare anche a loro una formazione adeguata e cosa consigliate ad un comandante oggi per supportare al meglio un vostro armatore in termini tecnici e relazionali?
Diamo un supporto diretto, ovvero affianchiamo gratuitamente, post varo, per 4 settimane un nostro tecnico al comandante della barca, per assisterlo al meglio nella gestione.
Su cosa concentrate la vostra ricerca e sviluppo, vista anche la grande attenzione che c’è oggi per la sostenibilità ambientale?
Oggi pensiamo che le motorizzazioni elettriche siano ancora inadeguate al nostro mondo ma sviluppiamo sistemi green, usiamo motorizzazioni a basso impatto ambientale e prestiamo attenzione a molti materiali riciclabili. Recentemente abbiamo realizzato un catamarano a vela in classe Green certificato dal Rina. Dimenticavo, ICE Yachts realizza i catamarani più grandi d’Italia.
Il vostro prossimo varo?
Il 23 febbraio vareremo un ICE 52 RS destinato al Giappone.