Continua la dinamicità atmosferica su buona parte del Mediterraneo
Lo scorso 8 dicembre un'alta pressione molto robusta in aperto oceano, a sud-ovest dell'Irlanda, ha bloccato i miti flussi atlantici occidentali favorendo una discesa di aria artica polare
Lo scorso 8 dicembre un'alta pressione molto robusta in aperto oceano, a sud-ovest dell'Irlanda, ha bloccato i miti flussi atlantici occidentali favorendo una discesa di aria artica polare
L’autunno astronomico continua a procedere con una certa dinamicità su buona parte del Mediterraneo a differenza degli ultimi anni, quando sempre più spesso la scena in questi giorni era dominata da una cupola di alta pressione nord-africana. Dalla seconda metà di novembre, infatti, si sono succeduti diversi affondi perturbati, l’ultimo dei quali ha interessato la nostra penisola nel giorno dell’Immacolata. Questo grazie ai cosiddetti “scambi meridiani” che continuano a verificarsi su buona parte del nostro caro, vecchio continente. Come dice il termine stesso, essi altro non sono che degli scambi tra masse d’aria calda che salgono verso nord e masse d’aria fredda che, al contrario, scendono verso le basse latitudini, spostandosi quindi lungo i meridiani del reticolo geografico. Quando domina invece un flusso zonale, le masse d’aria tendono a muoversi essenzialmente lungo i paralleli, impedendo o comunque limitando incursioni fredde dalle alte latitudini.
Più in particolare, lo scorso 8 dicembre un’alta pressione molto robusta, con massimi di 1045 hPa, era centrata in aperto oceano a sud-ovest dell’Irlanda e la sua influenza, che si estendeva dalle Azzorre fin verso la Norvegia passando per il Regno Unito, ha bloccato ancora una volta i miti flussi atlantici occidentali, favorendo come risposta una discesa di aria artica polare. I contrasti più forti si sono avuti proprio nelle zone di confine tra queste due possenti figure bariche ed in particolare sulle Isole Britanniche, dove la tempesta ribattezzata Darragh ha portato raffiche di vento fino a 150-160 km/h che, avendo a disposizione un’areale molto vasto, hanno creato onde gigantesche in oceano prossime ai 10 metri, Parliamo quindi di mare “molto grosso” secondo la scala Douglas (Tabella 1). Parte di questi venti sono poi riusciti ad entrare nel Mediterraneo scavando un minimo sottovento alle Alpi con valori sui 994 hPa nel Tirreno al largo tra Toscana e Lazio, portando di conseguenza ad un notevole gradiente barico su buona parte del Mediterraneo centro-occidentale.
TERMINI DESCRITTIVI | ALTEZZA ONDE IN METRI |
0 Calmo | 0 |
1 Quasi calmo | 0-0.1 |
2 Poco mosso | 0.1-0.5 |
3 Mosso | 0.5-1.25 |
4 Molto mosso | 1.25-2.5 |
5 Agitato | 2.5-4 |
6 Molto agitato | 4-6 |
7 Grosso | 6-9 |
8 Molto grosso | 9-14 |
9 Tempestoso | >14 |
Tabella 1. Scala Douglas (del mare vivo)
Come si evince dall’immagine 1, i venti impetuosi entrando dalla Valle del Rodano si sono riversati violentemente nel Golfo del Leone, dove hanno raggiunto valori di Burrasca-Tempesta secondo la scala Beaufort (Tabella 2), per poi propagarsi gradualmente verso SE, causando dunque Burrasca di Maestrale e di Ponente su Mare di Sardegna, basso Tirreno e Mare e Canale di Sicilia, bora fino a 100 Km/h sul Triestino, acqua alta a Venezia (100-115 cm) e tramontana forte sul Mar Ligure, con il minimo intorno al quale si invorticano i venti molto ben visibile al largo dell’Argentario. Precisiamo che la scala Beaufort si riferisce al vento medio della durata di 10 minuti rilevato a 10 metri dal suolo, da non confondere con la raffica, che indica invece una sorta di impulso del vento ad alta velocità (secondo una definizione, deve eccedere di 10 nodi, ossia 19 km/h, la velocità del vento medio).
GRADO | DESCRIZIONE | VELOCITA’ NODI | VELOCITA’ KM/H |
0 | Calma | 0-1 | <1 |
1 | Bava di vento | 1-3 | 1-5 |
2 | Brezza leggera | 4-6 | 6-11 |
3 | Brezza tesa | 7-10 | 12-19 |
4 | Vento moderato | 11-16 | 20-28 |
5 | Vento teso | 17-21 | 29-38 |
6 | Vento fresco | 22-27 | 39-49 |
7 | Vento forte | 28-33 | 50-61 |
8 | Burrasca | 34-40 | 62-74 |
9 | Burrasca forte | 41-47 | 75-88 |
10 | Tempesta | 48-55 | 89-102 |
11 | Tempesta violenta | 56-63 | 103-117 |
12 | Uragano | >63 | >117 |
Tabella 2. Scala Beaufort
Ecco a riguardo i dati delle raffiche registrate da nord a sud da alcune stazioni della rete di monitoraggio MeteoNetwork poste sulla costa: 72.4 Km/h ad Arenzano-Genova | 81.4 Km/h a Comacchio-Ferrara | 77 Km/h all’Isola di Montecristo-Livorno | 92.2 Km/h a Nisida-Napoli | 82.3 Km/h a Maracalagonis-Cagliari | 91.7 Km/h a Palermo | 95 Km/h a Barcellona Pozzo di Gotto-Messina.
In risposta abbiamo avuto ovviamente bacini italiani particolarmente turbolenti. Come si evince dall’immagine 2, molto agitato è risultato il Tirreno centro-meridionale, con mari fino a grossi tra il Golfo del Leone, Baleari, Corsica e Sardegna occidentale, con onde che hanno raggiunto quasi i 7 metri. Mareggiate di una certa consistenza si sono registrate su tutto il litorale tirrenico, con la boa dell’isola di Gorgona-Livorno che ha fatto registrare un’altezza massima di 3 metri. Più precisamente, l’immagine 2 riporta i valori attesi dell’altezza significativa dell’onda, che è l’altezza media di un terzo delle onde più alte durante un dato tempo, solitamente inferiore a 30 minuti.
Per quanto riguarda la tendenza meteo, nel medio termine non si intravedono cambiamenti importanti. L’Italia sarà terra di confine, come spesso avviene durante questa stagione, tra discese fredde da nord, che punteranno più direttamente l’Europa dell’Est, e tentativi di rimonta anticiclonica da ovest, con possibile contributo nord-africano. Tuttavia, ritornando a quanto detto all’inizio, al momento sembra poco probabile la formazione di anticicloni di blocco persistenti, mentre il vortice polare dovrebbe continuare ad essere abbastanza disturbato, favorendo dunque, a fasi alterne, il prosieguo di questa dinamicità atmosferica.
Antonio Valente – Navimeteo