Ecco quando e perché il Mediterraneo si infuria: la nostra intervista all’esperto di Navimeteo

Gianfranco Meggiorin del Centro Navimeteo spiega l'origine delle violente linee temporalesche che hanno investito i nostri mari nei giorni scorsi

19 August 2022 | di Redazione Daily Nautica
Il movimento della linea temporalesca

Le violente linee temporalesche che hanno investito i nostri mari nei giorni scorsi e varie zone della Provenza, della Corsica, della Liguria e della Toscana, generando venti violentissimi, sono un tema di straordinaria e purtroppo drammatica attualità. Ognuno vorrebbe capire meglio, in particolare naviganti, diportisti e gente di mare che sulle coste sono stati testimoni dell’intensità dell’evento.

Molti si chiedono se si sarebbe potuto prevedere e se vi è il rischio che si ripeta e in quali zone. Per dare alcune risposte a queste domande Daily Nautica, che ha recentemente inaugurato la rubrica Meteo Pratico, ha chiesto un parere a Gianfranco Meggiorin, coordinatore del Centro Navimeteo, operativo H24/7 e dedicato all’informazione meteo-marina. Ecco il suo parere.

Parlare e descrivere questo evento meteorologico a posteriori è cosa utile ma molto più interessante è ragionare su come questi fenomeni si producano e quali sono gli indizi che ogni navigante potrebbe utilizzare per essere più sicuro. Potremmo parlarne a lungo ma preferisco sintetizzare alcuni punti essenziali, forse scontati, che derivano da una vita dedicata alla navigazione e alla meteorologia marina. Sono certamente degli spunti che meriterebbero degli approfondimenti.

Un’estate torrida, un mare caldissimo

Tutti, non solo i ricercatori ma anche i meno esperti, hanno riscontrato il carattere inconsueto di questa estate, caratterizzata fino a qualche giorno fa da venti deboli, dal ristagno di aria calda e umida nei bassi strati e da una pressione quasi livellata. E’ stato un lungo periodo maneggevole per la navigazione e il primo fronte o la prima linea temporalesca avrebbe tratto vigore e straordinaria energia dai contrasti termici.

Le linee di instabilità

Molti le chiamano “squall lines” e sono infiltrazioni di aria fredda che contrastano con l’aria calda e umida e formano una serie di temporali, uno vicino all’altro, che si spostano a velocità variabili. Sul mare accumulano energia che scaricano con forti raffiche di direzione e intensità variabile. Sono temute da sempre nel Mediterraneo, poiché possono prodursi anche in situazioni di pressione quasi livellata, a debole gradiente e in condizioni meteo-marine maneggevoli prima e dopo il fenomeno.

Groppi di vento, piogge forti, venti e raffiche con intensità di uragano

Sottolineo che l’aspetto più critico di questi fenomeni è proprio dovuto al fatto che essi possono prodursi anche in condizioni meteo-marine considerate prevalentemente maneggevoli per quanto riguarda la situazione del vento e del mare. Questi sistemi possono viaggiare a incredibile velocità rispetto al moto delle unità sul mare, in questa circostanza a circa 100 Km/h, e questo fattore può incrementare anche il fenomeno delle raffiche con forza di tempesta. L’altra caratteristica del fenomeno è quella di svilupparsi in varie zone marittime a macchia di leopardo, rendendo più difficoltosa la scelta delle zone sicure.

Nel periodo peggiore

Le linee temporalesche dei giorni scorsi hanno prodotto fenomeni violentissimi in mare e sulle coste, proprio nel momento “clou” della stagione del diporto e dello yachting, con porti affollatissimi e tante barche in rada o alle boe. Questo ha esposto un numero altissimo di unità al rischio di essere investite dalla linea temporalesca, quando, in altri periodi, molte avrebbero trovato più facilmente ridosso in porti sicuri.

Il pericolo maggiore: la vicinanza alle coste

Le coste e le rade sono il momento più magico di una crociera ed è rassicurante trovarsi all’ancora in una baia protetta quando il vento soffia forte da una determinata direzione. Si può reggere la burrasca di un vento che soffia da terra con un buon ancoraggio ma non vi è nulla di più insidioso di un vento improvviso e rafficoso che cambia direzione, generato da un forte temporale. Tutto ciò diventa ancora più estremo e pericoloso quando si formano delle trombe marine e dei vortici violentissimi.

Talvolta la determinazione di allontanarsi dalla costa o di lasciare un ancoraggio ha permesso di superare situazioni difficilissime. E’ chiaro che la decisione di “uscire” per non subire in rada la furia del vento e del mare non è cosa semplice. Tutto accade velocissimamente ma in tante occasioni ciò ha permesso ai naviganti di gestire l’emergenza. Questi fenomeni hanno una durata piuttosto breve e in genere la situazione migliora rapidamente non appena la “squall line” è transitata.

L’affidabilità delle previsioni e dei modelli meteorologici

Questo è un tema che necessiterebbe di uno straordinario approfondimento. Ci deve essere la consapevolezza che il meteo sul mare, ma non solo sul mare, sebbene abbia fatto incredibili progressi, rivela ancora significativi limiti, poiché sapere con anticipo la posizione e l’intensità di un temporale violento non è una cosa semplice.

Tuttavia, è bene sapere, e questa considerazione deriva dall’esperienza operativa, che mentre i flussi del vento e lo stato del mare vengono previsti con buona accuratezza dai modelli e dalle previsioni a breve e medio termine, nel settore del monitoraggio dei temporali, una volta evidenziata dagli indici meteo, dalle carte e dai modelli una probabilità, il fenomeno va seguito nel suo sviluppo con l’ausilio del radar, dei sistemi di lightning detection, delle immagini satellitari e delle osservazioni in real time. Molti di questi strumenti sono oggi di pubblico dominio ma vanno conosciuti e utilizzati con metodo.

Il “nowcasting”

Visto il carattere che il Mediterraneo sta assumendo, con sempre più frequenti eventi temporaleschi intensi e trombe marine, la tecnica del nowcasting (monitoraggio in tempo reale), operativa in alcuni porti e nei centri specializzati, diventerà un canale informativo parallelo per mitigare, ma certamente non annullare, il rischio di essere sorpresi da queste “squall lines” anche nel giro  di poche ore: perfino un tempo brevissimo di preavviso può talvolta permettere di decidere su una scelta importante. E’ un percorso lungo e impegnativo.

Oggi le tecnologie possono dare un supporto in questa direzione ma c’è bisogno di molto, molto di più. Della consapevolezza che il Mediterraneo sta mutando carattere e che serve straordinaria prudenza e attenzione. Lo sanno bene anche i professionisti della navigazione, dai comandanti delle navi che decidono di non manovrare in un porto quando individuano il rischio imminente di un groppo, ai comandanti dei pescherecci che confessano di non riconoscere più con sufficiente anticipo i segni di un cambiamento come succedeva un tempo. Per supportare questi e altri temi collegati alla sicurezza, le compagnie di navigazione hanno creato i “Maritime Support Centers” e i “Fleet Operations Centers“, che forniscono supporto decisionale al comandante, specie in vista di criticità.

Gianfranco Meggiorin, Responsabile Navimeteo

Le fonti istituzionali

Le fonti istituzionali e le autorità marittime svolgono un lavoro straordinario di diffusione di dati, modelli, bollettini, osservazioni e avvisi. Ritengo che approfondire il tema meteo-marino sia in tutti i casi particolarmente importante, poiché la comprensione del tempo sul mare va considerata una vera e propria dotazione di sicurezza di bordo. E’ un tema che merita dedizione, credetemi.

Le tecnologie sono essenziali ma servono certamente il ragionamento e l’esperienza. Tutto ciò non potrà garantire che un giorno non ci si troverà in una situazione difficile in mare ma di certo contribuirà a dare maggiore sicurezza e consapevolezza lungo le rotte del Mediterraneo. Ringrazio qui tutti i colleghi del Team Navimeteo per il loro straordinario impegno.

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