Le prime manovre invernali portano una tempesta sul Mediterraneo
Sebbene il cuore "freddo" della massa d'aria artica non sia riuscito a sfondare pienamente nel Mediterraneo, l'elemento saliente di questo evento meteorologico è stato il fortissimo vento e le pessime condizioni dello stato del mare
Sebbene il cuore "freddo" della massa d'aria artica non sia riuscito a sfondare pienamente nel Mediterraneo, l'elemento saliente di questo evento meteorologico è stato il fortissimo vento e le pessime condizioni dello stato del mare
Dopo una prima metà dell’autunno decisamente mite, con caratteristiche tardo estive, nell’ultima settimana abbiamo finalmente avuto un vero assaggio di tempo invernale sul Mediterraneo, grazie al primo disturbo stagionale del vortice polare, un’area di bassa pressione che, pur gravitando permanentemente alle alte latitudini, a volte si destabilizza provocando l’incursione di masse d’aria gelida fin verso l’Africa, che influiscono enormemente sull’andamento della stagione invernale mediterranea.
Un’oscillazione di questa cupola d’aria fredda che ammanta i poli è avvenuta proprio nei giorni scorsi, quando due robusti anticicloni, quello groenlandese e quello delle Azzorre, si sono quasi congiunti nel loro muoversi lungo i meridiani, bloccando così i più miti flussi occidentali atlantici, per poi incunearsi nel vortice polare provocandone uno “split“, ossia una divisione dello stesso in due lobi, uno dei quali ha preso la direzione del Mediterraneo. Alla fine, sebbene il cuore “freddo” della massa d’aria artica non sia riuscito a sfondare pienamente nel Mediterraneo attraverso la Valle del Rodano, l’elemento saliente di questo evento meteorologico è stato il fortissimo vento e quindi anche le pessime condizioni dello stato del mare sui bacini italiani.
Già al primo sguardo sulla carta sinottica allegata, l’attenzione è catturata dalle isobare particolarmente ravvicinate, che marcano l’elevato salto di pressione tra i 999 hPa sulla Catena Alpina e i 1020 hPa sulla Penisola Iberica, una differenza di pressione notevole in uno spazio relativamente ridotto, che i venti tendono a colmare soffiando impetuosi.
Degne di nota i 180Km/h di vento registrati su Capo Corso e i 112 Km/h raggiunti sulla Gorgona, classificabili rispettivamente come uragano e tempesta violenta sulla scala Beaufort, accompagnati da un formidabile rialzo del moto ondoso sul Mar Ligure, con un picco d’onda di 8 metri registrato dalla boa ondametrica di Gorgona il primo mattino del 22 novembre. Con il successivo ingresso dell’esteso fronte freddo, il Maestrale è subentrato dirompente sul Golfo del Leone, dove ha raggiunto valori di tempesta violenta. Al suo seguito ha lasciato aria decisamente frizzante e cieli tersi, come solo i venti settentrionali sanno fare.
Antonio Valente – Navimeteo