Digitali ed ecosostenibili: i nuovi pescherecci italiani si ispirano al cluster norvegese per svecchiare la flotta

Fincantieri e Federpesca, la maggiore organizzazione imprenditoriale della pesca in Italia, hanno firmato un accordo per promuovere il rinnovo della flotta peschereccia italiana

26 November 2020 | di Giuseppe Orrù
L'età media dei pescherecci italiani è di 31 anni

In Italia ci sono circa 12 mila pescherecci, il 17% della flotta europea, con un’età media di 31 anni. A fronte di un aumento di richiesta di prodotti ittici, Fincantieri e Federpesca, la maggiore organizzazione imprenditoriale della pesca in Italia, hanno firmato a Roma un accordo per rinnovare la flotta peschereccia italiana.

La partnership, aperta anche ad altri operatori selezionati della filiera di settore, vedrà Fincantieri nel ruolo di leader del progetto. Il gruppo definirà alcuni standard di pescherecci da dedicare al settore ittico italiano, curandone la progettazione e facendo leva sulle competenze maturate nella costruzione di navi speciali per l’avanzato cluster ittico norvegese dalla controllata Vard.

Le unità saranno caratterizzate dai più alti contenuti innovativi, in particolare in termini di decarbonizzazione e digitalizzazione. Inoltre, grazie alla capacità di Fincantieri di integrare il contributo dei suoi centri di competenza interni, il progetto potrà valorizzare i sistemi e componenti tecnologici sviluppati dall’azienda e dalle sue controllate.

Per sostenere l’obiettivo del progetto, Federpesca offrirà una visione sistemica del mercato promuovendo l’iniziativa presso tutte le istituzioni competenti a livello nazionale e internazionale. L’associazione inoltre contribuirà a definire le specifiche tecniche richieste dal comparto, anche coordinando i contributi e le richieste degli operatori e avrà in carico la ricerca di nuovi mercati potenziali nell’area del Mediterraneo.

Il rilancio del settore si rende necessario in virtù della notevole riduzione subita dalla flotta da pesca nazionale negli ultimi decenni, che ad oggi conta circa 12 mila motopescherecci, pari al 17% della flotta Ue, con 25 mila occupati. E’ inoltre tra le più vetuste e in ritardo di competitività rispetto agli altri Paesi europei, con un’età media dei pescherecci pari a 31 anni.

Questa situazione si contrappone ad un trend in costante crescita del consumo pro-capite di prodotti ittici a livello globale, europeo e italiano in particolare. Un aggiornamento esteso della flotta peschereccia sarebbe quindi fondamentale per coprire le lacune che incidono sul mancato soddisfacimento della domanda interna (l’Italia è autosufficiente per non più del 15%), sull’ambiente, sulla qualità e sul costo delle produzioni, sulle condizioni e sicurezza del lavoro a bordo e sulla competitività e sulla sostenibilità del comparto.

Una strategia nazionale per i prossimi decenni – ha spiegato il presidente di Federpesca, Luigi Giannininon può prescindere dal favorire il ricambio della flotta da pesca italiana, rendendo il settore ittico maggiormente attrattivo per i più giovani. Un programma di rinnovamento reso necessario anche sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, dell’impatto ambientale, del risparmio energetico, della sicurezza del lavoro e della navigazione, di cui il settore ha estremo bisogno per rimanere competitivo sui mercati internazionali“.

La firma dell’accordo tra Bono (Fincantieri) e Giovannini (Federpesca)

La collaborazione con Fincantieri da questo punto di vista – ha sottolineato Giannini – è senz’altro garanzia di qualità e serietà e siamo molto orgogliosi di portare avanti insieme questo progetto che va nella direzione di riconoscere all’economia marittima un ruolo strategico per tutto il Paese“.

L’accordo attesta la grande capacità di Fincantieri – ha aggiunto l’amministratore delegato di Giuseppe Bonounica nel panorama mondiale, di trasferire tecnologie da una tipologia navale a un’altra, mutuando le soluzioni costruttive più innovative per adattarle, in questo caso, alla dimensione della pesca costiera e mediterranea“.

Il rinnovo della flotta e il rilancio dell’industria ittica – ha concluso Bono – rappresentano obiettivi di rilevanza nazionale, condivisi e sostenuti in primis da Confindustria, per lo sviluppo dell’economia del mare. Siamo quindi orgogliosi di poter guidare l’iniziativa, confermando l’impegno del nostro gruppo anche per questa dimensione socio-economica del Paese“.

 

Giuseppe Orrù

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1 commento

  1. Attilio Moro says:

    Smettetela! I pesci stanno scomparendo! Vergogna!

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