Da William Turner a Gavarrone. Alla scoperta dei ritrattisti di navi

I ritrattisti di navi e la storia di Domenico Gavarrone

Da William Turner a Gavarrone. Alla scoperta dei ritrattisti di navi

Da William Turner a Gavarrone. Alla scoperta dei ritrattisti di navi

I ritrattisti di navi e la storia di Domenico Gavarrone

3 minuti di lettura

C’era un tempo in cui maestosi velieri o semplici brigantini venivano immortalati, come in un fermo immagine, attraverso la pittura. Scopriamo insieme chi erano i più famosi ritrattisti di navi.

A cavallo tra 700′ e 800′, tra alcune importanti famiglie di armatori come i Roux a Marsiglia, i Renault a Livorno e i Luzzo a Venezia, si diffuse in tutta Europa, ed in particolare in Italia, questo antico mestiere. I ritrattisti di navi non diedero mai vita ad un vero movimento artistico, ma attraverso le loro pennellate e le loro fedeli rappresentazioni posero le basi per la futura scuola romantica.

In quegli anni il mare era diventato teatro di scontri e di tragici eventi. Basti ricordare la battaglia di Navarino o le strazianti tratte degli schiavi. Da questi episodi prese spunto il capostipite dei “marinisti”, William Turner. Le intense note cromatiche e le scene quasi apocalittiche fanno parte dello stile del noto artista inglese. Queste opere hanno influenzato i movimenti artistici successivi ed è lecito pensare che i pittori che cominciarono a rappresentare le imbarcazioni, sebbene in maniera più geometrica, abbiano preso ispirazione anche da Turner.

I “marinisti” in Italia

Con l’abbandono dei soggetti puramente religiosi, anche in Italia si diffuse un nuovo approccio estetico verso la fine del XVIII secolo. La penisola italiana infatti stava venendo a contatto con le nuove scoperte tecnologiche. In questo modo la pittura avrebbe dovuto avere un carattere più decorativo e un grande spazio era dedicato proprio al mare, anche se gli artisti di quel periodo erano rimasti legati alla pittura votiva.

Molti dei principali esponenti del movimento dei “marinisti”, termine coniato da Giuseppe Mongeri e Virgilio Colombo, realizzavano infatti i cosiddetti ex-voto. Ciò nonostante, il soggetto principale di queste opere erano i velieri, appartenenti alle famiglie di armatori e capitani. Proprio questi ultimi sentivano l’esigenza di mostrare tutta la bellezza delle proprie imbarcazioni attraverso un quadro. Un genere artistico che ebbe quindi uno straordinario successo soprattutto nelle citta marinare, dove si potevano osservare particolari scene di porto.

La storia di Domenico Gavarrone

Non è un caso quindi, che la pittura dei ritrattisti di navi abbia conosciuto l’apice del suo successo proprio a Genova, in particolare grazie a Domenico Gavarrone e Angelo Arpe. Il primo nacque nel 1821 nel capoluogo ligure e già nel 1843 realizzò i primi dipinti dedicandosi alla fedele rappresentazione di barche che costeggiavano il porto, come nel caso della rappresentazione del “Miracolo sul brigantino Annetta“.

Il quadro mostra il salvataggio di Annetta, moglie del capitano, la quale aveva rischiato la morte dopo una violenta tempesta. L’episodio offre a Gavarrone la possibilità di soffermarsi sulle caratteristiche del brigantino camogliese con i suoi portelli dipinti di nero e contornati di bianco. Nel quadro si può scorgere in maniera dettagliata anche il paesaggio genovese. Sul lato sinistro si può notare addirittura l’inconfondibile Lanterna che regala un’aurea ancora più affascinante all’opera.

Con l’avvento della fotografia, il mestiere del ritrattista di navi è ormai scomparso, ma queste affascinanti rappresentazioni evocano ancora un passato fatto di storie marinare e barche leggendarie.

Argomenti: ,