I più bei siti di immersione della costa toscana – le isole

Il litorale della Toscana offre un ricco quanto vario campionario di escursioni subacquee capace di soddisfare tutti gli appassionati

Non si va all’Argentario senza fare tappa all’isola del Giglio. E questa regola vale anche per i subacquei. Nelle sue acque dal caratteristico color smeraldo si possono programmare decine di immersioni, una più spettacolare dell’altra e adattabili a tutti i brevetti.

Cominciamo con l’immersione più famosa dell’isola, quella di Punta Fenaio, il capo più a nord del Giglio. Qui i percorsi da consigliare sono almeno una mezza dozzina. Si passa dai 15 ai 42 metri di profondità. Consigliatissima ai fotosub per la ricchezza della fauna marina è la discesa sulla franata. Chi vuole spingersi più in fondo, può scegliere di affrontare la bella parete, piena di tane e di anfratti. Attenzione che la parete scende oltre i limiti dei brevetti sportivi. Mantenetevi sempre nelle quote di sicurezza. 

A est e ad ovest di Punta Fenaio, troviamo altre due gettotatissime immersioni: Punta delle Secche e la Secca della Croce. La prima è una parete che, man mano che si scende, si addolcisce. Si comincia a 2 metri e si può scendere sino a 40. Molto pesce pelagico di grande taglia, una caratteristica, ad onor del vero, di quasi tutte le immersioni del Giglio. La Secca della Croce (dai 5 ai 40 metri) si stende sulla sella a cavallo tra due grandi picchi sommersi. Il fondale è ricoperto da lunghi spirografi e gorgonie rosse e gialle. 

Sulla costa orientale dell’isola troviamo il sito chiamato Subielli: si tratta di una dorsale rocciosa con tre grandi spaccature piene di posidonia, margherite di mare e gorgonie. E’ un’immersione adatta anche ai principianti perché non si scende sotto i 20 metri. Sempre nella costa est, c’è la classica per eccellenza del Giglio: le Scole. Anche qui, si possono programmare varie immersioni. Il fondale va dai 15 ai 40 metri ed è morfologicamente uno dei più ricchi e vari in cui mi sia mai immerso. Passerete da lunghe franate a grandi pareti sino a secche di sabbia bianca coperta da un manto di posidonia verde. 

Nella punta meridionale del Giglio, va segnalata la parete chiamata Capel Rosso. Abbiamo già detto che tutte le immersioni dell’isola offrono la possibilità di avvistare pesce pelagico ma Capel Rosso è sicuramente il posto migliore per incontrare grossi dentici e ricciole. Il tutto immersi in una nuvola di castagnole che non si allontana mai dalla parete. Attenzione alla corrente che è quasi sempre forte e alla profondità. Il fondale comincia a 18 metri ma finisce oltre i 40.

Da maniaci “relittari” come siamo, non possiamo fare a meno di concludere con due super relitti. Quello dell’Anna Bianca e quello del Nasim II. Si trovano entrambi a ridosso dell’isola di Giannutri. Il primo era una nave mercantile greca affondata misteriosamente negli anni ’70 per cause su cui non è ancora stata fatta chiarezza. Il relitto si trova ad una profondità di 30 metri appoggiato su un fondale sabbioso. La parte esplorabile è solo la poppa. Della prua non rimane che qualche lamiera sprofondata ad una profondità maggiore.

In quanto all’immersione sul Nasim II è una delle esperienze subacquee più belle che abbia mai fatto. Si tratta di una motonave con bandiera di Panama naufragata nel ’76 dopo aver colpito la scogliera. Trasportava automobili e, al momento dell’affondamento, ha sparpagliato tutto il carico sul fondale trasformandolo in un irreale “parcheggio subacqueo”. I subacquei si aggirano su quelle carcasse di auto, diventate le case di polpi e murene, che il mare ha colorato di concrezioni e sembrano non credere a quello che vedono attraverso la maschera!

Anche il relitto, adagiato su un fianco, è spettacolare ma le emozioni del parcheggio automobilistico sommerso sono inimitabili. Mi ricordo un polpo abbarbicato con i suoi tentacoli al volante di una Fiat che sembrava volerla mettere in moto. Attenzione solo alla profondità. Qui si picchia attorno ai 40 metri e anche di più. Ma vi assicuro che l’immersione li vale tutti. 

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