La conduzione: alla via!
Il campione di vela Andrea Henriquet accompagna i nostri lettori in un appassionante ed istruttivo viaggio alla scoperta dei marinai 4.0
La conduzione: alla via!
Il campione di vela Andrea Henriquet accompagna i nostri lettori in un appassionante ed istruttivo viaggio alla scoperta dei marinai 4.0
Si esce dal porto, si mette la prua quasi al vento, motore al minimo, si issa la randa mentre, libera di ruotare, fileggia e sale senza grandi sforzi, infine si poggia cominciando a mettere in forza la scotta della randa. La barca sbanda leggermente, il timone comincia a creare portanza, la barca accelera, si spegne il motore: si naviga a vela! Ora anche il fiocco e la barca parte bilanciata, silenziosa, armoniosa.
Anche avendoli vissuti un’infinità di volte, ci sono attimi, gesti, che non ti lasciano indifferente e che riesci a vedere anche nelle espressioni del resto dell’equipaggio. Condurre un’unità da diporto a vela, che sia natante, imbarcazione o nave da diporto, presuppone una serie di implicazioni tecniche molto varie, con livelli diversi di importanza e di competenze specifiche: dalla regolazione delle vele al frigorifero, dall’assetto dello scafo allo stereo, sono centinaia gli “input” che possono impegnare l’attenzione durante la navigazione.
Il marinaio ha però bisogno di dare un ordine alle informazioni, un ordine che deve dare completezza, senso delle priorità, semplicità di percorso. Barca che galleggia? Prese a mare, boccaporti, assi del timone, dell’elica: la barca è asciutta. Barca che governa? Quantità di superficie velica, centro velico e di deriva, sbandamento: la barca risponde al timone. Barca che naviga? La barca segue un piano di navigazione, sappiamo dove siamo e siamo coscienti di dove stiamo andando: la barca è in rotta.
La barca asciutta deve essere uno dei mantra del marinaio, il controllo continuo delle sentine per individuare subito le eventuali prime cause di infiltrazione ma anche per verificare il corretto stato di prese a mare e passaggi scafo. La barca che governa si raggiunge con il giusto assetto delle vele, equilibrio tra randa e fiocco, come superficie e come regolazioni, la barca deve rispondere in modo corretto ai comandi del timone.
Per la navigazione è importante tenere in considerazione, oltre al piano di navigazione di partenza, anche la possibilità, in caso di brutto tempo, di cambiare il programma: in questo caso molto utili ed efficaci sono le applicazioni, che in tempo reale possono fornire informazioni importantissime di facile accesso e aggiornate.
Tre semplici domande alle quali il marinaio deve essere in grado di rispondere, sia per poter agire, sia per decidere di non fare niente. In caso di brutto tempo e navigazione con equipaggio ci sono situazioni in cui la cosa più sicura da fare è proprio quella di non fare niente, possibilmente cercando solo di trasmettere sicurezza e tranquillità al resto dell’equipaggio.
È un cambio di turno in una notte difficile, mare e vento forte, prendo il timone e da un marinaio di grande esperienza che è stato uno dei miei maestri di Chiavari, il posto da dove sono partito per i viaggi più importanti, arriva un consiglio: “La barca galleggia, governa, naviga. Nu sta a tucca ninte! (non toccare niente)”.