Scherzi da marinai: i pesci d’aprile più divertenti che hanno come protagonista il mare
Dalle gondole colorate all’isola trasportata dalla corrente. Quando le burle navigano nell’oceano della fantasia
Scherzi da marinai: i pesci d’aprile più divertenti che hanno come protagonista il mare
Dalle gondole colorate all’isola trasportata dalla corrente. Quando le burle navigano nell’oceano della fantasia
Il primo aprile è il giorno consacrato alle burle in quasi tutti i Paesi del mondo. Non è affatto certo di come sia nata questa tradizione. Secondo alcuni, risale alla regina Cleopatra infastidita perché, in crociera sul Nilo, Antonio pigliava pesci più grossi di lei e se ne vantava. Così la regina d’Egitto chiese ad un servo di immergersi di nascosto e di attaccare all’amo del suo amante i pesci più piccoli che nuotavano sul fiume, per poterlo prendere in giro. La storia, probabilmente non è vera ma la riportiamo perché ha a che fare con la navigazione. E così ci siamo chiesti: quali sono le burle più divertenti che hanno come protagonisti il mare e i marinai? Eccovi una mia personalissima selezione di 7 “pesci” che non nuotano ma che hanno fatto la storia del primo aprile.
La Beffa della Dreadnought
Il posto d’onore delle burle compiute ai danni della Marina va senza dubbio alla cosiddetta Beffa di Dreadnought. Uno scherzo accaduto nel 1910 e che divenne famoso anche per i personaggi che lo realizzarono. Ideatore dello scherzo fu il futuro poeta irlandese Horace de Vere Cole, spalleggiato da un amico ufficiale in forza alla HMS Hawke che voleva giocare un bel tiro mancino ai colleghi della corazzata Dreadnought, che si davano tante arie perché erano imbarcati sull’ammiraglia della flotta di Sua Maestà. Cole e cinque suoi giovanissimi amici, tra i quali il pittore Duncan Grant e la futura scrittrice Virginia Woolf, si spacciarono per l’imperatore d’Abissinia e il suoi più alti dignitari, e si fecero ricevere dalla Marina britannica in pompa magna a bordo della Dreadnought. I cinque burloni si dipinsero i volti di nero, misero barba e baffi finti, indossarono improbabili e lussuosi abiti orientaleggianti e riuscirono a spacciarsi per nobili africani davanti ai più alti ammiragli inglesi, che attribuirono loro tutti gli onori dovuti a dei principi stranieri. La burla finì in Parlamento. I cinque rischiarono l’arresto ma per timore di dare ancora più risalto alla burla, l’Ammiragliato decise di non denunciare il fatto. Alla fine, i ragazzi, che erano tutti studenti, se la cavarono con una punizione corporale allora in voga nei collegi inglesi: una sculacciata sulle natiche con una verga! Solo Virginia, per il fatto di essere una donna, venne risparmiata.
San Seriffe: l’isola che naviga
La burla più riuscita realizzata da un giornalista per il primo aprile fu senza dubbio quella orchestrata da Philip Davis del Guardian nel 1977. Il quotidiano inglese pubblicò un inserto di ben sette pagine descrivendo l’isola fasulla di San Seriffe, con tanto di immagini, mappe e analisi geopolitiche. L’isola aveva la particolarità di non essere ancorata a terra, come tutte le isole che si rispettino, ma di navigare come una zattera nell’Oceano Indiano, trasportata dalle correnti. Ho raccontato tutta l’incredibile vicenda in una puntata del podcast che ho registrato per Daily Nautica e in una capitolo del mio libro “Le isole dei sogni impossibili”, edito da Il Frangente. La cosa più incredibile è che all’epoca, le agenzie di viaggio furono subissate da richieste di viaggiatori che volevano visitare San Seriffe, l’isola che non esiste ma che naviga lo stesso.
I protagonisti della Beffa di Dreadnought. Virgina Woolf è la prima a sinistra.
La Statua della Libertà è affondata
Nel 1979 due studenti dell’Università del Wisconsin, Leon Varjian e Jim Mallon, si erano candidati alla guida della Wisconsin Student Association ed avevano promesso ai loro elettori che, nel caso fossero stati eletti, avrebbero portato la Statua della Libertà da New York alla città di Madison, sede dell’Ateneo. I due furono eletti sul serio e al momento di mantenere la promessa, realizzarono una copia in polistirolo della testa e della fiaccola della famosa statua e la piazzarono a galleggiare in mezzo al lago Mendota asserendo che, loro, la statua la avevano fatta arrivare ma purtroppo era caduta dall’aereo ed era semi affondata nel lago! Qualche giornalista del Wisconsin telefonò pure ai colleghi di New York per chiedere se “Lady Liberty” fosse ancora al suo posto. La burla divenne famosa e, trent’anni dopo, il Comune di Madison fece realizzare una copia gonfiabile della statua da sistemare in mezzo al lago ghiacciato per ricordare lo scherzo. Di tanto in tanto, per particolari occasioni o celebrazioni, la struttura viene gonfiata tra l’entusiasmo generale ed è diventata una delle attrazioni principali della cittadina americana.
La Sirenetta è morta?
La Sirenetta accovacciata sulla scoglio che guarda malinconicamente il mare davanti a sé è senza dubbio l’icona più conosciuta di Copenaghen. In occasione dell’Expo di Shangai nel 2010, la statua fu portata in Cina e collocata nel padiglione danese per rappresentare degnamente la Danimarca. Il primo aprile, dei professori del Museo di Storia Naturale della città organizzarono uno scherzo, realizzando una copia della Sirenetta usando uno scheletro ed una spina di pesce. Nella notte, piazzarono la finta statua sullo scoglio scrivendo ai giornali che, purtroppo, la Sirenetta era defunta e da Shangai avevano restituito quel che ne rimaneva. Non ci ha creduto nessuno, ovviamente, ma il Comune della città danese, riconoscendo che ai suoi cittadini mancava la celebre statua, istituirono un apposito “ufficio supplenza” della Sirenetta dove chiunque poteva fare domanda ed offrirsi di esibirsi al posto della celebre statua. Il concorso era aperto a uomini e donne con la sola richiesta che il/la candidata avrebbe dovuto rimanere ferma sullo scoglio per una determinato numero di ore. Qualcuno si è pure presentato…
Gondole arcobaleno
Puntualmente il primo aprile a Venezia gira la notizia che il Comune, la Soprintendenza o chi per loro abbia ordinato ai gondolieri di dipingere le loro imbarcazioni con i colori dell’arcobaleno. Le motivazioni sono le più disparate: fare un omaggio al Gay Pride, dare un tono più allegro alla vita della città, perché il nero non è più di moda o per ritornare ai bei tempi della Serenissima in cui le gondole ognuno se le dipingeva col colore che preferiva. Il primo aprile del 1995, l’ordinanza uscì anche sulle pagine del Gazzettino. La notizia era arrivata in redazione su un comunicato stampa con carta intestata del Comune. Non è mai stato chiarito se i redattori si fossero accorti che era tutto uno scherzo al quale hanno voluto dare corda o se ci avessero creduto sul serio.
Premiata azienda di trasporto iceberg
Problemi di approvvigionamento di acqua dolce? Niente paura! Pensa a tutto Dick Smith e la sua azienda. In fondo, la soluzione è facile: basta tagliare un pezzo di Antartide e trasportare l’’iceberg sotto casa vostra e avrete acqua a volontà. E pure il ghiaccio per farvi l’aperitivo! Per un paio di mesi l’imprenditore, filantropo, uomo politico, inventore e quant’altro vi passa per la mente, Dick Smith, aveva subissato i media australiani di comunicati in cui annunciava che avrebbe risolto il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile a Sidney trasportando un iceberg nella baia. In pochi ci credevano. Smith era famoso nell’altro emisfero per essere un po’ di tutto, da produttore cinematografico ad aviatore estremo, da manager di aziende di elettronica a scrittore di libri di successo. Ma soprattutto era famoso per le sue burle. Quella mattina del primo aprile del 1978 tutta Sidney sgranò gli occhi quando vide per davvero un enorme iceberg galleggiare davanti al porto. “Vuoi vedere che Dick ce l’ha fatta sul serio?”, pensarono in molti. Poi, per sfortuna di Dick, il cielo si rannuvolò e cominciò a piovere. E l’iceberg di schiuma da barba si sciolse nell’oceano.
Argomenti: primo aprile