SPECIALE METEO – L'inverno in Mediterraneo

Le depressioni autunnali e invernali in Mediterraneo: come si sviluppano, quali sono i venti dominanti e le variabili

Liguria Nautica rilancia l’approfondimento legato al meteo: non le semplici previsioni, ma un’analisi tecnica sui fenomeni tipici del Mediterraneo e non, andando a indagare sulle cause degli stessi per fornire a tutti i diportisti delle informazioni utili a navigare con più consapevolezza.

La nuova rubrica sarà curata da Paolo Andrea Gemelli, direttore dell’Osservatorio Meteo-Sismico e del Museo Scientifico “Sanguineti-Leonardini” di Chiavari, meteorologo di alcuni importanti skipper italiani come Giovanni Soldini, Pietro D’Alì, Mauro Pelaschier, AmedeoSorrentino, e  routier a varie edizioni della Route du Rhum, Transat Jaques Vabre, Ostar e Global Challenge.

 

Inizieremo questo nuovo cammino di approfondimento dalla stagione che stiamo attraversando, l’inverno, cercando di capire le costanti e le variabili di questo particolare periodo dell’anno.

 

Perturbazioni autunnali e invernali in Mediterraneo

 

È difficile tracciare una linea di demarcazione che separi i fenomeni meteorologici mediterranei tra una stagione e l’altra. Ogni mese ha le sue caratteristiche ma, di fronte alla spiccata variabilità degli eventi a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, una classificazione troppo rigida perde di significato.

 

Il primo e più evidente elemento di distinzione tra la meteorologia invernale (in senso lato, considerando invernali i mesi da Ottobre ad Aprile) e quella estiva e’ l’assenza delle elevate temperature che favoriscono l’instaurarsi di fenomeni temporaleschi. Il secondo e’ la mancanza delle tipiche aree di alta pressione, di origine atlantica o nord africana, che caratterizzano i mesi estivi.

Il conseguente transito delle depressioni che si spostano verso est dall’oceano Atlantico influenza in particolarmente il versante occidentale del bacino dove il vento da ovest nel mare di Alboran e il regime da Mistral sul Golfo del Leone sono i principali attori della meteorologia locale.

 

Il Mar Ligure subisce l’influenza dei regimi occidentali che si traducono in flussi da sud ovest, più o meno intensi, in grado di generare onde con diverse caratteristiche in funzione della latitudine del centro della depressione atlantica.

 

Il regime da sud ovest più intenso, il libeccio, spesso associato a violente mareggiate su riviera di levante e costa toscana, si manifesta quando il margine inferiore della depressione atlantica attraversa il tratto di mare compreso tra le Baleari e il Golfo di Genova. A differenza del regime da sud ovest associato al regime da Mistral che si manifesta durante l’intero arco dell’anno, le onde del libeccio hanno un fetch (la distanza di mare libero da ostacoli su cui il vento soffia liberamente) maggiore. Se pur con altezze massime che difficilmente superano i 6 metri, le onde di libeccio dai abbattono sulla costa con la violenza delle peggiori mareggiate. “Il vento si farà lupo, il mare si farà sciacallo” scriveva De Andre’ (Parlando del naufragio della London Valour; album Rimini; 1978) descrivendo una libecciata che investì Genova il 16 Aprile 1970.

 

La sequenza degli eventi che precedono le mareggiate da libeccio parte da un progressivo calo del barometro associato, anche se non sempre in modo percepibile, all’aumento della temperatura dell’aria. Le nuvole diventano più consistenti e la pioggia aumenta. In regioni costiere come la Liguria le precipitazioni possono essere abbondanti favorite dall’accumulo di aria umida sui rilievi dell’entroterra. Le nuvole, alimentate dai venti meridionali, si sviluppano in altezza e, non appena in quota irrompe l’aria del fronte freddo, danno origine a intensi rovesci temporaleschi seguiti da rapide schiarite, aumento della pressione atmosferica e discesa del termometro.

 

L’entita’ degli effetti al suolo non dipende esclusivamente dalla perturbazione: le condizioni meteo che ne hanno preceduto l’arrivo, unite alla presenza di eventuali blocchi (alte pressioni) che ne ostacolino lo spostamento verso est, concorrono nel produrre danni, anche molto ingenti, sulla costa.

 

Altro tipo di fenomeno caratteristico dei mesi invernali e’ il ciclone mediterraneo. Si tratta di una situazione diversa da quella descritta prima: la depressione si origina all’interno del bacino e si caratterizza per fenomeni più violenti. Si origina dal contrasto tra l’aria relativamente calda e umida del mare (ancora carico del calore estivo) e le correnti fredde che transitano in quota. In modo non molto diverso da come accade alle latitudini tropicali, queste condizioni favoriscono il movimento dal basso verso l’alto dell’aria e il manifestarsi di una depressione al suolo. Viste dal satellite le depressioni mediterranee sono costituite da bande nuvolose al cui interno sono frequenti i cumulonembi: nubi estremamente sviluppate verticalmente con la caratteristica forma a incudine, che generano forti piogge e intense raffiche di vento.

 

Anche in questo caso lo spostamento della perturbazione e’ governato dai venti in quota (si considera generalmente il livello 500 hPa). Diversamente dal caso precedente lo sviluppo dei fenomeni e più rapido e mancano gran parte dei segni premonitori caratteristici delle depressioni più estese. Considerato il contributo fondamentale della temperatura del mare questo tipo di perturbazione e più frequente tra novembre e febbraio, prima che il calore estivo si sia completamente dissipato.

 

Per concludere vi proponiamo quest’interessante video con immagini storiche del naufragio del 1970, sulle note di Parlando del Naufragio della London Valour di Fabrizio De Andrè:

 

Paolo Andrea Gemelli

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