Il Museo della Subacquea Storica di Vercelli e il “mare a quadretti”

Il Museo della Subacquea Storica Vercelli nasce dall’assoluta passione per il mare di un gruppo di subacquei vercellesi

6 July 2022 | di Paolo Ponga

La provincia di Vercelli dispone di grandi paesaggi montani e di una vasta area nella piatta Pianura Padana. In quest’ultima famose sono le infinite risaie, i cui bordi hanno dato origine ad una curiosa definizione della regione: il “mare a quadretti“. Malgrado la presenza dell’acqua, tipica di queste coltivazioni, siamo però lontanissimi dal mare, dalle sue coste e dalle innumerevoli imbarcazioni che lo solcano.

Suscita, quindi, stupore e ammirazione la presenza di un museo dedicato al mare, anzi alle immersioni subacquee: si tratta del Museo della Subacquea Storica Vercelli, situato nei locali del Museo della Marina Militare intitolato al comandante Costantino Borsini, sito in piazza 4 Novembre n.5 a Villarboit (VC).

Borsini era il capitano del cacciatorpediniere classe Sauro Francesco Nullo, che venne affondato nel Mar Rosso dagli inglesi il 21 ottobre 1940 durante l’ultimo conflitto. Immobilizzato a causa dei combattimenti e di un’avaria, il comandante si operò per il salvataggio dei suoi uomini ma lui affondò con la sua nave insieme al suo attendente. Entrambi vennero decorati con la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Borsini, milanese d’origine, era di casa a Villarboit, dove abitava il fratello. Il museo di Villarboit, inaugurato il 29 giugno 2019, nasce dall’assoluta passione per il mare di un gruppo di subacquei vercellesi, capitanati dal presidente Sergio Quaglia. Oltre a costituire un punto di incontro per tutti gli appassionati della zona, il museo, con la sua collezione di materiali, apparecchiature, immagini, filmati e documenti, vuole illustrare la storia e l’evoluzione tecnica dell’attività subacquea, dai primordi fino alla fine del secolo scorso. È così che dentro i locali trovano posto maschere, mute, fucili subacquei, erogatori, computer, custodie fotografiche e cinematografiche e molto altro ancora.

La visita comincia all’esterno dell’edificio con una camera decompressiva monoposto Galeazzi, che apparteneva a un corallaro sardo, che molto probabilmente ai suoi tempi avrà saputo farne buon uso. Sulle scale, invece, si trova un manichino dotato di muta stagna, una pompa Drager per l’alimentazione dell’aria dei palombari degli anni ’30 e un completo da palombaro russo degli anni ’50. Nei locali veri e propri del museo ci sono, infine, centinaia di pezzi diversi provenienti da donazioni di privati, alcuni dei quali utilizzati da famosi subacquei come Raimondo Bucher, Luciana Civico, Andrea Ghisotti e tanti altri.

Particolarmente ricca la collezione di macchine fotosub e di custodie, profondimetri, bussole e computer subacquei. In bella vista anche il primo pezzo di un erogatore Scubapro, che appare dorato come un gioiello, e in un’altra sala un ROV (Remotely Operated Vehicle), sottomarino a comando remoto che fu utilizzato per monitorare il relitto della superpetroliera Haven affondata davanti ad Arenzano, in Liguria.

Molti dei pezzi esposti presentano spiegazioni in italiano e inglese, fornite da postazioni museali QR, ma quelle ricevute personalmente da Sergio Quaglia trasmettono la passione di un esperto subacqueo per il mare e i suoi abitanti. La sede del museo è anche un punto di incontro per gli appassionati del mare e sede di serate a tema e conferenze, grazie ad una bella sala attrezzata per gli incontri. Le visite al museo avvengono su prenotazione scrivendo all’indirizzo info@subacqueastoricavercelli.it oppure telefonando al numero di Sergio Quaglia 3292999968.

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1 commento

  1. Gianni Risso says:

    Decisamente interessante. Vale la pena di una bella visita.

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