Eataly, tra garanzie di qualità e imprese nautiche
L'azienda guidata da Oscar Farinetti si fa portatrice del mangiare responsabile e di una politica "sana"
L'azienda guidata da Oscar Farinetti si fa portatrice del mangiare responsabile e di una politica "sana"
Da pochi mesi ha aperto a Genova Eataly, dopo Torino, New York e Tokyo. Eataly non è né un ristorante né un supermercato: è un luogo a sé, in cui si sentono gli odori e si gustano sapori “dell’infanzia”.
La location, poi, è spettacolare: al Porto Antico, Calata Cattaneo, ci si può sedere a mangiare con una vista splendida sul Porto, sull’Acquario, fino al Molo antistante i Magazzini del Cotone. Eataly è nata da un’idea rivoluzionaria di Oscar Farinetti, imprenditore piemontese: creare un luogo “slow”, in cui assaporare i cibi che rendono la nostra dieta mediterranea la migliore del mondo. I vari prodotti sono selezionati da Slow Food e raccolgono le prelibatezze di ogni regione d’Italia, ad un prezzo sostenibile.
Non solo, ma i ristoranti presenti servono solo prodotti d’eccellenza: la pasta di Gragnano trafilata al bronzo, pizza fatta con pelato italiano e mozzarella fior di latte, la carne di Razza Piemontese e il pescato del giorno proveniente dalla “Cooperativa Camogli”. Andare da Eataly, per fare la spesa o per mangiare, è un piccolo piacere che ci si deve concedere ogni tanto: mangiare bene è il primo atto d’amore verso sé stessi e camminare fra i banchi da cui si vede il mare, ci fa viaggiare per la nostra bella Italia, dal pesto ligure, al grana padano della Lombardia, dalla mozzarella fiordilatte pugliese, alla bottarga di Cabras della Sardegna.
E la creatività di Farinetti non si è fermata ad Eataly: pochi mesi fa ha messo in piedi il progetto “7 mosse per l’Italia”. L’idea è talmente semplice da essere geniale: una barca a vela, vari personaggi della più diversa estrazione, sia professionale che politica (da Soldini a Illy, da Baricco a Musso), che si sono alternati a bordo del ketch “Elmo’s Fire” da Genova a New York con l’obiettivo, tangibile, di discutere earrivare a scrivere un “manifesto” in cui siano raccolte 7 proposte concrete per migliorare, e subito, la nostra bella Italia, da consegnare ai politici italiana.
Questa iniziativa, a torto, è passata sotto silenzio dai maggiori canali di informazione “popolari” ma, nonostante tutto, i naviganti imbarcati hanno raggiunto il loro obiettivo, anche con l’aiuto, fondamentale, ditutti gli italiani – e sono stati tanti- che da terra davano suggerimenti attraverso il sito. Ed ecco le 7 mosse 1: MENO politici PIU’ politica 2.: ridurre la spesa corrente COME SI FA IN FAMIGLIA 3: migliorare le entrate CHIEDERE PER STIMOLARE 4: l’esercito e la diplomazia SMETTIAMOLA di giocare alla GUERRA 5. l’Italia nel Mondo INVESTIAMO sulle nostre VOCAZIONI. 6: La Giustizia, l’Integrazione, l’Ambiente, l’Energia PER LA QUALITA’ DELLA VITA 7. Per la semplificazione, verso la laicità MENO leggi Più disciplina – MENO Chiesa Più Gesù.
Il fatto che a queste importanti consapevolezze si è arrivati in mezzo al mare, ha una valenza simbolica molto forte. I velisti sanno che la barca è il luogo per eccezione in cui si riflette, si pensa, ci si fa tante domande e si cerca di trovare qualche risposta. Se poi le nostre riflessioni si allontanano dall’IO per abbracciare il NOI, se le nostre lamentele verso il “sistema” virano verso gesti di cambiamento quotidiani econcreti, allora il vento potrebbe davvero tornare a soffiare nella giusta direzione per tutti noi e per questa nostra bella Italia.
Francesca Pradelli