22 settembre 2011

C’è chi sale e c’è chi scende: la piccola nautica nel 2011 perde il 20%

22 settembre 2011

Diminuzione del 20% delle vendite per la piccola nautica nel 2010

Diminuzione del 20% delle vendite per la piccola nautica nel 2010

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Mentre la Federagenti registra un aumento del 5% delle toccate nei porti italiani dei grandi yacht, la piccola nautica ha subito una diminuzione del 20% delle vendite rispetto al 2010.

 

Da alcuni anni le piccole imbarcazioni sono prese sempre meno in considerazione, non solamente dai porti, che diminuiscono i posti barca inferiori ai 10 metri, ma anche dagli acquirenti, che si orientano sempre più su barche che spesso sono troppo grandi per poterle portare da soli o in equipaggio ridotto e che quindi fanno le ragnatele nei porti.

 

Ed è anche vero che con la crisi cominciata qualche anno fa, l’acquisto di una piccola imbarcazione non è più una spesa affrontabile per un italiano del ceto medio, come afferma Umberto Capelli, consigliere di Ucina Confindustria Nautica e titolare dell’omonimo cantiere di Spinadesco Cremona, una delle grandi realta’ italiane nel mondo della nautica.

 

Le vendite di imbarcazioni dai 5 ai 10 metri ha sofferto nel 2011 una perdita del 20% rispetto al 2011, ma ciò nonostante i costruttori di questa categoria di barche saranno presenti al Salone di Genova.

 

E le cause di questa diminuzione non sono solo la crisi e i posti barca che non ci sono più, ma anche l’assenza di porti a secco e scivoli a mare che consentano di mettere in acqua la barca a costo zero. E come spesso nelle situazioni di difficoltà, la morsa della concorrenza si fa sentire: in questo caso si tratta dei paesi stranieri che dispongono di strutture più grandi e produzioni meglio dislocate sul territorio, che consentono di offrire prezzi più bassi: la Francia è sicuramente in questo campo l’avversaria da temere di più .

 

 

Francesca Pradelli

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