Liberalizzazione del charter, ISYBA promuove una class action
L'ISYBA (Italian Ship&Yacht Broker Association) scende in campo per dire "no" alla deregulation del charter nautico, che prevede la possibilità di affittare la propria barca anche per i privati, e che l'associazione giudica anticostituzionale
L'ISYBA (Italian Ship&Yacht Broker Association) scende in campo per dire "no" alla deregulation del charter nautico, che prevede la possibilità di affittare la propria barca anche per i privati, e che l'associazione giudica anticostituzionale
Le norme sul noleggio occasionale della propria imbarcazione stanno creando un putiferio tra gli addetti ai lavori. L’ISYBA (Italian Ship&Yacht Broker Association) sta promuovendo una class action per impedire la deregulation del charter nautico. Nel comunicato rilasciato dall’associazione (postato per l’altro tra i commenti a un nostro articolo riguardante la nuova normativa sull’affitto della barca a terzi), si leggono le seguenti parole:
«L’ordinamento generale statale non può trattare “in modo ingiustificatamente diverso situazioni sostanzialmente uguali” perché se ciò dovesse accadere tale comportamento si tradurrebbe in una violazione dell’art. 3 della Costituzione. Il compito dello Stato è invece quello di agire concretamente per metter tutti nelle stesse condizioni di partenza, dotando ognuno di pari opportunità per sviluppare e realizzare pienamente e liberamente la propria personalità. Il principio di uguaglianza è stato declinato in un generale divieto di discriminazione; si discrimina quando si trattano in maniera uguale situazioni diverse, ovvero quando si trattano in maniera diversa situazioni uguali.
Nel Disegno di Legge per la “concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitivita’” è stata inserita una norma attraverso cui si vorrebbe consentire al “titolare persona fisica, ovvero l’utilizzatore a titolo di locazione finanziaria di impiegare occasionalmente imbarcazioni e navi da diporto in attività di noleggio dietro corrispettivo”. Tale norma costituisce un evidente caso di violazione dell’art. 3 della Costituzione in quanto “discriminatoria” e risulta in contrasto con l’art. 41 della Costituzione relativamente alla libertà di iniziativa economica nell’esercizio dell’attività di trasporto di persone (viaggiatori/noleggiatori), nonché priva di prescrizioni finalizzate alla tutela della concorrenza, della trasparenza del mercato, della sicurezza dei viaggiatori/noleggiatori, della tutela delle condizioni di lavoro, delle garanzie tese a garantire l’omogeneità dei requisiti di idoneità alla conduzione del mezzo nautico.
Al riguardo si ricorda che l’attività di noleggio di unità da diporto (professionale o occasionale) ha come unica ed univoca finalita’ una prestazione di servizio (riferibile al trasporto passeggeri via mare) dietro corrispettivo, che (analogamente a quanto previsto per il “noleggio di autovetture ed autobus con conducente”) può essere cosi’ definita: “per servizi di noleggio di unita’ da diporto si intendono i servizi di trasporto di viaggiatori effettuati da un Noleggiante per uno o piu’ viaggi richiesti da terzi committenti o offerti direttamente a gruppi precostituiti, con preventiva definizione del periodo di effettuazione, della sua durata e dell’importo complessivo dovuto per l’impiego e l’impegno dell’unità da diporto adibita al servizio, da corrispondere unitariamente o da frazionare tra i singoli componenti del gruppo”.
La situazione di “discriminazione” introdotta dalla norma relativa al “noleggio occasionale di unità da diporto” è stata analizzata da ISYBA in un documento. In tale documento è stata analizzata anche la limitazione della libertà di Impresa (v. art. 41 della Costituzione) che le Società Armatrici che svolgono attività di “noleggio professionale di unità da diporto” subiranno a causa della “deregulation” concessa solo in favore delle “persone fisiche”.
Le conseguenze negative derivanti dalla prossima approvazione di tale norma non riguarderanno solo le Imprese Armatrici di unità da diporto adibite al noleggio, i Marittimi del Diporto in possesso dei Titoli professionali ed i giovani che “aspirano” ad ottenerli (obbligatori per legge), ma si estenderanno anche a tutte le Imprese di Navigazione che svolgono attività di trasporto passeggeri e trasporti pubblici non di linea per via d’acqua, compresi i Gondolieri di Venezia e i Taxi-boat di Capri.
Per i motivi sopra enunciati ISYBA, in quanto promotrice di una “class action” al fine di tutelare i diritti delle Imprese e dei relativi Dipendenti, acquisirà le adesioni dei soggetti interessati ad aderire a tale iniziativa tramite il proprio Studio Legale convenzionato».
Argomenti: Charter, Daily Nautica, tasse-&-fisco
Rispondendo a Massimo,
a mio avviso le due tipologie di locazioni, quella occasionale e quella proffessionale non andrebbero in contrasto, in quanto, sarebbe come equiparare un bed&breakfast ad un Hotel di medio/alto lusso, inoltre non penso che ci siano proprietari, amanti della loro barca, che siano disposti ad opsitare il primo venuto e sopratutto soddisfare ogni suo capriccio, per quello ci sono le agenzie di charter che per la loro proffesionalità dovrebbero e devono assecondare… anzi tale manovra dovrà essere di incetivo alle varie società di charter in modo da migliorare il loro prodotto, ci sono ancora troppe società che invece non sono proffessionali e che forse cosi o si sistemeranno o scompariranno
Già, come detto da Massimo, sarebbe bello sapere chi si nasconde dietro la sigla GIP… Un anomimo che si permette di attaccare chi lavora alla luce del sole, sostenendo l’evasione fiscale che evidentemente gli piace molto… Strano che i “moderatori” tollerino queste “anonime e strumentali” prese di posizione.
Buongiorno, io sono un operatore del charter nautico, ho costituito un’impresa, ho fatto debiti per comperare le barche, sono iscritte per la “LOCAZIONE” e quindi NON posso NOLEGGIARLE, sono iscritto alla CCIAA, devo pagare un commercialista che mi segua la parte fiscale dell’azienda, devo sottostare agli STUDI di SETTORE, devo mantenere al meglio le barche in modo che siano sempre pronte per i clienti che, giustamente chiedono che siano in perfetto stato e poi???? POI la legge permette al mio vicino di posto barca di fare TUTTO ciò che vuole???? Anche di ridermi in faccia……Questo non è liberalizzare o far ripartire il settore nautico ma è ISTIGAZIONE ALL’EVASIONE FISCALE….. A proposito, GRADIREI sapere chi sono i vari GIP, Sergio, Enzo, Cesare…. Che c’azzeccano con la nautica, come direbbe Di Pietro… Almeno dicessero chi sono o cosa fanno…..
@db, per la verità la copertura finanziaria nulla ha a che fare col noleggio occasionale, visto che in questo caso lo Stato incassa e non spende…. e intanto la norma è passata ieri alla Camera col voto di fiducia, e entro sabato concluderà l’iter al Senato per diventare Legge…..
Anche lo “Stato” si è accorto che la parte fiscale sul “noleggio occasionale” non stà in piedi… Ovvero non ha copertura. Ecco cosa è scritto nella Relazione Tecnica delle Camere:
“Si osserva che, tenuto conto del carattere opzionale del regime fiscale introdotto, la norma comporta una perdita di gettito IRPEF e delle relative addizionali non quantificata né coperta. Per quanto concerne, infine, la riduzione del gettito delle addizionali comunali e regionali all’IRPEF e dell’IRAP, andrebbero chiarite le conseguenze nei confronti degli enti territoriali tenendo conto, tra l’altro, che ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 68 del 2011 (c.d. federalismo regionale), le regioni hanno diritto a misure compensative qualora il minor gettito del tributo proprio sia dovuto a riduzioni della base imponibile per effetto di interventi statali”.
Cari amici da vecchio diportista,40 anni di vela d’altura,credo di aver capito che lo stato cerca di recuperare il 20% degli incassi in nero facendo una deregulescion cioè accettando quello che già esiste minacciando che se ti becca con passeggeri senza aver fatto l’autodenuncia di noleggio sporadico,ti massacrerà di multe,e tutti si adegueranno per paura di pagare di più,ma i prezzi dei noleggi in nero saliranno del 20% e si avvicineranno a quelli dei professionisti che recupereranno meglio dei clienti altrimenti persi.Buon vento a tutti
Adesso viene fuori che i marittimi sanno navigare meglio di un esperto velista della lega navale, che sanno spegnere incendi meglio di un pompiere, che sanno fare il blsd (ma sanno poi cosa é un defibrillatore semiautomatico????) meglio di un primo soccorritore d’emergenza…. ma fatemi il piacere, non sono i titoli che fanno il bravo marinaio….
Ma è mai possibile che ogni problema in questo paese debba essere affrontato come una partita di calcio con i tifosi a favore delle liberazioni e quelli contrari. Cosa centrano in questo caso le lobby e le caste questo è un problema di giustizia e di pari trattamento dei diritti dei cittadini. Se viene fatta una legge che stabilisce che per fare un certo lavoro si deve fare dei corsi, conseguire dei titoli, superare degli esami, costituire delle società, registrare le barche ad uso esclusivo dell’attività ecc. tutte cose che comportano tempo e costi non si può a posteriori fare una legge che stabilisce per chi svolge questa attività “occasionalmente” tutto questo non serve, come al solito quelli che si sono adeguati alle legge prima (anche contro voglia) si sentono presi in giro e truffati: vogliamo la liberalizzazione bene allora deve essere x tutti: niente più titoli niente piu società niente più tenuta della contabilità niente rgistrazione delle barche x tutti.
legge o non legge il charter abusivo rimmarrà ugualmente, soprattutto se meno caro di quello fatto da skipper proffessionisti. Quello che renderei obbligatorio invece sono certificati “base” per chiunque vada in mare anche ai non patentati..il mare, come ha gia detto qualcuno, non perdona nessuno
Ma siete impazziti tutti?
Da domani andremo tutti a fare i medici, i tassisti, gli avvocati, camionisti, marinai ecc.
Lo sputtanamento totale della professionalità!!! Lo pseudo legislatore, ignorante in materia nautica ma espertissimo nel campo dei paraculamenti sa bene dove vuole andare a parare. Non è certamente per fare un favore a tutti voi marinai della domenica, che avete tutti il vostro bel mestiere, e guai a chi ve lo tocca. Qui si tratta di mettere fine a centinaia di IMPRESE che hanno assunto MARITTIMI, investito denaro e tempo rispettando con sacrificio tutte le norme imposte dallo stato. La gente che ci lavora ONESTAMENTE porta il pane a casa ai propri figli e non lo fa giusto per abbattere i costi di gestione del giocattolo che vi siete comprato. Mettetevi nei nostri panni, altro che casta, se mi mettessi accanto al tuo studio di avvocato, senza laurea a prendermi i tuoi clienti, saresti felice? E anche a te ingegnere, dottore ecc. Ma fatemi il piacere, siete una massa di parassiti con i braccini corti.
Da semplice “diportista”, la “patente nautica” rilasciata in Italia frequentando un corso di 3/4 giorni garantisce solo il possesso di un documento “di abilitazione amministrativa”, non di “competenza”.
Per esperienza personale di charter su barche a vela all’estero:
1) in Francia la “locazione con skipper” prevede che lo “skipper” sia in possesso di un titolo professionale.
2) nel Regno Unito la situazione è uguale a quella vigente in Francia, e lo “skipper” deve essere in possesso del titolo di “Yachtmaster” valido ai fini commerciali (endorsed).
Sia in Francia che nel Regno Unito, le abilitazioni al comando per unità da diporto commerciali prevedono anche il possesso dei certificati “base” previsti dalla Convenzione STCW (PSSR (Personal Safety and Social Responsabilities Sopravvivenza e Salvataggio, Antincendio Base ed Avanzato, Primo soccorso sanitario elementare).
@ db: a mio avviso il charter occasionale ha senso solo con l’armatore a bordo come skipper; personalmente mai lasciarei il mio gioiellino in mani sconosciute, e proprio la conduzione da parte dell’armatore può essere garanzia di “occasionalità”
La legge deve essere uguale per tutti. Perchè se un pico-pallo qualsiasi prende a noleggio ops…volevo dire in locazione a breve termine un’imbarcazione a vela e porta a spasso la propria famiglia o gruppo di amici lo può fare con la sola patente nautica, mentre chi fa lo skipper occasionalmente per conto di società di charter che offrono un servizio di skipperaggio “Skipper-Optional” da Euro 130-150 al giorno (pagati a nero) per clienti che lo richiedono non può farlo se oltre alla patente nautica non è in posseso pure dei titoli professionali marittimi. Forse la vita dei propri familiari è meno importante delle persone che pagano uno skipper. Il mare non fa sconti, non guarda in faccia a nessuno, non chiede se prima ai titoli o no, non è meno clemente nei confronti delle sole persone dotati di solo patente nautica. Allora nella locazione di barca due sono le cose: o titoli professionali per tutti anche per chi non fa lo skipper per guadagno, o per nessuno. In fondo chi si mette a comando di un’imbarcazione che lo faccia professionalemente o no, se ne assume in pieno la responsabilità della persone e delle cose. Se per i signori dell’Isyba, i “Savonarola” i santi inquisitori del charter nautico il problema della la “lobby” degli “abusivi” dotati di “patente nautica” è un problema ficale, la cosa può essere risolta considerando lo skipper come un libero professionista dotato di partita IVA, in modo che possa rilasciare fattura al cliente. Se poi il problema è una questione di sicurezza in mare allora per condurre un’imbarcazione a vela dai 12/15 bisogna essere tutti in possesso dei titoli professionali marittimi, sia lo skipper della domenica sia lo skipper prefessionista se pur saltuariamente. Sempre che questi titoli servino a qualcosa, visto che all’estero non sono riconosciuti, poichè chi vuole imbarcarsi su imbarcazioni da diporto battenti bandiere UK richiedono il titolo di yactmaster, che si può ottenere in un corso di 15gg. Non è facile superarlo, è vero, ma in compenso sono fatti seriamente e non a “tarallucci e vino” come quelli previsti dalla normativa italiana; dove per ottenere tale titolo, se tutto va bene ci vogliono almeno 8 anni, visto che richiedono 36mesi di navigazione a libretto; e quando ci si arriva a 36 mesi in un’attività stagionale come il charter. E’ assurdo che chi deve lavorare nel charter nautico in Italia, , debba fare gli stessi corsi di chi si deve imbarcare su un mercantile. Visto che le dinamiche a bordo sono completamente diverse. LE LOBBY, LE CASTE, LE CORPARAZIONI DEVONO SCOMPARIRE SE VOGLIAMO CHE L’ITALIA CRESCA…. ALTRIMENTI SAREMO SEMPRE UNA NAZIONE PARAGONABILE AD UN ADOLESCENTE VIZIATO…CHI PUO’ PAGARE VA AVANTI…CHI NO RESTA PENALIZZATO..
Da “diportista” (privato cittadino), per recuperare le spese di gestione (guadagnando anche qualche cosa) da anni la concedo in LOCAZIONE a terzi tramite una Società Armatrice, che paga a me il giusto, provvede alla manutenzione della mia barca, la impiega commercialmente sotto la propria responsabilità, etc. etc.
In nessun caso, neanche se passasse la norma sul “noleggio occasionale”, mi metterei a fare “NOLEGGIO” imbarcando al Comando un “patentato nautico” che non mi manleverebbe da alcuna responsabilità civile e penale.
Anche se venisse semplificata la legge sui “Titoli Professionali”, ci saranno sempre persone che NON vorranno lavorare in regola.
E ho anche cambiato bandiera: avevo quella francese, ma per non pagare 2 tasse sono tornato a quella italiana.
Che le società di charter tutelino i propri interessi è più che legittimo, ma le leggi devono puntare all’interesse comune. E l’interesse comune è anche quello dei produttori colpiti dalla crisi, dei cantieri con gli operai in cassa integrazione, di chi dà anni non riesce a vendere la sua barca usata salvo svendere a metà prezzo, etc. Liberalizzare il charter occasionale consente di recuperare il 20% in tasse di importi che comunque verrebbero incassati in nero sotto altre forme (inutile nascondersi ipocritamente dietro ad un dito) ma soprattutto darebbe la possibilità a tanti appassionati di poter riprendere in considerazione l’acquisto di un guscio potendo contare almeno su una parziale copertura delle spese. E ciò consentirebbe di rimettere in moto il mercato…..
Come al solito ognuno cerca di tutelare il proprio orticello a scapito del bene comune.
Al ISYBA non basta che i loro aderenti siano stati esentati dal pagare la tassa di possesso sulle loro barche, mentre coloro che per risparmiare qualche euro per comprarsi la barca sono ricorsi, in piena legalità, al leasing francese la tassa la devono pagare due volte, ora vogliono impedire che gli altri ricavino qualche soldo dalla loro barca per pagare la tassa che loro non pagano!
Come molte altre cose del paese di Pulcinella, alla fine troveranno un’altro Grillo che curera’ con dovizia i loro interessi!
Come al solito ognuno cerca di tutelare il proprio orticello a scapito del bene comune.
Al ISYBA non basta che il Sen. Grillo abbia curato i loro interessi evitando ai suoi aderenti di pagare la tassa di possesso sulle loro barche, mentre io che per risparmiare alcuni euro per potermi comprare la barca sono ricorso, in piena legalità, al leasing francese, ora la tassa la devo pagare due volte. Adesso vogliono impedire anche che gli altri ricavino qualche soldo dalla loro barca per pagare la tassa che loro non pagano! Come molte altre cose del paese di Pulcinella, alla fine troveranno un’altro Grillo che curi i loro interessi!
sono assolutamente d’accordo con gip.
Tra l’altro quanto riportato a proposito di art 41 della costituzione è fuorviante e tendenzioso.
E’ vero che per la professione servono titoli etc ma è altrettanto vero che in Italia si è passati da una decina di anni ad una serie di restrizionoi che inrealtàimpediscono al comune cittadino di accedere a quella professione in favore di coloro che provengono dalla marina mercantile o militare.
Non mi stupisce più nulla di questo paese, stiamo andando a fondo come la costa concordia. Mi restituissero almeno tutti i soldi che ho speso per titoli, corsi, e tutte le altre cazzate che si vanno inventando.
Dispiace notare come il titolo della “News” sia fuorviante.
La “querelle” non riguarda “l’affitto delle barche” (ovvero la “Locazione”) che a qualunque “privato” è già concessa per mettere “a reddito” il proprio investimento nei periodi in cui non la utilizza.
Riguarda, invece, il “Noleggio”, ovvero una prestazione di servizio equiparabile al “trasporto passeggeri”, analogamente a quanto previsto per le “navi da crociera” o per i “battelli” che fanno servizio di trasporto marittimo locale (v. per esempio tra Camogli-Sanfruttuoso-Portofino).
Interessante notare come siano solo gli “Skipper-Optional” da Euro 130-150 al giorno (pagati a nero) a prendere posizione contro i “Veri Marittimi” (la “casta” che ha ottenuto i “titoli professionali” e relativi certificati STCW), ovvero la “lobby” degli “abusivi” dotati di “patente nautica”.
A giugno analogo provvedimento di “deregulation selvaggia” (non di “liberalizzazione”) era stato stralciato in quanto considerato “anti-costituzionale”. Non ci risulta che da allora la Costituzione italiana sia stata modificata…
Gip, Sergio, ma cosa scrivete se non siete informati.
A differenza delle lobby che impongono il numero chiuso di alcuni settore, come le farmacie o i notai, chiunque può aprire una partita iva e fare charter attenendosi alle Leggi dello Stato. Quindi non c’è un numero chiuso nel charter, non c’è alcuna lobby, vi sono solo IMPRESE PRODUTTIVE. Io sono amministratore di una società di charter il cui comparto riceve le prenotazioni via bonifico, quindi tracciabili, quindi con fattura necessaria. E’ uno dei pochi settori che paga le tasse. Non siamo una lobby, siamo IMPRESE che dopo questa “liberizzazione” licenzieranno i loro dipendenti e svenderanno le barche. Io me ne terrò una e, da privato, farò charter, come per legge. E con la mia auto andrò all’aeroporto a fare concorrenza ai tassisti. Liberializziamo tutto, che bello, sarà sempre Natale….Viva l’Italia dei cretini!
Questi che fanno le leggi non capiscono veramente nulla !!!!!!!!!
Dl liberalizzazioni, azzerati tutti gli emendamenti, voto di fiducia sul testo originale……. avanti così e le lobby rovinaitalia si mettano l’animo in pace….
quello degli affitti è l’unica cosa decente della Manovra, sarebbe ora di liberalizzare il charter e renderlo legale..basta con queste “caste” dove solo loro che hanno “titoli” (IMO-Gente di Mare-ecc) possano farlo..facciamo tacere ISYBA
Boicottare Ysba e tutti i suoi aderenti, opponendosi alle liberalizzazioni le lobby continuano a fare del male a questo paese, é ora che il “pueblo” reagisca….