22 marzo 2012

Liberalizzazione del charter, che dibattito su Liguria Nautica! I commenti dei lettori

22 marzo 2012

Il tema del noleggio della propria imbarcazione da parte dei privati ha suscitato un'accesa e civile discussione sulle nostre pagine. I migliori commenti degli utenti

Il tema del noleggio della propria imbarcazione da parte dei privati ha suscitato un'accesa e civile discussione sulle nostre pagine. I migliori commenti degli utenti

4 minuti di lettura

La nostra testata si sta dimostrando sempre più spazio di discussione per le tematiche legate alla nautica: dopo le valanghe di commenti che ci sono pervenute relativamente alla tassa barca, si è acceso il dibattito sulle nuove norme che prevedono la possibilità, per i privati, di affittare la propria imbarcazione. Norme che hanno indotto l’ISYBA (Italian Ship&Yacht Broker Association) a promuovere una class action contro la deregulation del charter nautico (cliccate QUI se volete saperne di più).

 

Vi ringraziamo perché una discussione così partecipata sull’argomento, pur mantenendo toni pacati e con commenti precisi, puntuali e – diciamolo – ben scritti, costituisce un unicum nel panorama mediatico nazionale. Ecco alcuni dei migliori commenti che abbiamo approvato. Continuate a seguirci!

 

Giuseppe Mavilla: «A differenza delle lobby che impongono il numero chiuso di alcuni settore, come le farmacie o i notai, chiunque può aprire una partita iva e fare charter attenendosi alle Leggi dello Stato. Quindi non c’è un numero chiuso nel charter, non c’è alcuna lobby, vi sono solo IMPRESE PRODUTTIVE. Io sono amministratore di una società di charter il cui comparto riceve le prenotazioni via bonifico, quindi tracciabili, quindi con fattura necessaria. E’ uno dei pochi settori che paga le tasse. Non siamo una lobby, siamo IMPRESE che dopo questa “liberizzazione” licenzieranno i loro dipendenti e svenderanno le barche. Io me ne terrò una e, da privato, farò charter, come per legge. E con la mia auto andrò all’aeroporto a fare concorrenza ai tassisti. Liberializziamo tutto, che bello, sarà sempre Natale….Viva l’Italia dei cretini!».

 

Cesare: «Come al solito ognuno cerca di tutelare il proprio orticello a scapito del bene comune.
All’ ISYBA non basta che il Sen. Grillo abbia curato i loro interessi evitando ai suoi aderenti di pagare la tassa di possesso sulle loro barche, mentre io che per risparmiare alcuni euro per potermi comprare la barca sono ricorso, in piena legalità, al leasing francese, ora la tassa la devo pagare due volte. Adesso vogliono impedire anche che gli altri ricavino qualche soldo dalla loro barca per pagare la tassa che loro non pagano! Come molte altre cose del paese di Pulcinella, alla fine troveranno un’altro Grillo che curi i loro interessi!».

 

Gip: «Che le società di charter tutelino i propri interessi è più che legittimo, ma le leggi devono puntare all’interesse comune. E l’interesse comune è anche quello dei produttori colpiti dalla crisi, dei cantieri con gli operai in cassa integrazione, di chi dà anni non riesce a vendere la sua barca usata salvo svendere a metà prezzo, etc. Liberalizzare il charter occasionale consente di recuperare il 20% in tasse di importi che comunque verrebbero incassati in nero sotto altre forme (inutile nascondersi ipocritamente dietro ad un dito) ma soprattutto darebbe la possibilità a tanti appassionati di poter riprendere in considerazione l’acquisto di un guscio potendo contare almeno su una parziale copertura delle spese. E ciò consentirebbe di rimettere in moto il mercato…».

 

Remo Pancin: «Ma è mai possibile che ogni problema in questo paese debba essere affrontato come una partita di calcio con i tifosi a favore delle liberazioni e quelli contrari. Cosa centrano in questo caso le lobby e le caste questo è un problema di giustizia e di pari trattamento dei diritti dei cittadini. Se viene fatta una legge che stabilisce che per fare un certo lavoro si deve fare dei corsi, conseguire dei titoli, superare degli esami, costituire delle società, registrare le barche ad uso esclusivo dell’attività ecc. tutte cose che comportano tempo e costi non si può a posteriori fare una legge che stabilisce per chi svolge questa attività “occasionalmente” tutto questo non serve, come al solito quelli che si sono adeguati alle legge prima (anche contro voglia) si sentono presi in giro e truffati: vogliamo la liberalizzazione bene allora deve essere x tutti: niente più titoli niente più società niente più tenuta della contabilità niente registrazione delle barche x tutti».

 

A QUESTO LINK L’ARTICOLO ORIGINALE E TUTTI I COMMENTI

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13 commenti

  1. porkus nautikus says:

    Sig.re Marco. IO NON LAVORO AL NERO lo stato si prende dalla mia busta paga le dovute tasse dalla mia primaria attività part-time di impiegato. E PAGO LE TASSE anche con la mia seconda attività di ditta Individuale nel settore dei servizi turistici. E non sono un “mafioso” tantomeno reputa codesta nuova legge una legge “mafiosa” forse da fastidio alle corporazione e associazioni di categoria.

  2. giampy says:

    anch’io con un’imbarcazione di 10,18 mt, vorrei recuperare qualcosa usando l’imbarcazione come bed e breakfast e/o con piccole crociere anche giornaliere lungo costa.
    Sarà realizzabile?

  3. zankel says:

    Bravo Monti hai capito il problema della piccola nautica, la possibilità del privato di noleggiare la propria “piccola” imbarcazione darà sicuramente uno slancio al mercato ed alal nautica.

  4. marco says:

    Ma continuate a parlare di attività imprenditoriale….
    …voi “occasionali” sarete imprenditori o no? Di che professionalità parlate?
    Perchè un panettire deve avere la partita IVA, l’avvocato deve avere la partita IVA, il parrucchiere deve avere la partita iva ecc. e voi no?
    Non dimenticate che a bordo voi porterete gente che PAGHERA’ un servizio, come in tutti gli altri casi “legali”. Non saranno gli amici della domenica. Continuate a dire che sul mare non è il titolo che da sicurezza, verissimo, ci sono marinai di tutto rispetto in giro ma ricordate, il cliente deve essere tutelato in tutti i suoi aspetti. Quali garanzie avrà l’ignaro cliente da parte dell’occasionale sig.X? Come farà a far valere i suoi diritti se qualcosa andrà storto, e il sig.X non ha l’assicurazione giusta?
    Chi garantirà il cliente se le dotazioni di sicurezza sono scadute o addirittura assenti?
    Certo che la qualità farà la differenza, ed è proprio su questo che noi puntiamo ed abbiamo già puntato per combattere la già cospicua concorrenza sleale di questi ultimi anni!!

  5. gip says:

    La liberalizzazione è legge, Napolitano ha firmato, chi è pro resta pro e chi è contro resta contro. Capisco e accetto le argomentazioni di tutti, quello che invece non concepisco è il concetto che non si debbano cambiare le regole solo per tutelare i diritti acquisiti (vedi marittimi etc.). Ritengo in generale che il cambiamento sia non solo utile, ma doveroso quando va a vantaggio dell’intera società e non dei singoli o delle lobby. Quanti sono quelli che a pochi mesi dalla pensione si sono visti prolungare il periodo di permanenza in servizio con l’improvviso innalzamento dei termini? Anche loro hanno diritto, alla pari dei marittimi in regola con le lunghe e costose abilitazioni, di protestare, ma avremmo dovuto forse per questo assistere senza muovere un dito alla bancarotta dell’Inps? Sono convinto che alla fine il successo venga sancito solo ed esclusivamente dalla qualità del servizio, che non può essere certificata da alcuna abilitazione. Non è forse questo lo spirito con cui si deve intraprendere una attività imprenditoriale?

  6. Michele says:

    Qualcuno che legifera, codifica ed elabora regolamenti dovrebbe cominciare a spiegare perché un’imbarcazione abilitata alla navigazione senza limiti se viene noleggiata DEVE avere una determinata dotazione, anche di sicurezza (mi riferisco a radio HF SSB, MMSI e relativo epirb, comandante con certificazioni varie, tra le quali SRC o LRC, ecc.), mentre se la stessa viene data in locazione ad un privato non è necessario che abbia tutto ciò.
    E poi, a chi dice che allora le imprese del settore potrebbero SEMPRE dare in locazione per “risparmiare” sui costi di gestione, vorrei chiedere COME si fa a dare in locazione SENZA COMANDANTE TITOLATO un caicco di 18 metri da 35 tonnellate: barca che si potrebbe condurre, da privati, con la normalissima patente vela/motore senza limiti (auguri, al momento dell’attracco!). Senza contare che, se presente un leasing (italiano) sull’imbracazione, concesso all’impresa armatrice, difficilmente contemplerà la locazione di un “oggetto” del genere.
    E ancora: un privato penserà di dare in locazione la propria imbarcazione per proprio conto, affidandosi solamente all’assicurazione RC corpi o stipulando una seria (e costosa) assicurazione kasko? Anche in questo caso, auguri a chi non se la sentirà di spendere 4.000 o 5.000 Euro per la seconda ipotesi. O si spera che le compagnie di assicurazione creino delle polizze ad hoc – settimanali, quindicinali o spot – per coprire l’imbarcazione negli occasionali periodi di locazione?
    A chi, stupidamente e superficialmente – non so come altro definirlo – parla di realtà costituite per la maggior parte di mega yacht intestati a società di comodo ecc., chiederei di farsi un giro per le capitanerie o pagare qualche visura per rendersi conto che solo i soggetti che salgono alla ribalta delle cronache rientrano nella categoria da lui delineata. Il mare è profondo, senza dubbio più del pensiero di tanti uomini, e anche il settore degli imprenditori (seri) della nautica lo è: consiglio di esplorare entrambi e non stupirsi se quanto si scopre è molto diverso da quanto si è immaginato, fermandosi alla superficie.
    Giustamente è stato detto che non di liberalizzazione si tratta, poiché oggi CHIUNQUE può metter su un’attività imprenditoriale di locazione o noleggio: il problema è che il “solito” mare non fa distinzioni tra chi è obbligato dalla legge ad avere un equipaggio professionale e una dotazione di sicurezza minima, ridondante fintanto che non serve, e chi è libero di decidere a suo giudizio ed arbitrio chi e cosa avere a bordo per garantire sé stesso, la barca e, soprattutto, equipaggio e passeggeri.
    Per concludere, ricordo quanto è stato difficile, per i soliti imprenditori (seri) del settore della nautica, “giocare” secondo le regole dello Stato, quello stesso Stato che nel 2005 ha varato il nuovo Codice della navigazione, promettendo un regolamento applicativo entro i 3 mesi successivi all’adozione e poi, dopo 3 anni (ANNI!), il 20 dicembre 2008 ha finalmente emanato lo stesso, stravolgendo le regole da lui stesso stabilite e costringendo la maggior parte degli armatori professionali ad alare le proprie imbarcazioni, adeguarne la dotazione (compreso, per le unità abilitate alla navigazione senza limiti dalla costa, il famigerato apparato HF SSB che tra unità ricetrasmittente, antenne, impianto di alimentazione separato ed omologazione PP.TT. arrivava a costare fino a 10.000 Euro e 3 mesi di iter burocratico) e procedere con la pratica per ottenere la NUOVA certificazione di abilitazione al noleggio (con tanto di ispezione carena, che, nel caso di imbarcazioni di legno, comportava il portare a legno lo stessa).
    Come in tutte le cose, prima di esprimere giudizi e pareri si dovrebbe conoscere la realtà e – perché no? – la storia che l’ha generata.

  7. marco says:

    Signori, come al solito, siete male informati o fate finta tutti voi che plaudete alla “folle legge mafiosa”. Noi noleggiatori siamo stati OBBLIGATI a metterci in regola. Il noleggio in Italia non è vero che è costituito solo da grandi barche ….invece ci sono una infinità di piccoli armatori con piccole barche che hanno anche dovuto acquistare un apparato HF-SSB (3.500 euro), certificato GMDSS e relativo corso (900 euro), EPIRB (600 euro)ecc. ecc. certificato del noleggio (800 euro), Contributi di 2 marittimi (7.000 euro l’anno), Consulente per tenuta della contabilità (3.600 euro l’anno) ecc. ecc. più le relative tasse. Per arrivare ai 30.000 euro l’anno lordi IVA compresa bisogna lavorare tutta la stagione, altro che occasionale. Cosa volete che sia una misera tassa di possesso di 450 euro?
    Il tutto per una barca di 12 metri
    Considerate che tutto questo non serve per ridurre i costi della barchetta…ci si porta da mangiare a casa!!!
    Sig. Porkus Nautikus, penso proprio che lei abbia lavorato e continuerà a lavorare A NERO e se ne fregherà anche di questa “folle legge Mafiosa”!!!!!!!!

  8. isyba says:

    Carissimi Operatori, alcuni Senatori della Repubblica Italiana hanno proposto e fatto approvare (dimostrando una sospetta competenza, sensibilità e conoscenza del lavoro a nero e dell’evasione fiscale perpetrata per tanti anni nel settore Charter Nautico) una norma di legge “anti-costituzionale”, contraria alla logica dello sviluppo economico, contraria alle esigenze dei Marittimi del Diporto (quelli che hanno investito in proprio per ottenere i certificati a pagamento obbligatori per la Convenzione STCW), contraria alle logiche econonomiche su cui si basa lo sviluppo dell’Industria del Turismo, contraria all’opinione della Ragioneria di Stato (norma priva di copertura finanziaria), norma discriminatoria, norma priva di equità, norma priva di qualsiasi fondamento. Norma già “cassata” a giugno 2011 da Camera e Senato della Repubblica italiana. Che cosa è cambiato successivamente? Lo chiedo al Sottosegretario Catricalà direttamente, ricordando all’ex- Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la “Class Action” che a breve verrà promossa da ISYBA a tutela dei diritti degli Imprenditori “veri” del settore e dei tanti lavoratori Marittim del Diporto “regolari”…
    Mi viene spontanea una domanda all’attuale “simpatico a pochi amici suoi” Sottosegretario Catricalà, ex-Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato:
    “Perchè in data 13 settembre 2010, in occasione della presentazione della “rinascita” della Rivista “Diritto della Navigazione” ha incentrato impropriamente il suo intervento da “esperto” sulla necessità di “liberalizzare l’attività di locazione e noleggio di unità da diporto in favore dei Privati”, a discapito di chi (le Imprese) legalmente e con grandi sacrifixi e costi cercava di “lavorare” insieme ai tanti (mal rappresentati) Mritiimi del Diporto; ovvero tutti quei soggetti che, per rispetto delle leggi vigenti, hanno investito per affermare “DIRITTI” che oggi “tecnicamente” si vorrebbero negare per ragioni non “tecniche”, ma di convenienza illegale di qualche “amico” che vorrebbe sostenere con norme di legge “di comodo”?
    Una risposta sarebbe doverosa, visto il ruolo di “responsabilità pubblica” che oggi ricopre, caro sottosegretario Catricalà…
    Risposta che Lei, sottosegretario Catricalà, ovviamente non si degnerà di offrire alle Imprese Armatrici che, per la sua incompetente iniziativa, saranno costrette a prendere: la messa in liquidazione per impossibilità a perseguire il proprio oggetto sociale.
    Risposta che Lei, sottosegretario Catricalà, ovviamente non si degnerà di offrire ai Marittimi del Diporto che, per rispettare le norme di legge vigenti, hanno dovuto investire per ottenere le proprie abilitazioni professionali (quelle previste dalla Convenzione Internazionale STCW 95, che lo Stato italiano sembra oggi dimenticare). E che oggi aumenteranno il numero dei “disoccupati” in Italia.
    Grazie sottosegretario Catricalà, all’evento del 13 settembre 2010 ero presente ed ho ascoltato con “vivo stupore” le sue affermazioni decisamente “fuori luogo”. Non avrei mai pensato che si potessero trasformare in realtà, a meno che le sue “fantasiose affermazioni” non fossero state SUGGERITE da qualcuno, molto interessato alla trasformazione in relatà di certe “favole”.
    La ringrazio per il suo operato teso alla distruzione della maggioranza delle Imprese Armatrici italiane che operavano nel Diporto “commerciale” ed alla perdita di lavoro “regolare” da parte dei Marittimi del Diporto.
    Con viva ammirazione per la sua attività “tesa allo sviluppo”.
    Massimo Revello
    (Presidente ISYBA)

  9. porkus nautikus says:

    Stando al Codice della Navigazione: le unità da diporto di stazza lorda < 50 ton. sono equiparate alle navi mercantili, con conseguente distinzione:
    – le unità a motore sono equiparate alle navi mercantili di stazza lorda < 10 ton
    – le unità a vela sono equiparate alle navi mercantili di stazza lorda < 25 ton.
    Per tanto su un'imbarcazione da diporto (dai 10-24metri) deve esserci comunque una persona che si assume le responsabilità di comandante. Responsabile della sicurezza dell'imbarcazione e della via delle persone imbarcate. Da questa attribuzione consegue che tutte le persone che si trovano a bordo sono soggette "all'autorità" del Comandante (se pur della domenica/occasionale), il quale impone il comportamento più adatto alla sicurezza della navigazione e della convivenza a bordo.
    Quindi: non vuol dire che con la locazione non ci sia uno skipper a bordo e nel noleggio si. A bordo deve esserci sempre uno skipper che sia titolato o meno.

    Assodato che per chi fa lo skipper su imbarcazione a noleggio (di solito sono mega yacht a motore di gente molto, ma molto ricca che danno in gestione le loro "barchine" a fittizie società di charter di copertura) debbà essere in possesso dei Titoli Professionali Marittimi. I titoli non sono necessari per condurre imbarcazioni con contratto di locazione:
    – L'art.1 della legge n. 172 dell'8 luglio 2003 – Per locazione si intende il contratto con cui una delle parti si obbliga in cambio di un corrispettivo a far godere all'altra parte per un dato periodo di tempo l'unità da diporto. In tal caso l'unità passa in godimento autonomo del conduttore il quale esercita con essa la navigazione e ne assume la responsabilità. In tale regime l'unità è condotta con la patente nautica, se prescritta, e può imbarcare il numero dei passeggeri indicati nella licenza di navigazione.

    Mentre bisogna essere in possesso dei Titoli professionali marittimi per condurre imbarcazioni a noleggio:
    – Per noleggio, invece, si intende il contratto con cui una delle parti, in corrispettivo del nolo pattuito, si obbliga a mettere a disposizione dell'altra parte l'unità per un determinato periodo di tempo da trascorrere a scopo ricreativo in zone marine o acque interne di sua scelta, da fermo o in navigazione, alle condizioni stabilite dal contratto. L'unità noleggiata rimane nella disponibilità del noleggiante, alle cui dipendenze resta anche l'equipaggio. Per comandare le unità impiegate nell'attività di noleggio la patente nautica non è valida ma è necessario possedere un'apposita qualifica, di cui al decreto n. 121 del 10 maggio 2005 recante la disciplina dei titoli professionali del diporto, che stabilisce anche i requisiti necessari e le modalità per conseguirli.

    I signori di un'associazione di categoria…sostengono chi conduce sotto compenso un'imbarcazioni con contratto di Locazione deve essere anche'esso in possesso dei titoli professionali marittimi.
    Ora spiegatemi perchè se il sign. Brambilla prende per una settimana un'imbarcazione con un contratto di locazione e porta gratuitamente familiari e amici lo può fare, è abilitato, è un bravo marinaio, ecc, ecc. Mentre se lo stesso sign. Brambilla la settimana successiva prende di nuovo la stessa imbrcazione in locazione e chiede un compenso per la sua prestazione magari a degli amici, degli amici, ecc. di colpo da una settima all'altra passa per un criminale, non lo può fare, non è abilitato, è un incosciente, non è un bravo skipper, è un pirata…ecc. ecc.
    Diceva Boskov…Rigore è quando arbitro fischia…Per tanto skipper è: quando sei a bordo di una barca, con titoli o senza titoli….In fondo il mare non fa sconti, prima di prenderti a sberle non ti chiede sa hai o no i titolo professionali. La patente nautica resta l'unico titolo per condurre un'imbarcazione da diporto con ho senza titoli. Se una persona dotata di solo patente nautica porta a spasso su una barca persone a titolo gratuito o sotto compenso non avendo le competenze nautiche necessarie, comunque per il Codice della Navigazione se ne assume in pieno le proprio responsabilità sia penalmente sia civilmente.

    Una circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2005 in risposta proprio ad una richiesta di un'associazione di categoria, chiariva che vertendo in tema della LOCAZIONE l'ordinamento NON RICHIEDEVA il possesso il possesso dei Titoli Professionali Marittimi. Questo perchè il conduttore (colui che stipula il contratto di locazione) è libero di decidere di far condurre l'imbarcazione presa in locazione ad una persona di sua fiducia e gradimento, non essendo obbligato ad affidarsi ad una persona con i titoli professionali marittimi; per farla breve il problema è solo di natura fiscale e non altro. Cosa che mi è stata confermata anche da esponenti della Capitaneria di Porto, i quali non erano affatto al corrente di sanzionare skipper non dotati di titoli professionali marittimi a bordo d'imbarcazioni prese con contratto di locazione. Al massimo erano sanzionabili dal punto di vista fiscale dalla G.d.F. se accertato di avere preso soldi al nero. E allora: perchè non dare la possibilità nella Locazione di far apire una partita IVA agli skipper occasionali così pagherebbero anche le tasse, e dare la possibilità di far lavorare a diversi giovani che vorrebbero fare quest'attività che si colloca tra la nautica e il turismo allo stesso tempo.
    Ma per i signori di un'associazione di categoria non è così. Chi sa perchè ? Forse perchè fanno gli interessi di tanti ex comandanti in pensione o di quelli che non trovando imbarco su navi commerciali emercantili mirano a tutte le forme del charter? Sia a noleggio sia in locazione?
    Allora due sono le cose: ho titoli professionali per tutti, anche per chi va a mare solo per vacanza, oppure si istituiscono corsi di formazione specifici per il charter nautico fatto per chi vuole lavorare sulle imbarcazioni (dai 10 ai 24mt.) adibite al charter. E' impensabile che i corsi professionali marittimi (preclusi per chi è iscritto alla 3° categoria della gente di mare) debbano essere gli stessi: sia per chi si deve imbarcare su navi commerciali di grossa stazza sia per chi vuole lavorare nel charter nautico. Le dinamiche ha bordo sono totalmente diverse. E' ancora più assurdo che un settore turistico, se pur nel campo nautico, bisogna essere considerati marittimi e si necessita l'iscrizione alla gente di mare.

  10. Roberto says:

    Ma avete mai sentito dire a un albergatore che il privato che affitta la sua casetta al mare lo farà chiudere? Se il livello è questo vuol dire che le aziende del charter non sanno dare e valorizzare i loro servizi. Il problema in tal caso sarebbe solo loro. Fra l’altro questa norma è un vantaggio per gli operatori, perchè anzichè acquistarle, immobilizzando grandi capitali, potranno reperire sul mercato le barche da affittare ai propri clienti. Ma forse qualche scalcagnato operatore del settore puntava a diventare un taxi del mare (con conseguente lobby)!

  11. Giovanni says:

    Ho un imbarcazione che purtroppo visti i tempi sta diventando un peso, economico,
    L’imbarcazione direi quasi storica è del 1941, di 23 metri a motore, bandiera italiana ed intestata a persona fisica, non ha mai effettuato charter, l’intenzione era quella di affidarla ad un agenzia, la quale avrebbe occasionalmente assunto il personale a lavoro confermato, ma nessuna agenzia è interessata a prendersi questa responsabilità.
    Visto le problematiche, per la navigazione, avrei pensato di usare l’imbarcazione come bed e breakfast, perciò a barca ferma in porto,vorrei sapere se ci sono e quali delle procedure da eseguire. cordialmente Giovanni

  12. Romano Antonio says:

    Come sempre hanno tutti ragione.
    Le società di noleggio, che devono rispettare regole e procedure impegnative e costose, hanno ragione nel sentirsi defraudare di una parte di mercato da una concorrenza sleale inquanto costituita da operatori esentati dai suddetti oneri.
    D’altra parte i diportisti sono sempre più oberati da costi e tasse in continua e precipitosa evoluzione, che rendono sempre più pesante mantenere in piedi la loro passione, spesso costituita da una barca di qualche decina di migliaia di euro. La possibilità di poter alleggerire tali costi con il noleggio aiuta a tirare avanti.
    Dico la possibilità perchè sono convinto che poi il fenomeno sarà limitato ad un livello più psicologico che reale, con incidenza irrilevante sull’attività delle imprese di settore.
    Detto questo ritengo che sarebbe opportuno limitare il noleggio privato in una fascia di mercato, da individuare da parte degli operatori di settore, che è scarsamente interessante per le società di noleggio, ma è più facilmente attuabile da parte dei privati. Mi viene in mente per esempio una crociera lungo costa nei week end.

  13. Pier says:

    A parte l’ormai banale battuta che un governo con a capo uno che si chiama Monti non può far che danni quando si parla di Mare, qualcuno ha spiegato loro la differenza tra noleggio e locazione???
    Pensano che un privato possa fare attività “una tantum” con la propria imbarcazione dandola in locazione (cioè senza skipper) oppure lo stesso privato potrà fare da skipper (noleggio) senza i titoli? Vogliamo chieder loro di informarsi prima di parlare????!!!!!!