29 marzo 2012

Decreto Liberalizzazioni, i vostri commenti

29 marzo 2012

L'Ucina ha espresso pareri favorevoli verso le modifiche apportate al Decreto Liberalizzazioni relative alla nautica da diporto e al charter. Ma non tutti i diportisti la pensano così...

L'Ucina ha espresso pareri favorevoli verso le modifiche apportate al Decreto Liberalizzazioni relative alla nautica da diporto e al charter. Ma non tutti i diportisti la pensano così...

3 minuti di lettura

Sebbene l’Ucina abbia espresso pareri favorevoli riguardo alle misure sulla nautica contenute nel Decreto Liberalizzazioni approvato dalle Camere, non tutti i diportisti e gli operatori hanno fatto altrettanto. Ecco alcuni dei vostri commenti relativi all’articolo che avevamo postato contenente il comunicato stampa rilasciato da Confindustria nautica: il popolo della nautica, come spesso accade, è diviso, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di noleggiare la propria imbarcazione da privati.

 

Luciano Panizzutt: “I marittimi professionisti non possono essere contenti di questo provvedimento, che vanifica anni (e denari) spesi per ottenere i titoli professionali necessari fino a ieri per comandare le unità da diporto adibite al noleggio. Da oggi (salvo auspicabili riensamenti) basterà una semplice patente nautica. Ci si riempie sempre la bocca con il termine “sicurezza” quando succedono disgrazie in mare, ma ci se ne dimentica subito dopo, davanti agli interessi di qualcuno”.

 

Ron Hall: “Si condivido e approvo ogni punto dal project financing per la realizzazione di porti turistici, passando per la liberalizzazione di noleggio occasionale alla nuova normativa prevista del decreto liberalizzazioni che insieme danno prova di un gran senso di “fair play” non soltanto vis à vis dei cittadini CE, ma verso tutti”.

 

Remo Pancin: “Bene … è stata uccisa una professione appena nata ed è stata “liberalizzata” o meglio legalizzata l’evasione nel settore del noleggio nautico a vantaggio dei soliti furbetti che lo hanno sempre perseguito e che adesso se la ridono di quegli ingenui fessacchiotti che si sono adeguati alle leggie che hanno costituito le società, pagato le tasse, conseguito i titoli i corsi IMO ecc ecc… complimenti … ma chi è che controlla che venga superato il limite dei 30.000€ ??? … non resta che piangere e adeguarsi”.

 

Maurizio: “E’ semplicemente assurdo!!! Ci sono società che hanno investito milioni di euro nella costituzione di una società di Charter (compreso acquisto barche varie), grazie alla regolamentazione della predetta attività, ed adesso si vedono inflazionato il settore con l’introduzione di questa possibilità di poter noleggiare la propria barca. Quindi da una parte vi saranno aziende che vedranno ridotti i propri margini reddituali e quindi con notevoli difficoltà di pagare rate leasing varie e personale, dall’altro vi saranno gli armatori ricchi che chiaramente in nero e senza pagare tasse e stipendi, faranno sempre più soldi. Credo che oramai questo Paese abbia proprio toccato il fondo. Cambiare paese al più presto, questa è una delle soluzioni più efficaci, l’altra è la rivoluzione, ma anche per questa non abbiamo il coraggio. Forse i MAIA si riferivano a questa situazione, in fondo è la stessa cosa”.

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12 commenti

  1. Giovanni says:

    Credo che la legge sia giusta, la barca è onorosa, ha tanti costi, perche un privato non può decidere nell’ottica di recuperare delle spese sostenute di cedere occasionalmente la sua imbarcazione?
    Fino ad oggi non potevi decidere, o il noleggio o l’uso privato. L’investimento di una barca equivale a quello di una casa, e deve avere le altrettante oppurtunità. Capisco che per chi ha investito in corsi e brevetti siano soldi buttati, anche se in realtà saranno sempre credenziali da esporre al futuro cliente.
    Perchè non liberarsi anche delle agenzie marittime? Quanto chiedono per una normale assunzione, versamenti , conti intestati a loro, un burocrazia incredibile, con costi incredibili.
    Era normale che un imbarcazione sotto 24 metri che decidesse di fare charter fosse trattata come un traghetto? Credo proprio di no. Se il mercato non si apre, alla fine molti saranno costretti a fuggire dalla nautica per i costi da sostenere.

  2. dal 1992 svolgo regolarmentel’attività di scuola vela e noleggio con imbarcazioni a vela dal porto di Savona, mi sono sempre adeguato alla normativa vigente.Attualmente possiedo un’imbarcazione di 41 piedi su cui sono regolarmente imbarcato come conduttore al comando, ho fatto tutti i corsi STCW compreso GMDSS. La barca nonostante Epirb e annoazioni supplementari varie è ancora immatricolata entro le 12 miglia perchè priva ancora di sazione radio SSB Gmdss
    Mi faccio la busta paga e mi pago i contributi come marittimo e per gli studi di settore cui sono sottoposto devo fatturare almeno 45 mila euro l’anno!
    Credo che che nella mia situazione regolare siamo in 12.
    Pago il posto barca nella darsena.
    Il mio vicino di barca quest’estate noleggia!!!
    sottobosco!!!!

  3. ISYBA says:

    Gent.mo Eugenio Ruocco,

    se davvero vuole fare ammenda si scusi formalmente con tutti gli Imprenditori ed i Marittimi in possesso dei titoli professionali previsti per legge, dovrebbe pubblicare una specifica newletter di RETTIFICA e scuse formali a tutti i nominativi che hanno ricevuto e letto questa frase:

    “…. il “SOTTOBOSCO”, come sempre, è diviso, soprattutto per quanto riguarda il la possibilità di noleggiare la propria imbarcazione da privati.”

    E ciò in quanto la parola “SOTTOBOSCO” l’ha riferita espressamente alle Imprese ed ai Marittimi titolati del Diporto, quelli totalmente penalizzati da un provvedimento (noleggio occasionale) anti-costituzionale, privo di copertura finanziaria come rilevato dalla Corte dei Conti, distorsivo della concorrenza etc. etc.

    Auspico, quindi, che negli stessi tempi tecnici che le hanno consentito di modificare frettolosamente l’articolo “eliminando” i riferimenti al “SOTTOBOSCO”, detto articolo venga riproposto nella versione originale, con evidenziata la sua doverosa RETTIFICA e PRECISAZIONE sul termine “SOTTOBOSCO”.

    Distinti saluti.

    Massimo Revello
    (Presidente ISYBA)

  4. giulio says:

    è tutto un gran casino! pima fanno una legge che colpisce lo stazionamento poi, in men che non si dica, la acmbiano colpendo la proprietà! Ora hanno fatto la nuova legge sul noleggio anche da parte di privati, penalizzando sicuramente coloro che si erano strutturati con la vecchia legge ! quindi sicuramente dovranno rivedere qualcosa. ma quando in italia la smetteremo di far legiferare gli incompetenti (che sicuramente sono pagati) siano essi politici o portaborse o comunque assimilati? la formulazione in proposta di nuove leggi dovrebbe quantomeno essere affidata ad organizzazioni e/o federazioni- associazioni settoriali che dovrebbero proporre per un esame ed eventuali modifiche prima dell’approvazione finale .

  5. Danilo del Tufo - South seas yachting says:

    è assolutamente vergognoso che una pubblicazione come la vostra definisca sottobosco una categoria che ha speso anni e denaro in termini di formazione professionale !! io al contrario definisco sottobosco tutte quelle persone che potranno con il nuovo decreto noleggiare “occasionalmente” la propria imbarcazione, senza considerare che il 70% già lo facevano a nero. spiegate con che criterio è stato deciso di penalizzare ulteriormente una categoria che muove, attraverso professionalità e rispetto delle leggi, un indotto trainante per un’ economia in crisi.
    abbiate il buon senso di trasmettere le notizie in maniera imparziale, vergogna !!!!

  6. Michele says:

    Concordo con Maurizio e Massimo. Io sono uno di quegli operatori professionali che, partendo con un codice della navigazione nuovo nuovo e bello bello, s’è ritrovato 3 anni dopo con il regolamento attuativo dello stesso che completamente ha stravolto le norme iniziali. Mi sono adeguato, ho speso ancora altri soldi, nell’imbarcazione e nella formazione del comandante arruolato (certificato GMDSS, per poter usare Epirb e apparato DSC). E ho pagato tasse e, nonostante non eserciti più l’attività da quasi 2 anni, ancora pago contributi che ho dovuto dilazionare.
    Naturalmente ho dovuto restituire alla società di leasing l’imbarcazione, che fino a quel momento avevo pagato (insieme a porti, cantieri e compagnia), perdendo tutto quello che ci avevo messo dentro.
    E ho sempre svolto l’attività facendo sottoscrivere regolari contratti ai clienti, ai quali ho sempre fatturato il noleggio applicando l’IVA.
    Un grazie anche alla Guardia di Finanza di Formia, che ha ben pensato di denunciarmi per contrabbando doganale e frode ai danni dello Stato (ben prima di Briatore – quale onore!), per evasione delle accise sul carburante, da non potersi acquistare con le agevolazioni per le attività commerciali – secondo la presunzione delle Fiamme Gialle – in assenza di contratto di noleggio, presente sull’imbarcazione il solo equipaggio impegnato in trasferimenti e/o navigazione (pubblicitaria) nelle località turistiche: ci sono voluti 2 anni perché l’Agenzia delle Entrate si pronunciasse in merito e mi desse ragione!
    Orgoglioso di essere italiano: si, davvero! Orgoglioso di essere un imprenditore onesto: si, doppiamente davvero!
    E, adesso, questo “regalo” ai diportisti: VENDUTI! Voglio proprio noleggiare il 100 piedi di qualche privato per la modica somma di 29.999,00 Euro a stagione, la prossima estate…

  7. Luciano Panizzutt says:

    Vorrei precisare che i Marittimi che operano nel settore del diporto (diverse migliaia) non sono “il sottobosco” ma bensì sono tra i protagonisti principali dello scenario nautico italiano. Ho l’impressione che certi provvedimenti (vedi la Tassa di Stazionamento nella sua prima versione) vengano presi un po’ superficialmente, senza valutare bene gli effetti che producono. Questo almeno a non voler pensare male…
    Luciano Panizzutt – Associazione Marittimi Diporto

  8. ISYBA says:

    Ovviamente solo una rivista “affiliata ad UCINA” può permettersi di denigrare le Imprese Armatrici e di Servizi, nonchè i Marittimi titolati del Diporto, con il termine “sottobosco”…

    L’unico “SOTTOBOSCO” che opera nella Nautica da Diporto in Italia è costituito da quei Cantieri Navali che appongono false marcature CE sulle barche che producono. Mettendo a repentaglio la “SICUREZZA” dei Clienti, che rischieranno anche il “fermo” (o sequestro) della barca che hanno acquistato in buona fede spendendo centinaia di migliaia di euro.

    Ecco un esempio del “VERO SOTTOBOSCO”:

    Corriere di Romagna (27 marzo 2012)

    Barche di lusso insicure: tante le accuse – Aziende e pubblici ufficiali nel mirino per associazione a delinquere

    CESENA. Ancora l’inchiesta non è finita e non si sa a quanti e quali indagati porterà complessivamente al suo termine. Ma il carico accusatorio che stanno accumulando e sul quale stanno lavorando investigatori ed inquirenti è già molto sostanzioso, visto che si parla di associazione a delinquere finalizzata a vario titolo al falso ideologico, all’abuso d’ufficio (commesso anche con l’utilizzo di internet e della posta elettronica) ed alla truffa.
    Il caso è quello delle imbarcazioni “insicure”: cioè l’indagine (a cura della Pg della Guardia Costiera presso la Procura coordinata dal capo procuratore Sergio Sottani e dal Pm Antonio Vincenzo Bartolozzi) che nei giorni scorsi ha visto eseguire tutta una serie di perquisizioni e sequestri documentali mirati ad una ditta del comprensorio Cesenate e ad altri tra uffici pubblici ed aziende collocati anche in altre regioni (Lombardia, Liguria e Toscana). La tesi accusatoria è che siano state messe in commercio, con il benestare di pubblici ufficiali preposti ai controlli di legge, barche che costano tra gli 800 mila ed il milione di euro. Imbarcazioni da diporto che però sarebbero prive dei requisiti di sicurezza richiesti sia dalle leggi nazionali che dall’Unione Europea.Nel dettaglio, da quanto trapela dalle maglie dell’indagine, investigatori ed inquirenti sono impegnati a sgominare quella che viene definita come un’associazione a delinquere che avrebbe commesso molti reati. Tra questi la composizione di documenti, cartacei e di posta elettronica, di attività istruttoria tecnico-amministrativa, che comprendono anche calcoli di stabilità delle imbarcazioni e check-list d’ispezione, che preludono all’emissione di certificati di conformità Ce. Certificati che però conterrebbero falsi ideologici tali da procurare un vantaggio indebito al cantiere cesenate costruttore ed agli studi tecnici che hanno eseguito la progettazione.Ad indagine ci sarebbero anche, come detto, pubblici ufficiali che hanno firmato documenti autorizzativi pur non avendo i titoli per poterlo fare. Così, anche se quelle barche non ne avevano diritto, avrebbero ottenuto arbitrariamente i certificati necessari per poter essere vedute e poter navigare. Questo malgrado, per la legge, manchino alcune fondamentali misure di sicurezza, o quanto meno siano state attestate con documenti fasulli.La truffa che si ipotizza perpetrata con questi reati, è anche a danno dello Stato e dei pubblici registri. Visto che imbarcazioni di questo tipo rientrano tra i cosiddetti beni mobili soggetti ad immatricolazione. Quindi gli organi statali, per quelle barche, sono stati tratti in inganno dalle certificazioni fasulle che accompagnavano le barche stesse. Il tutto in violazione anche del codice della navigazione. Si tratta di tanti reati che, se dimostrati, possono portare a condanne penali pesantissime. Senza tener conto poi che, dall’altra parte rispetto ai futuri accusati, oltre alla Procura ci sono potenzialmente anche decine di proprietari di imbarcazioni pagate centinaia di migliaia di euro. Mezzi che in futuro, potrebbero anche finire sotto sequestro ed essere tolto dall’acqua, perchè privi dei certificati ufficiali necessari per poter navigare.

  9. massimo says:

    Come operatore del settore, condivido a pieno il commento di Maurizio.Ricalca esattamente il mio pensiero e quello di altre migliaia di cittadini che vedono , rischiando solo in proprio, portarsi via tutto grazie ad un Governo miope e formato da incompetenti che non riescono a capire le conseguenze dei loro “ponderati” decreti legge. Basti pensare all’esodo in massa verso altri lidi che ha provocato la prima stesura della legge sulla nautica, prontamente, dopo visto i risultati assolutamente prevedibili, rivisto e corretto. Basta a questi bancari, che evidentemente non hanno chiara la situazione che si e’ venuta a creare. Sento nell’aria un sentimento molto, molto inquietante: la disperazione! E, penso che, corriamo il rischio della comparsa di qualche personaggio dotato di sinistro carisma che ci faccia intravedere la possibilita’ di cambiare le cose agendo sul campo, come la Storia ci insegna. Sarei il primo a seguirlo….